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Francesco Potorti` pot a potorti.it
Gio 18 Maggio 2006 14:48:18 CEST


Calogero Bonasia:
>questo perche' esiste la distorta visione che un sw commerciale possa in 
>qualche maniera tutelare il dirigente di PA che lo adotta, rispetto al sw 
>open source che si pensa non sia di nessuno e quindi non possa tutelare 
>perche' non c'e' 'nessuno' contro cui rivalersi in caso di 'necessita'.

Per l'ennesima volta, sarò palloso, ma se chi vende installazioni e
assistenza continua a dire che quello proprietario è "commerciale",
lasciando queindi intendere che quello libero non lo è, è anche normale
che si crei una mentalità nell'interlocutore per cui non c'è da fidarsi.

Cominciamo a togliere la parola "commerciale" dai discorsi di questo
tipo: si parla di soldi, di aziende, di assistenza, quindi si parla di
attività imprenditoriali, (commercial, come dicono gli inglesi).  E
allora, perché mai inventarsi questa distinzione fra commerciale e non
che fa proprio il gioco dei distributori di software proprietario?

Paolo Pedaletti:
>e poi c'e' il fatto di non avere "il n. di telefono della ditta che
>produce il software opensource" per poter "scaricare" le
>responsabilita'.

Come mai?  Se sono un'azienda e vendo un'installazione e l'assistenza,
il mio numero di telefono ce l'hanno, e le responsabilità le possono
scaricare su di me, indipendentemente dalla licenza che ha il software
che gli ho venduto.  Mi perdo qualcosa?



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