Rv: [Discussioni] L'espresso sul "copyleft"

Marco Ermini marco.ermini a gmail.com
Mer 16 Feb 2005 15:50:45 CET


On Wed, 16 Feb 2005 14:17:50 +0100, Michele Mordenti
<michele.mordenti a tin.it> wrote:
[...]
> Poi se volete continuare a generalizzare e a screditare la classe
> giornalistica italiana non me ne avro' a male, semplicemente non ne
> vedo l'utilita'.
> 
> Saluti.
[...]

Come è già stato detto più volte :-) in Italia molto semplicemente NON
ESISTE un giornalismo "specializzato" (che è molto diffuso all'estero)
se non nella nera, nella rosa e nello sport. Tutto il resto è un
calderone dove un pubblicista è una specie di "tuttologo" improvvisato
che non necessariamente sa usare (o vuole usare) Google.

E d'altronde, francamente, io tutta questa "stima" in Google io non ce
l'ho proprio. Non vedo perché dare affidamento a ciò che trovo tramite
esso: i link che mi fornisce possono portarmi informazioni più trash
di quelle che ho da altre fonti. Per uno che molto semplicemente NON
CONOSCE NULLA dell'argomento non c'è alcuna possibilità di
discriminare tra le 5 cazzate dette dal collega o viste alla TV ed i
primi link trovati su Google (anzi, magari si fida di più del suo
collega...).

Magari, all'Università ha pure utilizzato metodi un po' più "evoluti"
della ricerchina per le elementari usando Google - metodo che
ovviamente NON prevede Google, ma che d'altronde non ha il tempo di
applicare tra le 12:30 e le 15:00... per cui è facilmente
comprensibile come possano "uscire" certi "brillanti" risultati.

Che poi Espresso e Panorama si sputino semplicemente in faccia a colpi
di copertine con donne vestite in modo succinto, tirando ciascuno il
proprio carrozzone politico... francamente mi meraviglio che qualcuno
lo scopra adesso! anzi, forse mi fa più senso la RETORICA di chi si
lamenta di questa situazione! si chiama LIBERO MERCATO - sei libero di
non comprarle - e in esso si trovano riviste molto più interessanti
(mai letto Internazionale? Limes? ecc.).

Questa retorica da FINTO TONTO è forse più allucinante ancora delle
"improvvisate" scritte da un pubblicista precario - categoria a cui
sono in passato appartenuto, mentre studiavo: niente è paggio che
lavorare in una radio solo perché sono per legge sono costretti a
trasmettere un tot ore di giornale radio, ma di cosa dici non gliene
può fregar di meno... e quindi ovviamente non ti forniscono nemmeno i
mezzi per dare le notizie... si capisce che alla fine te le inventi,
se devi riempire tot ore di trasmissione al giorno!

Tornando ai finti tonti: la cosa peggiore di questa retorica è
soprattutto per la mentalità che si porta dietro: come sempre, la cosa
più rilevante non è affatto che il giornalista sia un villano - la
cosa non mi giungerebbe affatto nuova proprio perché io stesso lo sono
stato, come ho detto -, è il pensare che LA GENTE SIA IMBECILLE, e che
queste cose non le sappia e che non si accorga che ciò che legge è una
massa di idiozie.

Guardacaso, la teoria della gente imbecille e degli "illuminati" che
"educano" è condivisa con chi poi ha VERAMENTE il potere nelle grandi
testate...

Insomma, il pubblicista non usa Google... ma chi legge l'Espresso
(tanto più on line) magari sì :-) e questa è la cosa DI GRAN LUNGA più
importante.

L'articolo in sè: francamente, ha raggiunto il suo scopo che è
meramente divulgativo - magari qualcuno, leggendolo, avrà voglia di
approfondire. Se ivece qualcun altro, anziché considerarlo
"divulgativo", lo considererà "informativo", farà ovviamente un
discreto errore - su questo siamo d'accordo -, ma chi ci dice che non
avrà ricevuto informazioni necessariamente più sbagliate di quelle che
riceve da chi invece spesso e volentieri si spaccia per "esperto"?...
o su Google?

L'unica cosa da fare, come sempre, è prendere TUTTO ciò che ci viene
propinato con una buona dose di coscienza critica, ascoltare tutte le
campane - soprattutto da parte di chi ha una formazione specifica ed
un curriculum professionale sull'argomento in questione, qualsiasi sia
questo argomento. E, ripeto, non pensare che la gente è imbecille, e
che di certe cose non si accorga.

Dal calderone da cui esce tutto ciò che non è nera, rosa o sport, non
si può sperare molto di più che "se ne parli". Sta poi ai lettori
formarsi una capacità critica e reperirsi le fonti ritenute più
attendibili.


Ciao a tutti.
-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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