[Discussioni] Re: gnuvox (era: Informazione pubblica: bene comune)
jucar a hipatia.info
jucar a hipatia.info
Mar 20 Giu 2006 16:26:41 CEST
On Tue, Jun 20, 2006 at 02:14:01PM +0200, Vittorio Bertola wrote:
> Salve,
>
> ringrazio tutti per le risposte, comprimerò un po' di risposte in un
> messaggio solo:
comprimero anch'io.
clap clap clap clap
juan
>
> Nicola A. Grossi ha scritto:
> >>Di fronte all'invito fatto ai massimi esponenti del movimento di
> >>partecipare e portare le proprie idee all'interno di alcuni processi
> >>delle Nazioni Unite, le risposte sono state del tipo "non potete
> >>parlare di proprietà intellettuale finchè non smettete di usare questo
> >>termine"
> >
> >
> >Queste sono fissazioni terminologiche stallmaniane: non si dice
> >proprietà intelletuale, non si dice open source, ma free software, non
> >si dice open content, ma free content, non si dice digital rights
> >management, ma digital restrictions management, non si dice trusted
> >computing ma treacherous computing... se usi i termini sbagliati facendo
> >il gioco del nemico!
> >Comunque, basta assecondarlo e poi si può parlare con lui tranquillamente.
>
> Assolutamente, ci siamo già incontrati un certo numero di volte, a
> Tunisi al WSIS eravamo entrambi nel panel di Hipatia, a Torino pochi
> mesi fa abbiamo pranzato assieme, è una persona estremamente
> interessante. Il problema è che non puoi andare a dire alle Nazioni
> Unite, o ad alcuni dei maggiori esperti internazionali che si occupano
> di diritti di comunicazione in rete, "non parlo con voi perchè usate
> questa parola e non l'altra": puoi avere tutte le motivazioni
> concettuali che vuoi, ma l'unico risultato è di autoescluderti dalla
> discussione, e quindi di far vincere il tuo avversario per abbandono del
> campo.
>
> Francesco Potortì:
> >In generale non mi meraviglia che la FSF pretenda di essere
> >rappresentata in qualunque consesso nel quale si parla di software
> >libero, è il suo ruolo farlo. È dentro la FSF che è nato il termine e
> >il concetto di software libero, è da questo concetto che è nato il
> >termine open source, è dentro la FSF che è nata la licenza GPL, di gran
> >lunga la più utilizzata per il software libero. Se qualcuno l'ha
> >lasciata fuori da un discorso istituzionale, non è stato certo per una
> >dimenticanza.
> >Per questi e altri motivi, sarebbe più istruttivo sapere esattamente
> >come si sono svolti i fatti cui accenni e quali le persone coinvolte.
>
> Io ho vissuto direttamente il processo per la nomina dei membri del
> WGIG, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite che si è occupato l'anno
> scorso di fare una sorta di ricognizione di tutti i problemi di
> Internet. Informalmente, è stato chiesto ai gruppi della società civile
> che partecipavano al WSIS di mettersi d'accordo su una lista di nomi;
> sono state raccolte nomination da parte di tutti i gruppi di lavoro che
> si erano creati (Internet governance, Informazione scientifica,
> Educazione, Diritti umani, Giovani...). Il gruppo di lavoro su PCT, che
> sostanzialmente coincideva con FSF*, ha segnalato tre persone: Richard
> Stallman, Georg Greve, Enrique Chaparro.
>
> Alla fine, sulla trentina di nomination ricevute, il gruppo di nomina ha
> proposto una decina di nomi (tra cui il sottoscritto), tra cui nessuno
> dei tre di cui sopra; questi nomi sono stati valutati e accettati
> praticamente in toto dall'ufficio di Kofi Annan. Il motivo per cui il
> gruppo di nomina abbia scartato i tre non lo posso sapere, ma lo posso
> immaginare: credo che siano stati giudicati poco adatti a interagire in
> modo costruttivo dentro un gruppo di lavoro composto anche di alti
> ufficiali governativi e rappresentanti dell'industria (giudizio
> ovviamente opinabile, ma dovuto appunto al famoso modo di porsi di cui
> si parlava); e in più, era difficile nominare in rappresentanza di
> centinaia di gruppi della società civile persone la cui interazione con
> gli altri "caucus" era stata sostanzialmente nulla.
>
> Dopodichè, mentre io e altri dei nominati ci facevamo le nottate nel
> gruppo di lavoro a litigare con i signori di WITSA e ICC per avere un
> documento di analisi sul tema "proprietà intellettuale" che non
> sembrasse un bollettino della RIAA, è arrivata a Ginevra una lettera di
> Greve, che spiegava alle Nazioni Unite che noi non eravamo
> rappresentativi e non dovevano starci ad ascoltare, e si chiudeva con
> una frase un po' minacciosa del tipo "comunque, siamo interessati a
> trovare una soluzione costruttiva senza danneggiarvi, e avremmo dei
> suggerimenti in merito; il nostro numero di telefono è...".
>
> Non c'è bisogno di dire che, grazie anche a quella lettera, il documento
> piuttosto aperto che avevamo preparato sui temi di IPR e software
> libero, ed eravamo quasi riusciti a far passare, è finito dritto nel
> cestino, su pressione degli "americani" del gruppo. Allo stesso tempo,
> chissà come mai, Kofi Annan non ha richiamato Georg Greve :-)
>
> Nonostante il fatto che, in spirito di collaborazione, avevo già prima
> inviato il suddetto documento (di cui ero il relatore) in bozza sia a
> Stallman che a Greve, avendo col primo un lunghissimo scambio che aveva
> portato ad includere molti dei suoi punti nella bozza (e a renderla
> oggettivamente migliore!), l'idea successiva del gruppo PCT è stata di
> intimare alle Nazioni Unite di non discutere affatto di free software e
> proprietà intellettuale, in quanto Kofi Annan non aveva nominato nessuno
> dei tre candidati di cui sopra nel gruppo di lavoro.
>
> E così, da quel punto in poi l'agenda del WSIS sul tema si è dilungata
> su punti orridi come la "lotta al cyberterrorismo", ma ha praticamente
> ignorato il software libero, almeno nella parte di governance. Secondo
> me, un autogol clamoroso, apparentemente solo per questioni di
> visibilità personale.
>
> Questa è la vicenda che ho vissuto direttamente, e che mi è sembrata
> indicativa di come queste associazioni, pur con tutto il rispetto a loro
> dovuto, pretendano un "diritto di primogenitura" che viene rivendicato
> anche a costo di far male a quella che è la loro stessa causa.
>
> Stefano Maffulli:
> >La comunità è ampia e variegata, il che è un valore ma anche una
> >debolezza. Questo vuol dire che bisogna scegliere con cautela gli
> >interlocutori da invitare ai tavoli. FSFE non è la comunità del sw
> >libero, non la rappresenta e non intende rappresentarla. FSFE
> >rappresenta solo FSFE, ed è un nodo di una rete di persone e gruppi che
> >si riconoscono nel GNU Manifesto.
>
> Potessi farti leggere la lettera di Greve al WGIG delle Nazioni Unite,
> dice l'esatto opposto :-)
>
> >Per quanto riguarda FSFE, siedere a tavoli dell'ONU e del WIPO è parte
> >delle attività istituzionali, nonostante si parli di 'proprietà
> >intellettuale'.
>
> Ma difatti nessuno contesta l'importante, fondamentale lavoro che FSF*
> svolge per il software libero. Quello che non mi va giù è l'apparente
> pretesa che nessun altro possa fare lo stesso lavoro, a meno che non
> prenda istruzioni da FSF*.
>
> Poi, tutto questo sono opinioni e impressioni personali, soggettive
> quanto si vuole.
>
> Ciao,
> --
> vb. [Vittorio Bertola - v.bertola [a] bertola.eu.org]<-----
> http://bertola.eu.org/ <- Prima o poi...
> _______________________________________________
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