[Discussioni] gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
Vittorio Bertola
vb a bertola.eu.org
Mer 5 Lug 2006 13:55:42 CEST
Stefano Maffulli ha scritto:
>> Io non ho mai chiesto la fiducia di FSF, l'unica cosa per cui mi sono
>> risentito (o meglio, che ho trovato fuori luogo) è che, a fronte della
>> possibilità di collaborare, alcune persone chiave di FSF* abbiano invece
>> preferito andare a lamentarsi dalla mamma (cioè presso il segretariato
>> del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite) e puntare i piedi perchè non
>> avevano avuto loro il giocattolo nuovo, ma altri.
>
> Vittorio, questa frase è offensiva.
Mi dispiace, ma del resto avevo già chiesto scusa per il linguaggio
(nella frase immediatamente successiva, che non hai riportato), e
spiegato perchè la frase era scritta così: è per darti un'idea di come
quella stessa lettera che tu vedi come una giusta domanda di principio,
dall'altra parte possa essere percepita come un "non saper stare al
mondo" o non capire il contesto.
Nel resto della frase aggiungevo anche che non so e non mi interessa
quale delle due parti abbia ragione (probabilmente un po' e un po'),
volevo solo farvi notare che con questi atteggiamenti, almeno
limitatamente alle occasioni che ho potuto osservare io, vi date la
zappa sui piedi da soli, e di conseguenza la date un po' anche sui piedi
del software libero. Poi, liberi di non concordare e andare per la
vostra strada.
> FSFE (e molti del gruppo PCT del
> WGIG) si è lamentata perché non era d'accordo con la tua linea
> strategica.
No, si è lamentata perchè nessun esponente di FSF* era stato selezionato
per il gruppo di lavoro, che è una cosa diversa.
> Tu sei entrato in quel gruppo e l'ha rappresentato con
> una posizione di compromesso *PRIMA ANCORA* di iniziare la
> negoziazione.
In quel gruppo non ho rappresentato nessuno, visto che eravamo tutti
scelti a titolo personale in qualità di esperti. Ho portato avanti le
idee della società civile, discutendole di volta in volta con i miei
colleghi della società civile e con i vari gruppi che partecipavano al WSIS.
Nota anche che, nel momento in cui io divento relatore di un gruppo di
lavoro delle Nazioni Unite su un determinato tema, è mio preciso dovere
comprendere e rispettare le posizioni di tutti i partecipanti, anche
quando non le condivido.
> Hai preparato un position paper di compromesso mentre
> RIIA e Hollywood *NON SI SONO MOSSI* dalla loro posizione.
Guarda, era talmente di compromesso che il mio paper, su richiesta
esplicita dei rappresentanti dell'industria, è l'unico che è stato
trattenuto dalla pubblicazione. Ad esempio perchè, dopo aver parlato con
Stallman, il termine "proprietà intellettuale" non compariva
praticamente mai, e questo per loro è inaccettabile. Se ti interessa
verificare la cosa, credo che ormai (un anno e mezzo più tardi) il paper
sia ampiamente pubblicabile.
In sostanza, nessuno si è mosso dalla propria posizione, e secondo me
questo atteggiamento danneggia soprattutto gli utenti finali, che
continuano a comprare prodotti "defective by design" senza avere alcuna
garanzia o protezione codificata.
E se qualcuno pensa di poter vincere la battaglia contro i DRM senza
fare nessuna concessione all'industria e senza fornire una soluzione
credibile alla loro legittima preoccupazione di difendere i loro
investimenti e i loro profitti, si sbaglia di grosso. Ovviamente non è
accettabile che questi profitti vengano gonfiati ad arte contro i
diritti degli utenti, ma non lo è nemmeno impedirgli di farli del tutto.
In altre parole, se la soluzione del tutto è adottare nuovi paradigmi di
remunerazione degli autori e degli editori (cosa peraltro che sostenevo
a chiare lettere nel suddetto paper), questo non può avvenire contro il
volere della gran parte degli autori e degli editori. "Non può" nel
senso di impossibilità materiale.
> Questo per
> FSFE non è un modo efficace di condurre una trattativa: il compromesso
> lo si cerca se anche la controparte è disposta a cedere un pezzo di
> terreno altrimenti finisce male per la parte che si presenta debole
> (come è finito, infatti). Nel WSIS si poteva puntare più in alto, ma
> tu hai abbassato il tiro per qualche motivo non chiaro.
Al contrario, nel rapporto del gruppo di lavoro siamo riusciti a far
passare alcune cose molto interessanti. Ad esempio, capendo che sul
fronte proprietà intellettuale non si andava molto avanti, siamo
riusciti a far rientrare il problema dalla finestra nella categoria
"diritti dei consumatori". Ora, scusa la traduzione, questa è la
raccomandazione:
84. Diritti dei consumatori
Sforzi dovrebbero essere compiuti per rendere le leggi e i meccanismi
applicativi per la protezione dei consumatori pienamente e praticamente
applicabili, per proteggere i consumatori durante l’acquisto online di
beni fisici e digitali e di servizi online, specialmente in transazioni
internazionali.
Sforzi dovrebbero essere compiuti per definire standard industriali
globali per i diritti dei consumatori, applicabili all’uso e/o
all’acquisto di servizi online e beni digitali. Questi sforzi dovrebbero
essere accettati da tutti gli stakeholder e tenere in considerazione le
leggi locali e la regolamentazione applicabile a proposito della
protezione dei consumatori, dei diritti di proprietà intellettuale e
delle altre materie coinvolte.
Un processo multi-stakeholder continuo per l’esame delle nuove
tecnologie sviluppate che potrebbero avere effetti sui diritti dei
consumatori dovrebbe essere creato.
L'ultimo punto, zitto zitto, vuol dire "bisogna avere un luogo dove
discutere di trusted computing e dove non ci sia solo l'industria".
E ti garantisco che ci sono state scene turche, compreso un altro membro
del gruppo, avvocato di IPR, che nell'intervallo pranzo dell'ultimo
giorno si avvicina al segretario e gli allunga una chiave USB dicendo
"sostituisci pure il testo con questo, ho fatto solo qualche modifica
grammaticale qua e là"... ti lascio immaginare che genere di modifiche.
Dopodichè, il rapporto del WGIG è passato al WSIS-2, e lì naturalmente
le nostre (ma anche le vostre) possibilità di influenza sono state più
limitate. Allo stesso tempo, si è creato appunto l'IGF (e questo è un
grande successo!), che potrebbe essere il luogo dove tenere questo
genere di discussioni senza ricadere nelle ben note difficoltà che si
incontrano dentro WIPO, e soprattutto ampliando la discussione ad altri
aspetti (antitrust, privacy, diritti) che WIPO nemmeno considera.
Se poi tutto questo porterà a qualcosa di concreto, non è dato sapere;
ma, insomma, perlomeno ci si prova. Credo che provare a portare queste
questioni su più tavoli e in forme diverse sia una buona strada perchè
vengano finalmente affrontate.
> Fino a pochi messaggi fa pensavo che il nodo del contendere fosse solo
> la questione di strategia politica, invece hai evidenziato di *non
> conoscere* i temi del software libero (difendi i DRM),
E' interessante la consecutio per cui se uno difende i DRM allora non
conosce i temi del software libero. Uno può conoscerli senza
condividerli, o condividendoli solo in parte, o condividendo la
filosofia di principio ma non la sua estremizzazione (che è ciò che
sento io).
> confondi
> libertà con potere, ("FSF si arroga il diritto di apportare modifiche
> controverse" --ti ha risposto Simo).
A me, filosoficamente, non piace l'idea di "arrogarsi diritti",
preferisco ottenere il consenso discutendo con tutti gli interessati.
Tieni conto che su Internet l'imposizione centralizzata dura molto poco,
se la base non è d'accordo (è lo stesso principio per cui la RIAA può
ottenere leggi sempre più severe, ma lo scambio di musica in p2p
continua imperterrito).
> Hai idee troppo confuse e per
> questo giustamente il gruppo PCT è stato costretto a ritirare il suo
> appoggio al tuo lavoro.
Anche questa è una affermazione interessante, sia perchè l'appoggio non
mi era stato mai dato, sia perchè non era mai stato chiesto.
(Interessante anche l'uso del verbo "costringere": perchè non dire
semplicemente che "ha ritenuto di"? Mi sembra una scelta, non una
costrizione.)
> Riguardo la capacità di compromesso ancora dimostri la tua ignoranza
> sulle FSF: compromessi se ne sono sempre fatti perché solo gli idioti
> non si adattano. LGPL è l'esempio classico: il software proprietario
> è *male* ma l'esistenza di LGPL dimostra che FSF sa accettarlo come
> dato di fatto e riesce a conviverci, strategicamente.
Ad esempio, io non penso che il software proprietario sia male di per
sè, penso che ognuno abbia il diritto di scegliere il tipo di licenza
che vuole, sia quando produce che quando usa. Penso che il software
libero abbia vantaggi evidenti in molte situazioni, che dovrebbe essere
obbligatorio per progetti finanziati con denaro pubblico, che la grande
maggioranza dei soldi inviati negli USA per licenze potrebbero restare
in Italia a finanziare una industria locale. Ma non ritengo di avere il
diritto di ritenere che chi la pensa diversamente non dovrebbe farlo.
> I tuoi scritti di questi giorni mi hanno dimostrato che Greve ha avuto
> ragione a lamentarsi con l'ufficio di Annan. Ora resta da capire se
> avrai voglia di abbandonare il tuo fanatico atteggiamento anti-FSF
Che sarebbe? Criticare una azione compiuta da FSF in una occasione
specifica, spiegando anche perchè, non mi pare un "fanatico
atteggiamento anti-FSF". E Stallman, per quanto non ne condivida
talvolta le idee o gli atteggiamenti, resta una persona eccezionale.
> per
> studiare la questione DRM, per esempio, e liberarti del FUD che hai
> assorbito (addirittura hai ingoiato l'argomento che sarebbe utile ai
> paesi in via di sviluppo! sembra sentire uno della PFF).
Aspetta, dov'è esattamente che ho scritto che i DRM sarebbero utili ai
paesi in via di sviluppo?
Ciao,
--
vb. [Vittorio Bertola - v.bertola [a] bertola.eu.org]<-----
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