[Discussioni] P2P in Italia, si chiede la legalizzazione
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Mer 1 Ago 2007 14:44:52 CEST
Va bene, leggeremo l'ennesimo articolato che si arenerà in parlamento.
Se qualcosa cambia, cambia, in peggio, con Gambino.
bye
nag
Marco Ciurcina ha scritto:
>http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2050066
>
>------------------
>P2P in Italia, si chiede la legalizzazione
>Una proposta di legge punta a rendere legale lo scambio personale senza fini
>di lucro di file che con la normativa attuale possono invece portare a
>conseguenze civili e penali. Ne parla il promotore, Marco Beltrandi (RnP)
>
>Icona
>Roma - Verrà presentata formalmente oggi in conferenza stampa una singolare e
>per molti versi inedita proposta di legge che si focalizza su un tema
>centrale nella Società dell'Informazione: Norme sulla comunicazione al
>pubblico da parte di persone fisiche che scambiano archivi attraverso reti
>digitali per fini personali e senza scopo di lucro. In pratica la proposta,
>di iniziativa dell'on. Marco Beltrandi (Rosa nel Pugno), chiede la
>legalizzazione delle attività personali di file sharing.
>
>Spiega Beltrandi: "Oggi le legislazioni nazionali sono gravemente sbilanciate
>sul versante della sicurezza, causando un pesante sacrificio alla libertà di
>accesso ai contenuti, all'informazione, alla conoscenza. Si profila il
>rischio che il diritto d'autore, nato a garanzia dell'innovazione e del
>progresso sociale ed economico, divenga in alcuni casi un elemento di
>negazione della libera circolazione delle idee, delle opere, dei contenuti".
>
>Il parlamentare, che fa diretto riferimento a Lawrence Lessig e al suo
>volume-culto Free Culture, sottolinea quanto sia rilevante che per il timore
>che la condivisione di contenuti porti a violazioni del diritto d'autore non
>si spinga nella direzione opposta, ovvero costringere la società a fare a
>meno dei vantaggi del P2P, "anche quelli - sottolinea Beltrandi -
>completamente positivi e che non comportano tensione con i diritti degli
>autori".
>
>La proposta, spiega Beltrandi, si basa su diversi presupposti. Ad esempio,
>sostiene, "è ormai provato che la condivisione gratuita dei contenuti online
>non danneggia i detentori dei diritti, ma addirittura in alcuni casi induce
>un bisogno di cultura che ha positive ricadute anche sul mercato. Una recente
>ricerca dell'Anica, ad esempio, dimostra che tra chi fa file sharing vi è una
>maggiore propensione ad andare al cinema rispetto al resto della
>popolazione".
>
>Non solo: in arrivo c'è la piattaforma Qtrax in cui credono le major e che
>prevede l'accesso degli utenti ad un sistema di condivisione di un catalogo
>da 20 milioni di brani, un servizio finanziato tramite pubblicità e
>sponsorship.
>
>Ma ci sono anche altre esperienze che indicano la nuova strada, insiste il
>parlamentare della Rosa nel Pugno, come la decisione del MIT di rendere di
>pubblico dominio tutta la produzione scientifica di docenti e ricercatori,
>oppure la distribuzione del videogame FIFA07 gratuita in Corea del
>Sud, "pagata" dalle sponsorizzazioni, e via dicendo. Si impongono cioè nuovi
>modelli che hanno come risultato consentire l'accesso ai contenuti.
>
>A fronte di tutto questo, in Italia la legge, come ben sanno i lettori di
>Punto Informatico, considera di rilevanza penale la pura condivisione di
>file. Ciò non toglie che si abbia anche una responsabilità civile per cui se
>spesso l'utente eventualmente pizzicato non viene perseguito penalmente lo
>può essere (caso Peppermint docet) sotto il profilo civile, magari perché i
>detentori dei diritti interessati cercano un "risarcimento danni".
>
>"L'incriminazione del file-sharing - sottolinea Beltrandi - è una tipica
>ipotesi di reato artificiale cui non corrisponde la percezione del disvalore
>del fatto da parte dei consociati, per i quali lo scambio di materiali (pur
>illecito) è avvertito come naturale e culturalmente accettato. Immaginiamo
>quale sarebbe il risultato di portare a giudizio centinaia di giovani con
>l'imputazione di aver scambiato file protetti dal diritto d'autore".
>
>Dunque, spiega il parlamentare, la proposta di legge intende puntare
>all'autorizzazione alla messa a disposizione del pubblico di file per fini
>personali senza scopo di lucro. "Si introduce - sottolinea il promotore della
>proposta - un meccanismo analogo alle licenze collettive in vigore nei paesi
>nordici con l'obiettivo di delineare un quadro legislativo che promuova la
>capacità dei titolari dei diritti di sviluppare una nuova generazione di
>modelli di licenze collettive destinati agli utenti online, che siano meglio
>rispondenti alle esigenze del mondo informatizzato".
>
>Il sistema in questione si traduce nel promuovere accordi tra le società di
>gestione collettiva significativamente rappresentative degli aventi diritto e
>le associazioni rappresentative degli interessi degli utilizzatori che
>definiscano le condizioni di uso delle opere autorizzando lo scambio e la
>condivisione di contenuti digitali. "Questo sistema di autorizzazione basato
>sull'acquisto volontario di licenze collettive da parte degli utilizzatori -
>sostiene Beltrandi - offre alla attività di file sharing una via ragionevole
>per diventare legale nel rispetto dei diritti degli autori e dei diritti
>connessi".
>
>L'articolato della Proposta sarà presto disponibile sul sito della Camera dei
>Deputati. La presentazione, come accennato, avverrà oggi, alle 10 presso la
>Sala Stampa di Montecitorio.
>
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