[Discussioni] Re: Licenze etiche

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Lun 25 Lug 2005 16:07:00 CEST


Simone Piccardi Scrive: 

> Nicola A. Grossi wrote:
>> Stiamo parlando della libertà di "proprietarizzare"?
> No, ne stai parlando tu. Per quanto mi riguarda quella non e` una
> liberta`. Ah si', la mia e` una posizione "etica".

Esatto. :-) 

> 
>> Il copyleft la nega questa libertà a "tutti coloro che vorrebbero
>> proprietarizzare un certo codice": questa è *una* classe di
>> utilizzatori, fino a prova contraria.
> La licenza nega la possibilita` di proprietarizzare a tutti, non
> definisce questa classe si questa classe no. Ha delle motivazioni
> etiche? senz'altro. Ma a differenza delle cosiddette licenze etiche non
> dice questa classe di persone ha certi diritti, questa no.

Non lo dice, ma l'effetto giuridico (che è ciò che conta) è quello di 
"combattere" *una* classe di utilizzatori, "i proprietarizzatori" (se poi 
tale classe, come dice Francesco, non esiste, il discorso cambia, ma a me 
sembra una classe come tante altre). 


>> Certo: non trovi scritto "esclusi i proprietarizzatori", ma l'effetto
>> giuridico è lo stesso.
> Appunto non c'e` scritto. La classe dei propietarizzatori non esiste
> nella licenza, la stai introducendo artificialmente tu. Si puo`
> introdurre rispetto a qualunque restrizione venga posta da una licenza
> qualunque, anche il mantenere il nome dell'autore toglie ai plagiari la
> liberta` di plagiare. In codesto senso e` etica qualunque licenza.
 

Non lo so se qualunque licenza è etica: credo che le licenze libere, nella 
sostanza, lo siano.
Non è detto che in una licenza etica tu trovi sempre scritto "esclusi i 
cattivi": magari, come accade nelle licenze libere, vengono indicate le 
attività che non possono essere compiute. 

Insomma, negare di utilizzare un codice per creare del SW proprietario o 
negare di utilizzarlo per creare del SW militare è solo una questione etica. 

E' l'etica che ti fa combattere in una direzione o in un'altra. 


>> Si può fare riferimento sia a una classe di utilizzatori sia a un modo
>> di utilizzo: ma, in fin dei conti, è la stessa cosa, perché ad ogni
>> specifico utilizzo corrisponde una specifica classe di utilizzatori.
> Nient'affatto. La classe "mussulmani integralisti" che non devono
> utilizzare il mio software non corrisponde ad uno specifico utilizzo.

Verissimo, ma quello è un altro discorso (quelle lì sono licenze come la 
"Developing Nations 2.0").
Come chiarito con Francesco, si parla di classi di utilizzatori, non di 
classi di persone. Per *utilizzatore* abbiamo *qui* inteso (mi scuso con te 
per non essere stato più chiaro prima): un soggetto che utilizza del codice 
ad un certo scopo. 

 

 

Saluti,
n.a.g. 





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