[Discussioni] [tecniche anti-FUD] Dimostrazione attraverso esempi delle limitazioni dell'Open Source come modo di produrre software
Francesco Potorti`
pot a potorti.it
Mar 13 Dic 2005 10:23:31 CET
Gianluca Turconi:
>>> Tutto nasce da questo articolo:
>>> http://technology.guardian.co.uk/weekly/story/0,16376,1660763,00.html?gusrc=rss
>>>
>>> e, in particolare, dalla frase che apre il testo: "The OpenOffice
>>> project vividly illustrates the limitations of open source as a way of
>>> producing software"
...
>Però l'attenzione si è concentrata sulla scalabilità dell'open source e
>prima di passare alla parte due, devo provvedere allo smantellamento
>della parte uno. :)
Quando si parla di scalabilità ci si muove sempre, immagino, all'interno
della discussione sul "modello di sviluppo open source". Siccome, come
dicevo, quest'ultimo concetto è una chimera, cioè non esiste, ritengo
che non abbia senso partecipare ad una discussione che lo prenda come
assunto. Al più si può provare a smontare l'assunto.
>Però giusto per non incorrere in equivoci, potresti elaborare un po' il
>tuo commento?
Quando faccio una presentazione di introduzione al software libero
proietto sempre questo lucido:
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Le quattro dimensioni del software libero
* Il software libero è un modello di licenza
* le quattro libertà di Richard Stallman, 1985
* definizione di open source, 1998
* Modelli di sviluppo di software libero
* la cattedrale e il bazar
* Ideali sociali del software libero
* il software libero riguarda la libertà e la società, qualità e
convenienza ne possono essere una conseguenza
* l'open source riguarda la qualità e la convenienza, la libertà
ne può essere una conseguenza
* Comunità intorno al software libero
* smanettoni, gruppi e mailing lists
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Che cerca di riassumere i vari significati che vengono dati
all'espressione "software libero".
Il significato primario, l'unico valido a rigor di termini, è il primo,
quello originario, che ha una precisa definizione:
<http://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html>, una data di nascita:
1985, un autore: Richard Stallman.
Il secondo significato è stato pubblicizzato e sostenuto principalmente
da Erica Raymond, nel suo saggio "la cattedrale e il bazar", bellissimo
esempio di scrittura avvincente che, partendo da un caso molto
particolare di cui l'autore ha fatto esperienza in prima persona, lo
generalizza in maniera del tutto errata. Non esiste un modello di
sviluppo connaturato all'open source, che è un modello di licenza. In
altre parole, non c'è nulla che leghi strettamente la licenza scelta per
la distribuzione di un programma al modo scelto per sviluppare il
programma stesso. Ci possono certamente essere delle relazioni fra
modello di licenza e modello di sviluppo, ma sono labili, variabilissime
e di natura che varia a seconda del contesto. Chi afferma il contrario
a ragion veduta solitamente lo fa per gettar fumo negli occhi, cercando
pregi o difetti in un dato modello di sviluppo per poi attribuirli al
modello di licenza. Ma nella gran maggioranza dei casi lo fa per moda,
perché questa è la vulgata attuale diffusa dai giornalisti, dagli
economisti che si occupano di sviluppo del software, dai politici e dai
capitani d'industria.
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