[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
Vittorio Bertola
vb a bertola.eu.org
Lun 3 Lug 2006 16:12:39 CEST
Alessandro Rubini ha scritto:
>>Ma vedi, se il software libero dà libertà agli utilizzatori, perchè
>>non posso usarlo per implementare un DRM, se io lo ritengo giusto?
>
> Perche` definire DRM (anzi "misura tecnologica efficacie"[1]) un
> programma vuol dire impedirne la ulteriore modifica (che per la legge
> e` reato).
Beh, no, a quanto ho capito io vuol dire solo impedirne le modifiche
tese ad eliminare le protezioni, ossia a commettere un reato.
D'altra parte, se io prendessi del software libero e lo modificassi per
trasformarlo in un virus, commetterei lo stesso un reato: certo che
esistono modifiche al codice che lo trasformano in software illegale, ma
questo è lapalissiano, a meno che non si voglia sostenere che qualsiasi
software, qualsiasi cosa faccia, debba necessariamente essere legale, o
che in nome della libertà di modifica debbano essere ammesse tutte le
possibili modifiche comprese quelle illegali.
(Il fatto che quel reato non dovrebbe essere un reato è un altro
discorso, la legge, finchè c'è, si rispetta.)
> Quindi io, (piccolo) autore di software libero, non voglio
> che altri dicano che il mio codice e` una misura tecnologica efficace.
Ho capito, ma il mio problema è diverso: e se io voglio realizzare una
"misura tecnologica efficace" e rilasciarla come software libero? Perchè
non posso?
Certo, posso rilasciarlo con GPL2 o con altre licenze, ma io qui ho un
problema di principio: perchè un DRM non dovrebbe poter essere
realizzato come software libero? Anzi, non sarebbe molto meglio
realizzare e propugnare un DRM libero, in modo da essere certi che
faccia solo le cose che tutti possono vedere, e non altre (spionaggio,
violazione della privacy ecc.)?
> La clausola nella bozza della GPL3 non serve a impedire a lei o a chi
> vuole di fare il _suo_ DRM (che per definizione non sara` libero).
Perchè "per definizione"? Definizione di chi?
> La GPL3, semplicemente, dice "questo codice non e` un DRM". Per
> esempio, il giorno che qualcuno fara` la sua versione proprietaria di
> "GNU barcode" nasconndendosi dietro la EUCD perche` il suo pacchetto
> e` una misura anticontraffazione qualcuno invochera` la violazione di
> diritto d'autore e verdremo come andra` a finire.
Questo mi sembra sacrosanto, ma non è il problema di cui stavo parlando io.
simo ha scritto:
> Letti questi commenti credo di capire e approvare perche' FSF/E abbia
> sollevato eccezione nel fatto che tu la rappresentassi in qualche modo,
Io non ho mai chiesto di rappresentare FSF*, ho solo proposto di
collaborare sulla sostanza del lavoro, cosa che peraltro è avvenuta
senza problemi con Stallman (non con Greve, ma forse solo per
incomprensioni?). Separatamente, ho fatto notare che se l'ufficio di
Kofi Annan per un gruppo di lavoro prende una persona come me e non
Stallman o Greve è presumibilmente per via di un certo modo di porsi;
poi naturalmente FSF* è libera di pensare che sbaglino le Nazioni Unite
e che non ci sia bisogno di aggiustamenti.
> applicabilita', non tanto sulla bonta' dell'idea, e mi chiedo come tu
> possa sostenere che una internet a due velocita' con i carrier che
> possono decidere quale traffico far passare sia male (tuo commento in
> altro messaggio) e invece poi sostenere che la GPLv3 non dovrebbe
> ostacolare i DRM che sono esattamente un controllo centralizzato
> dell'accesso ai contenuti
I DRM possono anche essere un meccanismo tecnologico per permettere che
i contenuti a pagamento vengano pagati. A tutt'oggi non ho sentito
proporre alternative se non del tipo "i contenuti dovrebbero essere
tutti liberi e poi chi vuole fa una donazione"; ora, io per esempio ho
rilasciato liberamente praticamente tutti i miei articoli, ma non trovo
corretto che si forzino gli autori a utilizzare necessariamente licenze
libere. Trovo più giusto che esistano strumenti tecnologici per
assicurare che chi vuol farsi pagare venga pagato, e allo stesso tempo
esistano delle regole per limitare il tipo di controllo che questi
strumenti tecnologici possono esercitare.
Ad esempio, il trusted computing è uno dei maggiori pericoli che vedo in
giro per i diritti degli individui, ma credo che vada regolato per bene,
più che eliminato a priori.
> FSF stessa, e la GPL non e' il software libero ma solo una specifica
> licenza che e' stata creata nel tentativo di preservare il software come
> libero e niente piu'. Come sempre sono gli autori ad avere il controllo
> del proprio software cosi' come della propria etica.
Vero, ma non devi dimenticare che la GPL avrà quanto, l'80%? del
"mercato" delle licenze libere... In un certo senso c'è il rischio di un
abuso di posizione dominante :-)
>>(già la vicenda della GPLv3, vista dall'esterno cioè da una persona
>>che l'ha seguita senza partecipare alla discussione, mette i brividi).
>
> Altra cosa che non riesco a capire e' perche' definisci che il processo
> per costruire la GPLv3 faccia venire i brividi se visto da fuori,
Io mi riferivo alla mia interazione con Stallman del marzo scorso a
Torino, in cui gli chiesi: ma se un autore che cinque anni fa, non
immaginando che avreste fatto questa nuova versione, rilasciò il
software come "GPL2 o successive", ora non volesse accettare la GPL3,
voi gli permettereste di restare con la GPL2? La sua risposta è stata:
no, legalmente non ha il diritto di farlo, la licenza non è cambiata
nello spirito. Io avrei trovato più corretto che gli autori potessero
decidere di modificare la propria scelta di licenza e rimanere con la
GPL2, se non gli piaceva la GPL3. Certo, l'hanno scelto loro, ma non
sono così convinto che lo spirito della licenza, da v2 a v3, non sia
cambiato.
Dopodichè, sono tutte opinioni personali.
Ciao,
--
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