[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
Puria Nafisi Azizi
puria a hipatia.info
Lun 3 Lug 2006 16:58:32 CEST
ah figo volevo farti vedere questo a proposito:
http://opentc.net/
anche il poli partecipa è ganzo ;)
On Monday 03 July 2006 16:12, Vittorio Bertola wrote:
> Alessandro Rubini ha scritto:
> >>Ma vedi, se il software libero dà libertà agli utilizzatori, perchè
> >>non posso usarlo per implementare un DRM, se io lo ritengo giusto?
> >
> > Perche` definire DRM (anzi "misura tecnologica efficacie"[1]) un
> > programma vuol dire impedirne la ulteriore modifica (che per la legge
> > e` reato).
>
> Beh, no, a quanto ho capito io vuol dire solo impedirne le modifiche
> tese ad eliminare le protezioni, ossia a commettere un reato.
> D'altra parte, se io prendessi del software libero e lo modificassi per
> trasformarlo in un virus, commetterei lo stesso un reato: certo che
> esistono modifiche al codice che lo trasformano in software illegale, ma
> questo è lapalissiano, a meno che non si voglia sostenere che qualsiasi
> software, qualsiasi cosa faccia, debba necessariamente essere legale, o
> che in nome della libertà di modifica debbano essere ammesse tutte le
> possibili modifiche comprese quelle illegali.
> (Il fatto che quel reato non dovrebbe essere un reato è un altro
> discorso, la legge, finchè c'è, si rispetta.)
>
> > Quindi io, (piccolo) autore di software libero, non voglio
> > che altri dicano che il mio codice e` una misura tecnologica efficace.
>
> Ho capito, ma il mio problema è diverso: e se io voglio realizzare una
> "misura tecnologica efficace" e rilasciarla come software libero? Perchè
> non posso?
> Certo, posso rilasciarlo con GPL2 o con altre licenze, ma io qui ho un
> problema di principio: perchè un DRM non dovrebbe poter essere
> realizzato come software libero? Anzi, non sarebbe molto meglio
> realizzare e propugnare un DRM libero, in modo da essere certi che
> faccia solo le cose che tutti possono vedere, e non altre (spionaggio,
> violazione della privacy ecc.)?
>
> > La clausola nella bozza della GPL3 non serve a impedire a lei o a chi
> > vuole di fare il _suo_ DRM (che per definizione non sara` libero).
>
> Perchè "per definizione"? Definizione di chi?
>
> > La GPL3, semplicemente, dice "questo codice non e` un DRM". Per
> > esempio, il giorno che qualcuno fara` la sua versione proprietaria di
> > "GNU barcode" nasconndendosi dietro la EUCD perche` il suo pacchetto
> > e` una misura anticontraffazione qualcuno invochera` la violazione di
> > diritto d'autore e verdremo come andra` a finire.
>
> Questo mi sembra sacrosanto, ma non è il problema di cui stavo parlando io.
>
> simo ha scritto:
> > Letti questi commenti credo di capire e approvare perche' FSF/E abbia
> > sollevato eccezione nel fatto che tu la rappresentassi in qualche modo,
>
> Io non ho mai chiesto di rappresentare FSF*, ho solo proposto di
> collaborare sulla sostanza del lavoro, cosa che peraltro è avvenuta
> senza problemi con Stallman (non con Greve, ma forse solo per
> incomprensioni?). Separatamente, ho fatto notare che se l'ufficio di
> Kofi Annan per un gruppo di lavoro prende una persona come me e non
> Stallman o Greve è presumibilmente per via di un certo modo di porsi;
> poi naturalmente FSF* è libera di pensare che sbaglino le Nazioni Unite
> e che non ci sia bisogno di aggiustamenti.
>
> > applicabilita', non tanto sulla bonta' dell'idea, e mi chiedo come tu
> > possa sostenere che una internet a due velocita' con i carrier che
> > possono decidere quale traffico far passare sia male (tuo commento in
> > altro messaggio) e invece poi sostenere che la GPLv3 non dovrebbe
> > ostacolare i DRM che sono esattamente un controllo centralizzato
> > dell'accesso ai contenuti
>
> I DRM possono anche essere un meccanismo tecnologico per permettere che
> i contenuti a pagamento vengano pagati. A tutt'oggi non ho sentito
> proporre alternative se non del tipo "i contenuti dovrebbero essere
> tutti liberi e poi chi vuole fa una donazione"; ora, io per esempio ho
> rilasciato liberamente praticamente tutti i miei articoli, ma non trovo
> corretto che si forzino gli autori a utilizzare necessariamente licenze
> libere. Trovo più giusto che esistano strumenti tecnologici per
> assicurare che chi vuol farsi pagare venga pagato, e allo stesso tempo
> esistano delle regole per limitare il tipo di controllo che questi
> strumenti tecnologici possono esercitare.
>
> Ad esempio, il trusted computing è uno dei maggiori pericoli che vedo in
> giro per i diritti degli individui, ma credo che vada regolato per bene,
> più che eliminato a priori.
>
> > FSF stessa, e la GPL non e' il software libero ma solo una specifica
> > licenza che e' stata creata nel tentativo di preservare il software come
> > libero e niente piu'. Come sempre sono gli autori ad avere il controllo
> > del proprio software cosi' come della propria etica.
>
> Vero, ma non devi dimenticare che la GPL avrà quanto, l'80%? del
> "mercato" delle licenze libere... In un certo senso c'è il rischio di un
> abuso di posizione dominante :-)
>
> >>(già la vicenda della GPLv3, vista dall'esterno cioè da una persona
> >>che l'ha seguita senza partecipare alla discussione, mette i brividi).
> >
> > Altra cosa che non riesco a capire e' perche' definisci che il processo
> > per costruire la GPLv3 faccia venire i brividi se visto da fuori,
>
> Io mi riferivo alla mia interazione con Stallman del marzo scorso a
> Torino, in cui gli chiesi: ma se un autore che cinque anni fa, non
> immaginando che avreste fatto questa nuova versione, rilasciò il
> software come "GPL2 o successive", ora non volesse accettare la GPL3,
> voi gli permettereste di restare con la GPL2? La sua risposta è stata:
> no, legalmente non ha il diritto di farlo, la licenza non è cambiata
> nello spirito. Io avrei trovato più corretto che gli autori potessero
> decidere di modificare la propria scelta di licenza e rimanere con la
> GPL2, se non gli piaceva la GPL3. Certo, l'hanno scelto loro, ma non
> sono così convinto che lo spirito della licenza, da v2 a v3, non sia
> cambiato.
>
> Dopodichè, sono tutte opinioni personali.
>
> Ciao,
--
«Perché citi quel tale Aristotele in greco?» domandarono al Sapiente. «Il
segreto
- rispose - sta nel citare ciò che non si capisce affatto nella lingua che
meno si
conosce». (Voltaire)
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