[Discussioni] Re: [c-what] Preoccupato report sulle novità del CES a Las Vegas
Stefano Canepa
sc a linux.it
Sab 7 Gen 2006 11:30:08 CET
Il giorno ven, 06/01/2006 alle 10.28 +0100, sama a perchetopi.org ha
scritto:
> >>>>> "Nicola" == Nicola Larosa <nico a tekNico.net> writes:
>
> > Preoccupato report sulle novità del CES a Las Vegas.
>
> Ho letto l'articolo, pero` (qui, come in altri commenti e articoli
> sull'argomento) c'e` sempre qualcosa che mi sfugge.
>
> Se l'ambito di riferimento centrale e` il mercato, e gli attori in
> gioco sono i consumatori verso i produttori (categorie che sono
> costantemente in mutamento) allora perche` preoccuparsi cosi` tanto
> dei sistemi DRM, del divieto di aggirare i TPM, del Trusted Computing
> e via discorrendo?
>
> Se ai consumatori va bene di pagare cifre esorbitanti (rispetto ai
> costi di produzione) per guardarsi Rocky XVII, e di conseguenza (o
> come precondizione) accettano di sorbirsi tutte le limitazioni insite
> in molti sistemi DRM, perche` un'azienda - in molti casi obbligata per
> legge a massimizzare i propri profitti - non dovrebbe mettere in piedi
> una serie di misure come quelle discusse nell'articolo?
>
> Se partiamo dal presupposto che il consumatore consuma cio` che gli
> piace (con tutte le limitazioni relative all'incapacita` dell'agente
> razionale di essere, appunto, pienamente razionale) dobbiamo
> concludere che, di fronte a sistemi troppo restrittivi, il consumatore
> fara` cio` che sta gia` facendo: cioe` violera` una legge che ritiene
> ingiusta. Oppure, ipotesi auspicabile, si organizzera` per cambiare
> le leggi - anche qui, sono conscio dei problemi organizzativi che
> bisogna affrontare quando si confronta l'azione di una lobby
> settoriale con quella del pubblico disomogeneo di consumatori. Ma,
> appunto, la soluzione non e` nel cercare di rendere piu` omogenea ed
> efficace l'azione di lobbying dei consumatori?
La preoccupazione, secondo me, deriva dal fatto che i consumi sono
veicolati in maniera massiccia dalla pubblicità. L'influenza che
quest'ultima ha su chi acquista è grandissima, non a caso BSA, M$ e IBM
fanno pubblicità. Questo per dire che moltissimi non si accorgeranno
mai, non si preoccuperanno mai dei sistemi che restringono le loro
libertà individuali imposti dai produttori di contenuti.
Violare la legge considerata ingiusta secondo me è una reazione comune
ma irrazionale, non può certo essere preso come esempio per resistere
alle restrizioni delle libertà che i produttori vogliono imporre su chi
acquista.
> In ogni caso - il punto centrale, credo, risiede invece nei rischi che
> tali sistemi - e in generale il concetto di controllo verticale -
> pongono per la convivenza sociale. Solo che, dopo un inizio
> incoraggiante con la Dichiarazione di Ginevra sul futuro del WIPO,
> vedo la maggior parte delle critiche spostarsi dall'ambito "politico"
> verso quello "economico" (uso i termini tra virgolette perche` non
> ritengo che i due ambiti siano separabili cosi` facilmente).
Questo lo condivido completamente, perché i produttori di videogiochi
(per fare un esempio) devono controllare l'uso che ne facciamo? In fondo
se andiamo dal ferramenta a comprare un martello nessuno ci verà a
controllare se lo usiamo per piantare chiodi o per fracassare l'auto del
vicino antipatico.
> Al di la` del fatto che - mia personalissima opinione - non passera`
> molto tempo prima che i tribunali inizino a riconoscere la natura
> fondamentalmente anticompetitiva di certi utilizzi di alcuni sistemi
> DRM (come gia` e` avvenuto in Chamberlain v Skylink negli Stati Uniti,
> se non ricordo male). Ma qui rientramo ancora nel mercato.
Speriamo che tu abbia ragione.
Ciao
sc
--
Stefano Canepa aka sc: sc a linux.it http://www.stefanocanepa.it
Three great virtues of a programmer: laziness, impatience and hubris.
Le tre grandi virtù di un programmatore: pigrizia, impazienza e
arroganza. (Larry Wall)
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