[Discussioni] Brevettabilità del Software - LA POSIZIONE DELLA CNA e gli appelli agli operatori via e-mail
Flavia Marzano
flavia.marzano a email.it
Gio 26 Maggio 2005 11:57:57 CEST
Anche la CNA prende posizione!
Flavia
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AI REFERENTI DI CNA COMUNICAZIONE E DEL TERZIARIO AVANZATO
Loro sedi
E P.C - ALLA PRESIDENZA NAZIONALE DI CNA COMUNICAZIONE
- AL COORDINAMENTO NAZIONALE ICT
- ALLA DIVISIONE ECONOMICA CNA NAZIONALE
QUESTO MESSAGGIO RIGUARDA INTERESSI VITALI DI TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE ICT
VI INVITIAMO A DIFFONDERLO PRESSO TUTTI GLI ASSOCIATI DEL SETTORE , INVITANDOLI A FARLO GIRARE PRESSO I PROPRI COLLEGHI
Roma, 25 maggio 2005
Cari colleghi,
nei giorni scorsi l'intera comunità ICT italiana è stata raggiunta per email da vari appelli, tra cui :
- un appello alla comunità italiana del ICT
- un manifesto della PMI sulla brevettabilità del software
Per quanto riguarda tale manifesto, che intende araccogliere firme a sostegno della direttiva europea per la brevettabilità del software, che a luglio andrà in discussione direttamente al Parlamento Europeo, malgrado l'appello del Parlamento a rivedere e modificare la direttiva (come sostenuto anche da noi e da UEAPME), fermo restando che ognuno ha diritto di esprimere le proprie opinioni, è tuttavia bene che lo faccia dichiarando esattamente chi è e non spacciandosi per qualcun'altro. Il titolo del manifesto è infatti fuorviante: costoro non rappresentano le PMI. Abbiamo già informato UEAPME, che ha una posizione esattamente opposta, e chiesto di diffidarli legalmente dal dichiarare quello che non é.
CNA Comunicazione e la grandissima maggiornaza dei nostri associati del terziario avanzato si riconoscono invece nelle posizioni espresse più volte da UEAPME, contraria alla BREVETTABLITA' DEL SOFTWARE, e nei contenuti della mozione Brevetti software: 1-00321, primo firmatario, sen. Cortiana (Verdi), sottoscritta da un centinaio di senatori appartenenti a tutti i Gruppi politici, che impegna il Governo a sostenere in sede europea la non brevettabilità del software. (vedi allegato)
Riportiamo comunque per correttezza in fondo al messaggio il testo del cosiddetto manifesto, che è stato veicolato in rete, ribadendo che ci riconoscIamo invece nelle dichiarazini dell'UEAPME e nella mozione di cui sopra, e quello dell'appello alla comunità ITC..
Per quanto concerne l'appello agli operatori ICT, (anche questo per correttezza riportato in fondo al messaggio), è privo sia attendibilità, vista la fonte, sia di elementi che arricchiscano il dibattito in essere, e sembra più un sintomo ed un espediente della preoccupazione delle lobby interessate che, forse, non sono così sicure del risultato favorevole della prossima votazione in sede europea.
L'appello annuncia infatti le posizioni espresse dall'EICTA - Membri: Alcatel, Apple, Blaupunkt, Bull, Canon, Cisco, Dell, Epson, Ericsson, FUJITSU,HP, IBM, Intell, Microsoft .....per l'Italia Assinform-Confindustria. L'appello è quindi sostenuto non dalle PMI, ma da enti che nulla hanno a che vedere con le società ed i professionisti che operano nel settore ICT, e che rappresentano, invece, pesanti e precisi interessi economici a livello di grandi gruppi internazionali. La posizione dell'EICTA è stata trasmessa attraverso la rete dagli stessi operatori che hanno proposto il manifesto, a molti imprenditori e professionisti del settore, anche nostri associati.
Ciò premesso, nel merito, facciamo le seguenti osservazioni:
PRIMO:
possiamo ritenere che due dei punti centrali della direttiva siano i seguenti:
"Per quanto riguarda la questione di quali invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici possano considerarsi di "carattere tecnico", la conclusione che si può trarre dalla recente causa Controlling pension benefits system20 è che tutti i programmi funzionanti su un elaboratore sono per definizione tecnici (perché un elaboratore è una macchina) e possono quindi essere considerati una "invenzione"..Considerazioni analoghe sono state applicate dalla commissione di ricorso dell'UEB ad altre categorie escluse "in quanto tali" dalla brevettabilità dall'articolo 52, paragrafo 2, per esempio i "metodi per attività commerciali", le "presentazione d'informazione", o le "creazioni estetiche". Ciò significa che le invenzioni che rientrano in queste categorie sono considerate anch'esse brevettabili se presentano un carattere tecnico."
"Quindi, un algoritmo considerato come un'entità teorica isolata dal contesto di un ambiente fisico, e di cui è impossibile, di conseguenza, inferire gli effetti, ha un carattere intrinsecamente non tecnico e non può quindi essere considerato un'invenzione brevettabile."
La direttiva compie una netta suddivisione confermando la non brevettabilità degli algoritmi ma, in contraddizione con la normativa europea ed italiana vigente, ammette in modo esplicito la brevettabilità del software perché "è per definizione tecnico".
Quindi l'affermazione contenuta nell'appello dell'EICTA che " la brevettabilità delle CII (COMPUTER IMPLEMENTED INVENTIONS, Invenzioni ottenute attraveso l'uso del computer)è altra cosa rispetto alla brevettabilità del software." E' FALSA.
SECONDO: osservazioni sul contenuto dell'appello
"Le CII comprenderanno ad esempio i telefoni cellulari e le centrali telefoniche, i televisori, i lettori DVD, le auto (ad esempio limpianto frenante elettronico, la gestione del motore, gli airbag, la navigazione), gli impianti di controllo del traffico, le lavatrici, le cucine, gli impianti antifurto, le strumentazioni mediche e le apparecchiature diagnostiche (ad esempio gli apparecchi a raggi X, gli scanner MRI) e le fotocamere digitali. "
Tutte le apparecchiature citate rientrano totalmente nell'ambito dell'applicazione dei brevetti industriali e nulla o quasi nulla hanno a che fare con le CII (computer implemented invention), riteniamo quindi che l'appello confonda (volutamente?) gli argomenti.
TERZO: "Fino ad ora pochi individui hanno monopolizzato il dibattito diffondendo miti e visioni deliberatamente errate. "
Stupefacente. La stessa direttiva si basa su studi ed analisi che indicavano una direzione che poi la direttiva ha deciso di non seguire, il parlamento Europeo ha già in prima lettura bocciato la direttiva stessa, decine di università, associazioni (tra cui la nostra e l'UEAPME) , un centinaio di deputati e senatori solo in Italia hanno fatto pressioni sul Governo perché respingesse la direttiva (vedi ancora allegato documento in proposito) , è incredibile che vengano usate affermazioni del genere.
QUARTO: Il messaggio dell'EICTA contiene, invece, alcuni aspetti che vanno ripresi:
A) E' fondamentale che la comunità ICT in Italia, formata da migliaia di piccole e medie realtà, presa coscienza che la brevettabilità in ambito Informatico può divenire un'arma con la quale le multinazionali del settore, possono, nel prossimo futuro, strangolare, economicamente, il settore, partecipi attivamente, premendo a tutti i livelli sul Governo e sul Parlamento Europeo affinché la direttiva venga bocciata.
B) E' vero che se la direttiva è fatta per favorire gli interessi dei grandi gruppi a discapito del mercato è anche vero che le piccole, le medie aziende ed i professionisti hanno bisogno di normative applicabili ed applicate che aiutino l'evoluzione e l'innovazione del settore.
Abbiamo bisogno di norme ma non di queste norme.
C) E' necessario, quindi, bloccare la direttiva, ma contemporaneamente proporre al Governo ed ai parlamentari delle norme alternative che tutelino realmente le specificità del mercato Italiano ed Europeo.
Assicurandovi che continueremo a tenervi informati sugli sviluppi della vicenda, inviamo cordiali saluti.
Giuseppe Scozzi, CNA Comunicazione, Segretario
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IL COSIDDETTO Manifesto europeo delle PMI sulla brevettabilità delle CII :
Siamo grati che la Commissione Europea e il Consiglio stiano proponendo una Direttiva sulla Brevettabilità delle CII (Computer Implemented Inventions ovvero Invenzioni Attuate per mezzo di Elaboratori Elettronici). L'approvazione della Direttiva confermerebbe l'attuale pratica, ben radicata in Europa, di rilasciare brevetti a tutte quelle invenzioni di questo tipo che superino le prove di brevettabilità, riducendo le discrepanze tra i vari Stati membri. La protezione del brevetto per le CII (Computer Implemented Inventions) è un requisito importante per le PMI perché contribuisce a garantire loro uno sviluppo importante del loro business ed un più alto livello di competitività internazionale. Perché:
I brevetti mettono in mostra la nostra tecnologia innovativa, rispecchiando il valore attribuibile all'innovazione in seno alla società, quindi attirando nuovi investitori. I brevetti garantiscono la necessaria protezione al funzionamento di un invenzione realizzata con il software. Questa protezione non è applicabile tramite il solo diritto d'autore, anche se questo resta fondamentale ai fini del controllo delle copie non autorizzate dei nostri codici sorgenti. I brevetti ci danno un importante potere negoziale nei confronti di società più grandi. Quando discuteremo con altre società, sia grandi che piccole, saremo molto più al sicuro perché la tecnologia relativa alle nostre invenzioni innovative realizzate dal computer sarà protetta. I brevetti ci consentono di dare in concessione la nostra tecnologia, così da generare un ritorno finanziario sull'investimento effettuato. I brevetti indicano la nostra presenza a coloro che lavorano nello stesso ramo, aprendo la strada a nuove collaborazioni o ad accordi su trasferimenti di tecnologia.
Non stiamo cercando di cambiare la legge europea sui brevetti. Non vogliamo ristringere o allargare l'attuale brevettabilità. Desideriamo soltanto che la normativa sia più trasparente e sicura, applicabile uniformemente in tutta l'Unione Europea. La Direttiva proposta e che sarà discussa e votata a Strasburgo nel prossimo mese di luglio provvederebbe a tutto ciò e consentirebbe una riduzione dei costi, riducendo la necessità di richiedere consulenza legale in più di un paese. Per ridurre ulteriormente i costi nel medio e lungo periodo, sollecitiamo l'Unione Europea ad analizzare la questione, proponendo ulteriori soluzioni.
Secondo noi, i brevetti non dovrebbero essere disponibili per usi commerciali. È quindi è importante autorizzare brevetti per invenzioni realizzate per mezzo di elaboratori elettronici che offrono un "contributo tecnico", in linea con la pratica attuale dell'Ufficio Europeo dei Brevetti (UEB). Una volta approvata la Direttiva, sollecitiamo le istituzioni europee ad implementarla e a farla applicare, sì da eliminare eventuali brevetti superficiali. La Direttiva proposta dal Consiglio fornirà la chiarezza necessaria, limitando una brevettabilità eccessivamente ampia e consentendo l'uniformità del diritto in Europa. Ciò nonostante, la porta deve però rimanere aperta per consentire alla Commissione di monitorare l'applicazione della Direttiva e di suggerire futuri emendamenti, se necessari. Chiediamo quindi al Parlamento Europeo di confermare la Posizione Comune del Consiglio e di adottare la direttiva CII (Computer Implemented Inventions).
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L'APPELLO alla Community italiana dell'ICT:
La prima settimana di luglio il Parlamento Europeo sarà chiamato a votare in seduta plenaria il testo della Direttiva sulla brevettabilità delle CII (Computer Implemented Inventions) ovvero delle Invenzioni Attuate per mezzo di Elaboratori Elettronici. In tutta Europa è in atto una vasta mobilitazione a sostegno della brevettabilità delle CII, che coinvolge industrie, addetti ai lavori, università. A lanciarla è stata l'EICTA (www.eicta.org), associazione industriale europea cui aderiscono 32 associazioni nazionali dell'ICT di 24 paesi europei, in rappresentanza di oltre 10.000 imprese europee, con oltre 2 milioni di addetti e un fatturato complessivo di oltre 200 miliardi di euro. E' necessario che, in vista di quella data, si sviluppi rapidamente anche nel nostro Paese una campagna a sostegno delle Direttiva, una campagna capace di mobilitare l'intera community italiana dell'ICT. E' un appuntamento importante perché il suo esito può determinare e garantire: , Una normativa trasparente e sicura , una nuova fase di sviluppo dell'innovazione , la prospettiva di una nostra maggior competitività in Europa e di un'Europa più competitiva nel mondo. Perché ciò avvenga è necessario chiarire alcune ambiguità e cambiare i termini di un dibattito che non può essere né ideologico, né emotivo, specificando subito che la brevettabilità delle CII è altra cosa rispetto alla brevettabilità del software.Per saperne di più e decidere meglio, vi proponiamo di seguire il percorso informativo che riportiamo di seguito. Cosa sono le CII (Computer Implemented Inventions)? Le CII fanno riferimento a un'innovazione che includa un programma per computer e che produca un effetto tecnico diverso. Ciò significa che il software puro, gli algoritmi o i programmi che applicano metodi per attività commerciali non potranno essere brevettati, come neppure le applicazioni "banali". Le CII comprenderanno ad esempio i telefoni cellulari e le centrali telefoniche, i televisori, i lettori DVD, le auto (ad esempio l'impianto frenante elettronico, la gestione del motore, gli airbag, la navigazione), gli impianti di controllo del traffico, le lavatrici, le cucine, gli impianti antifurto, le strumentazioni mediche e le apparecchiature diagnostiche (ad esempio gli apparecchi a raggi X, gli scanner MRI) e le fotocamere digitali. Quale è lo scopo della Direttiva europea? L'obiettivo è armonizzare l'attuale sistema di brevettabilità delle CII (Computer Implemented Inventions) all'interno dell'UE. Garantire l'applicabilità di una normativa chiara e coerente. E ciò è nell'interesse sia degli inventori e del Mercato Interno. Si tratta, in sostanza, di un percorso che dà maggiore chiarezza e coerenza, non di un nuovo sistema. Perché l'Europa ha bisogno della Direttiva? Perché i brevetti hanno sempre svolto un ruolo di vitale importanza nella storia industriale europea e sono essenziali per il futuro sviluppo economico dell'Europa. La brevettabilità tutela i posti di lavoro, garantisce gli investimenti, stimola il trasferimento di tecnologia ed aiuterebbe l'Europa a conservare il proprio ruolo di innovatrice e di leader nel campo della R&S. Si sono già espressi a favore dei brevetti le piccole e grandi aziende, gli inventori e gli investitori, i produttori di tutti i settori industriali/produttivi. Perché l'industria sta avviando una campagna proprio ora? Perché la Direttiva è appena entrata nella fase della Seconda Lettura al Parlamento Europeo e la decisione è attesa per luglio. La posta per l'Europa è cruciale: occupazione, investimenti, prosperità e futuro successo economico. Chi sono coloro che aderiscono alla campagna? L'industria europea (le grandi e piccole aziende di una vasta gamma di settori), le associazioni di imprese, le università, gli istituti di ricerca e i singoli inventori, che si sono uniti per reimpostare i termini del dibattito, per tornare ad occuparsi dei fatti e lasciare da parte gli aspetti emotivi e per assicurarsi che le PMI si rendano conto dell'importanza di questa Direttiva. Fino ad ora pochi individui hanno monopolizzato il dibattito diffondendo miti e visioni deliberatamente errate. E finora ci sono riusciti. Hanno falsato il dibattito. Hanno introdotto una componente di antiglobalizzazione, un sentimento antiamericano, e hanno chiesto il sostegno della gente nascondendosi dietro e-mail e siti Web. Per questa ragione è utile evidenziare di seguito due aspetti: quali sono "Le argomentazioni a favore della Direttiva e le ragioni per la sua definitiva approvazione"; parallelamente, è altrettanto utile spiegare quali sono i miti e le visioni errate ovvero "Cosa la Direttiva non farà". Le argomentazioni a favore: perché la Direttiva è importante. Perché garantisce all'Europa il ruolo di innovatrice leader a livello mondiale Molte industrie e aziende europee all'avanguardia (i successi europei più visibili a livello mondiale) si basano sulle CII, come i settori della sanità, delle telecomunicazioni, della telefonia mobile, delle automobili, dell'aviazione e dell'elettronica di consumo. I brevetti sono indispensabili se l'Europa intende conservare e rafforzare queste posizioni di leadership. Perché i brevetti tutelano l'innovazione e premiano la R&S. La consapevolezza che sarà possibile brevettare un'invenzione è uno dei fattori principali per riuscire ad ottenere consistenti finanziamenti per la R&S. Perché garantisce posti di lavoro Senza brevetti, le aziende europee perderebbero una consistente quota di mercato in favore delle aziende in grado di plagiare la R&S europea e di fabbricare i propri prodotti al di fuori dell'Europa. Se viene a mancare la ricompensa per gli investimenti nella R&S, si perderanno anche decine di migliaia di posti di lavoro legati alla R&S europea. Perché stimola il trasferimento di tecnologia e la condivisione delle conoscenze L'esperienza insegna che i brevetti accelerano il processo di innovazione e di condivisione delle conoscenze. Le applicazioni dei brevetti sono rese pubbliche dopo 18 mesi; le aziende sono quindi incoraggiate a concedersi la licenza dei brevetti vicendevolmente, invece di cercare modi per nascondere i progressi tecnologici. I brevetti possono svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo degli standard aperti e delle interfacce aperte. Le aziende dello stesso settore o di settori diversi possono condividere le invenzioni (promuovendo quindi l'interoperabilità tra i prodotti), nella tranquillità che deriva loro dalla consapevolezza che le invenzioni sono brevettate. Ad esempio, un cittadino dell'UE può inviare un messaggio SMS ad un amico utilizzando una marca diversa di telefono cellulare, sfruttando una rete di radiotelefonia mobile diversa e vivendo in una nazione diversa, mediante la tecnologia CII costruita sulla base di brevetti con standard aperti. Perché istituisce un sistema brevettuale più equo in tutta Europa La direttiva rende anche disponibile uno strumento di ricorso per le aziende e per gli individui. La direttiva consente alla Corte di Giustizia europea di riesaminare le sentenze dei tribunali di uno Stato membro per verificarne la conformità alla normativa UE, contribuendo quindi a garantire un sistema brevettuale uniforme in tutta l'UE. Inoltre nessuno suggerisce l'eliminazione dei brevetti nelle altre aree, quindi perché le invenzioni tecniche dovrebbero essere brevettabili, mentre ogni innovazione relativa a software per computer inammissibile? I miti e le visioni errate: cosa NON FARÀ questa Direttiva I detrattori della Direttiva sono riusciti a diffondere deliberatamente svariati miti e visioni errate sulla Direttiva, le riportiamo di seguito assieme alle controsservazioni: Brevetti uguale protezionismo; i brevetti limitano l'innovazione. E' vero? Questo non è vero. La brevettabilità tutela i posti di lavoro, garantisce gli investimenti, stimola il trasferimento di tecnologia e aiuterebbe l'Europa a conservare il proprio ruolo di leader e innovatrice. Il software sarà brevettato; ciò sarà un passo verso un sistema come quello statunitense. E' vero? No. Lo scopo della Direttiva è chiarire e armonizzare. Non modifica radicalmente la normativa. La brevettazione delle invenzioni non è una cosa nuova in Europa. L'Ufficio europeo dei brevetti a Monaco e gli uffici brevetti negli Stati membri proteggono le invenzioni CII da più di 20 anni. Un brevetto può essere concesso solamente per le invenzioni nuove, non ovvie e che apportino un "contributo tecnico". Non può essere concesso per il software puro Le grandi aziende ne trarranno beneficio, mentre tutti gli altri ne subiranno le conseguenze negative. E' vero? No. La Direttiva consentirà alle PMI e agli imprenditori di sviluppare le loro attività commerciali e di competere in tutta Europa in modo più efficace. I brevetti sono spesso un requisito fondamentale per ottenere investimenti di capitale per le piccole aziende private. Il 60% delle PMI finanziate da venture capitalist europei hanno modelli imprenditoriali basati sui brevetti. In mancanza di una protezione coerente, le PMI sono preda delle aziende che copiano la loro tecnologia senza corrispondere quanto dovuto. La stragrande maggioranza delle attuali controversie sui brevetti nell'UE coinvolge PMI che cercano di proteggere le loro invenzioni. La Direttiva renderà questo processo più semplice e più efficiente. Ciò potrebbe danneggiare gravemente il movimento Open Source. E' vero? No. Il software Open Source e i brevetti CII hanno convissuto per molti anni senza problemi. La nuova direttiva non modifica la situazione. Quasi nessuno appoggia la direttiva. Del tutto infondato. L'EICTA rappresenta direttamente 51 importanti società multinazionali e, attraverso 32 associazioni di imprese in 24 paesi, raggruppa altre 10.000 piccole imprese che danno lavoro a oltre 2 milioni di operatori tecnologici. La Direttiva è sostenuta anche dalle aziende e dalle associazioni che appartengono a tutti gli altri settori che sviluppano CII, come ACEA (Volvo, Daimler Chrysler, ecc.), COCIR, CECED, CLEPA, EVCA (si veda www.patents4innovation.com), da università, docenti universitari e da svariati singoli inventori. Vi invitiamo a seguire e a partecipare ai prossimi appuntamenti della campagna sulla brevettabilità delle CII.
----- Forwarded by Chiara Merlati/ImageTime/IT on 23/05/05 12.00 -----
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