[Discussioni] proposta dmint.it
Dott. Giovanni Bonenti
gbonenti a missive.it
Dom 8 Ott 2006 17:52:49 CEST
Il giorno Sun, 8 Oct 2006 01:38:27 +0200
mmzz a stat.unipd.it (Alberto Cammozzo) ha scritto:
>
> Mi spiego meglio: mi pare che la tendenza attuale sia di
> lasciare la scelta sui processi di regolazione alla loro semplice
> realizzabilita' tecnica, indipendentemente dalla loro
> aderenza a principi piu' o meno condivisi, contrariamente a quanto
> avviene in altri ambiti (ad esempio l'eutanasia). I motivi forse
> stanno, oltre che nella pressione di forti gruppi di interesse, nella
> mancata percezione della portata delle incalzanti innovazioni e degli
> effetti collaterali della loro adozione.
Io direi che non c'è percezione della portata delle innovazione e dei
loro effetti collaterali anche a causa delle forti pressioni dei gruppi
di interesse che cercano di far passare sotto silenzio le storture che
si verificano onde non vanificare la loro sempre maggiore
appropriazione dei nostri spazi di libertà personale.
> Penso ad esempio ai DRM, alla violazione della neutralita' di
> Internet, alla brevettabilita' del software, al voto
> elettronico o piu' banalmente ai sistemi di videosorveglianza urbana
> o regolazione degli accessi al centro cittadino. Tecnicamente
> e' possibile farlo, quindi non ci si chiede se e' _opportuno_
> che venga fatto, o cosa perdiamo in cambio dei vantaggi che
> porta. Prendo in prestito a Gian la citazione da Macbeth: "Bloody
> instructions which, being taught, return to plague their
> inventor".
>
> A rendere piu' grave lo scenario vi e' la sistematica
> mancanza di reciprocita': ad esempio vi sono norme che regolano
> processi tecnologici atti a vanificare i DRM, ma non quelle
> reciproche, che tutelino i consumatori dagli abusi dei DRM. Le
> uniche, sistematicamente disattese, sono quelle sulla privacy.
>
Vedi sopra, il tutto è legato al fatto che i gruppi di interesse hanno
per l'appunto interesse a violare sistematicamente la nostra privacy
onde controllarci meglio (la vicenda Telecom insegna, anche
nell'aspetto deteriore che ora viene usata come cavallo di troia per
imbavagliare la magistratura e la stampa).
> Questo ci mette in un mondo in cui la tecnologia viene
> applicata per forzare l'obbedienza a scelte altrui senza
> che su questi processi via sia stata mai una scelta politica
> democratica degna del nome.
>
100% d'accordo: la strategia del "capitale" (e con esso intendo le
transnazionali, il WTO, la banca mondiale) è quella di favorire
l'ignoranza la quale permette di avere masse consumatrici che non si
interrogano sul senso delle proprie vite. L'incubo di Orwell che cerca
di divenire realtà
>
> > > Non e' una posizione neoluddista, ma dobbiamo stare
> > > attenti a dare alle macchine il potere di prendere
> > > decisioni.
Diciamo che sarebbe meglio non automatizzare per via tecnologica
decisioni deleterie per la collettività e per i singoli e che
avvantaggino solo chi la tecnologia la controlla "alla base".
Ciao :)
Giovanni
--
Dott. Giovanni Bonenti
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Linux user #209071
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"Onestamente, il Jazz sono più quelli che lo suonano che quelli che
l'ascoltano!" (Elio, 19 luglio 2005)
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