[Discussioni] Confutazioni punto per punto

Simone Piccardi piccardi a softwarelibero.org
Mer 29 Set 2004 23:18:55 CEST


On Wed, 2004-09-29 at 18:31, Michele Sciabarra' wrote:
> Concordo pienamente. MOLTISSIMI sofware open source hanno una qualità 
> del codice molto bassa.
> Ma per ALCUNI PROGETTI, che rappresentano lo stato dell'arte, (Linux, 
> Apache. Jboss, phpBB etc) e di cui ho visionato il codice, si crea un 
> circolo virtuoso
> 
> 1. molta gente che vuol contribuire
> 2. -> necessità di abbassare la soglia di ingresso per contribuire
> 3. -> miglioramento della qualità del codice
> 4. -> aumento del numero di contributori
E allora? E tutte le volte che il circolo virtuoso non si crea (che
possono pure essere la maggioranza) ? Non c'e` niente in quello che dici
che provi che il software sia migliore solo perche' e` "open source". 
C'e` del software libero, come il GCC, che di "open" ha ben poco, e che
rappresenta comunque uno stato dell'arte altrettanto significativo dei
tre progetti che citavi.

> Mi riferivo a questo e non in generale. Mi rendo conto della genericità 
> dell'affermazione ma io volevo dire più semplicemente
> 
> 
> - invece di fare 10mila progetti custom che fanno la stessa cosa, tutti 
> di proprietà delle PA, con qualità di codice bassa che preculde il 
> riutilizzo
> - sarebbero opportuno avere pochi progetti ben scritti, che adottando le 
> pratiche open source favoriscano l'innestarsi del circolo virtuoso suddetto
Si sarebbe bello, questo come un sacco di altre cose (ad esempio
software ben scritto e libero, indipendentemente da come e` stato
scritto, se da un individuo o da una comunita`).

Nel caso specifico inoltre il fatto che sia "open source" non garantisce
affatto che i progetti non diventerebbero lo stesso 10000. Non so piu`
neanche io quante versioni di CMS ho visto a giro... tutte rigorosamente
"open source", sviluppate comunitariamente, ecc.  

Ci vorrebbe appunto anche la capacita` di coordinarsi delle singole PA,
la volonta` di collaborare e riusare, ecc. Tutte cose altre rispetto al
modello di sviluppo, e che non necessitano affatto, come lo stesso
Fuggetta giustamente sottolinea, che il software sia libero, dato che le
PA hanno gia` la possibilita` di riusarlo essendo detto software
comunque di loro proprieta`. 

Tutte cose che richiedono investimenti, competenze, conoscenza. Pensare,
come molti fanno, che basti mettere il software "open source" per
ottenere schiere di programmatori che te lo sistemano gratis e` un
messaggio fuorviante e per questo assolutamente sbagliato (oltre che
facilmente smontabile).

> Ho discusso a lungo in vari miei interventi che la misura del successo 
> di un progetto open source è direttamente proporzionale alla comunità 
> che raccoglie intorno. Non per nulla l'obiettivo primario della Apache 
> Foundation (come chiaramente espresso da Stefano Mazzocchi in alcuni 
> suoi scritti) è incubare COMUNITA' prima che progetti software.
Che il successo sia proporzionale alla dimensione di una comunita` non
e` vero, e` solo una tua opinione. Ci sono software estremamente validi
e di successo scritti da una sola persona o da piccole comunita` chiuse.
Il fatto che in certi casi possa andare come dici tu non e` un criterio
sufficiente a dimostrare che questo debba essere vero in generale. Usare
una argomentazione come questa per promuovere l'uso del software libero
significa usare una argomentazione facilmente (e giustamente)
contestabile.

Inoltre anche nei progetti che citavi non mi pare affatto che il 
circolo funzioni nella maniera in cui lo descrivi, per quanto riguarda
apache mi pare siano quanto mai rigidi nella selezione di chi ha le
competenze sufficienti per poter scrivere codice del progetto, e questa
cosa che ci sia una ricerca di migliorare il codice per abbassare la
soglia di ingresso di chi puo` scrivere non capisco da cosa la derivi;
per quanto riguarda lo sviluppo di linux (il kernel) di certo non e`
cosi`, anzi i miglioramenti richiedono casomai piu` competenze, non
meno.

> Spero che come ho riespresso l'argomentazione originale, sia presentata 
> in maniera più forte e condivisibile.
Anche come l'hai riespressa per me resta debole, la sola argomentazione
veramente ineccepibile che con il software libero questo tipo di
processo e` possibile, con il software proprietario no. Che poi debba
andare cosi` e che questo sia un vantaggio in tutti i casi non e`
assolutamente scontato. Le ragioni per privilegiare l'uso di software
libero nella PA sono altre, che derivano appunto dal concetto di
liberta` non dal fatto di avere i sorgenti (che di questo e` una
conseguenza).

Un concetto che in soldoni poi significa parita` di accesso,
indipendenza dal produttore, possibilita` (solo possibilita`, non
automaticita`) di espansione e riutilizzo da parte di tutti (e non solo
delle PA).

> Da tecnico, ho sempre adottato il sw open source per motivi tecnici, che 
> ritengo validi, e sono molto interessato ai primi (tecnici) che non 
> politici (i secondi). Anzi onestamente se si usasse il sw open source 
> solo per motivi politici.. credo che cambierei mestiere. Molto più 
> semplicemente mi sembra ragionevole che, assodati i primi, si 
> considerino anche i secondi.
Il software libero e` nato perche' c'erano i motivi politici, i vantaggi
tecnici sono venuti molto dopo. Da scienziato l'ho sempre usato perche'
ne potevo conoscere (e verificare) il funzionamento. Da tecnico lo ho
sempre addottato per le liberta` (di copiare e installare a piacimento)
che mi dava, non per i vantaggi tecnici che in molti casi non aveva.  Da
imprenditore lo uso in maniera esclusiva per i vantaggi strategici
(leggi indipendenza) che offre. 

> Pienamente d'accordo, ma ripeto, NON credo che il valore  dell'open 
> source sia solo politico. A questo punto cito una frase di Fuggetta "se 
> dite che la scelta di usare il sofware open source è una faccenda di 
> politici, è come dire che il ministro della sanità non si deve 
> interessare dei progressi della medicina". Io credo che il modello open 
> source produca buoni risultati, se BEN adottato, e Linux Apache Firefox 
> sono tre esempi immediati che mi vengono in mente, e sono risultati 
> TECNICI prima che politici.
Il valore dell'"open source", per scelta di chi ha vuole usare questo
termine, *non vuole* essere politico, anzi, si cerca proprio di metter
da parte questi aspetti. 

Io pero` parlo di sofware libero e dell'open source, nel senso del
modello di sviluppo descritto da Raymond (ed ampiamente smentito da
parecchi studi), e dei suoi presunti vantaggi tecnici mi interessa ben
poco. Il fatto che un modello di sviluppo aperto (che ha funzionato bene
nei tre casi citati, male in altri e non sia stato per niente adottato
in altri ancora) possa dare dei vantaggi non e` un dato di fatto. Certo
che i tre casi che citavi sono un risultato anche tecnico, e chi ha mai
detto il contrario. Ma c'e` stato un tempo in cui non erano tecnicamente
rilevanti (linux svariati anni fa) o lo erano molto piu` di ora (mozilla
quando era netscape ed era l'unico browser) indipendentemente dal fatto
che fossero liberi o open source.

Quello che ho detto io e` che nel caso della scelta delle PA il
significato politico, quello che concerne l'indipendenza dal produttore,
l'utilizzo locale delle risorse, la rimessa a disposizione di tutti
degli investimenti effettuati, deve essere primario. 

Non ho mai detto che ci sia solo questo, solo che questo significato
deve venire prima di quello tecnico, specie se si parla di software
libero, visto che sono le liberta` e le garanzie che questo fornisce
(cioe` il suo aspetto piu` "politico") a rendere possibile il suo
sviluppo anche sul piano tecnico.

Ciao
Simone




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