[Discussioni] Re: [c-what] Preoccupato report sulle novità del CES a Las Vegas

Andrea Glorioso andrea a digitalpolicy.it
Ven 6 Gen 2006 10:28:47 CET


>>>>> "Nicola" == Nicola Larosa <nico a tekNico.net> writes:

    > Preoccupato report sulle novità del CES a Las Vegas.

Ho letto  l'articolo,  pero` (qui, come  in altri  commenti e articoli
sull'argomento) c'e` sempre qualcosa che mi sfugge.

Se l'ambito di riferimento  centrale e` il  mercato,  e gli attori  in
gioco  sono i consumatori   verso  i  produttori (categorie che   sono
costantemente in   mutamento) allora perche`  preoccuparsi cosi` tanto
dei sistemi DRM, del divieto di aggirare  i TPM, del Trusted Computing
e via discorrendo?

Se ai consumatori va  bene di pagare   cifre esorbitanti (rispetto  ai
costi  di produzione)  per guardarsi  Rocky XVII, e  di conseguenza (o
come precondizione) accettano di  sorbirsi tutte le limitazioni insite
in molti sistemi DRM, perche` un'azienda - in molti casi obbligata per
legge a massimizzare i propri profitti - non dovrebbe mettere in piedi
una serie di misure come quelle discusse nell'articolo?

Se partiamo dal presupposto che  il  consumatore consuma cio` che  gli
piace  (con tutte le  limitazioni relative all'incapacita` dell'agente
razionale    di  essere,   appunto,   pienamente razionale)   dobbiamo
concludere che, di fronte a sistemi troppo restrittivi, il consumatore
fara` cio` che sta gia` facendo: cioe` violera`  una legge che ritiene
ingiusta.  Oppure,  ipotesi auspicabile, si organizzera`  per cambiare
le  leggi -  anche  qui, sono  conscio  dei problemi organizzativi che
bisogna     affrontare quando si     confronta l'azione  di una  lobby
settoriale  con quella del  pubblico disomogeneo  di consumatori.  Ma,
appunto,  la soluzione non e` nel  cercare di rendere piu` omogenea ed
efficace l'azione di lobbying dei consumatori?

In ogni caso - il punto centrale, credo, risiede invece nei rischi che
tali  sistemi -  e in  generale il  concetto di controllo  verticale -
pongono  per la    convivenza  sociale.  Solo  che,    dopo  un inizio
incoraggiante   con la Dichiarazione  di  Ginevra sul futuro del WIPO,
vedo la maggior parte delle  critiche spostarsi dall'ambito "politico"
verso quello  "economico" (uso i  termini  tra virgolette perche`  non
ritengo che i due ambiti siano separabili cosi` facilmente).

Al di la` del fatto che  - mia personalissima  opinione - non passera`
molto tempo  prima  che i  tribunali inizino  a riconoscere  la natura
fondamentalmente anticompetitiva di certi  utilizzi di  alcuni sistemi
DRM (come gia` e` avvenuto in Chamberlain v Skylink negli Stati Uniti,
se non ricordo male).  Ma qui rientramo ancora nel mercato.

Scusate per queste note confuse.

Ciao,

--
Andrea Glorioso		andrea a digitalpolicy.it
                        +39 348 921 4379
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