[Discussioni] tassare le licenze
Paolo Mascellani
paolo a elabor.homelinux.org
Lun 10 Dic 2007 16:08:58 CET
Caro Antonio,
>> Ci sono alcune cose che secondo me non tornano nel tuo esempio, ma,
>> comunque, mi pare di aver già risposto su questo punto.
>
> Dimmi pure cosa non ti torna che te lo spiego. Se mi hai già risposto
> mandami il link alla risposta perché io non la vedo.
Era il punto n. 5: "per affrontare, se non risolvere, il problema che
segnali, che esiste, sarebbe meglio uniformare le tassazioni, ma la cosa
ha più di un aspetto problematico".
> Comunque non ho capito se per il tuo schieramento politico questa pratica
> di fatturare il software dall'Irlanda sia accettabile o meno.
Eh, no: non l'hai capito ... perché non l'ho detto: io non sono il
segretario di alcun partito, aderisco ad un partito, di cui non
condivido molte cose. In ogni caso, sto parlando a livello personale e,
a livello personale, non vedo che cosa ci sia da eccepire se un'azienza
Irlandese fattura dall'Irlanda cose che gli italiani liberamente comprano.
>> Perché l'Irlanda non applica queste condizioni particolari solo al
>> software proprietario, ma a tutti: questo è una manna per le grandi
>> multinazionali, soprattutto del software, che hanno la possibilità di
>> sfruttare al massimo queste condizioni; tuttavia, non è con una
>> "stortura" che si può rimediare ad un'altra "stortura".
>
> Invece non è cosi' semplice altrimenti tutte le multinazionali avrebbero
> la loro sede in Irlanda :-)).
La regola è valida per tutti: le multinazionali del software hanno i
mezzi per approfittarne.
> Allora, In Irlanda la pressione fiscale è molto bassa per le attività che
> tu fai nel loro territorio, il problema è che con il software loro non
> possono (vogliono?) determinare il luogo di produzione.
> Se invece tu costruisci scarpe in Cina, hai la sede legale in Irlanda e
> vendi in Italia il trucchetto non funziona più poiché devi pagare in
> Irlanda le tasse d'importazione delle scarpe cinesi.
> Le multinazionali del software invece fatturano il software come se questo
> fosse stato sviluppato in Irlanda e questo è il falso che pone tutti
> questi problemi.
Mi pare che questa tua spiegazione più dettagliata non faccia che
confermare quello che ho detto sopra; ho peraltro l'impressione che le
cose non siano esattamente così. Il punto, secondo me, è se l'Irlanda
viola o no le regole comunitarie; se sì, è possibile "sollevare" una
procedura di infrazione; se no, è possibile provare a cambiare le
regole, ma come (la via della tassazione delle licenze mi sembra
impraticabile)? In entrambi i casi, comunque, la via è lunga è poco agevole.
Un'altra cosa che andrebbe vista è che rapporti (economici) ci sono tra
la casa madre e la sede irlandese: dove vanno a finire i soldi
risparmiati con questo meccanismo? Se finissero a Redmond, si potrebbe
sostenere che, quanto meno, ci sia un'elusione fiscale.
In ogni caso, io credo che la vera soluzione sarebbe un'armonizzazione
dei sistemi di tassazione all'interno dell'UE, non una regola specifica
per il software.
Attento però. tra l'inizio e la fine del discorso, hai sostituito il
concetto di "produzione" con quello di "sviluppo", cosa che non so se
sia lecito fare: mentre è (per me) chiaro cosa significa "sviluppare"
del software, non è chiaro cosa significhi "produrlo".
La regola specifica che, forse, si potrebbe aggiungere per il software è
che esso deve essere considerato "prodotto" la dove viene "sviluppato"
(ammesso che sia possibile attribuire un luogo ad un'attività come
quella di sviluppo, ma credo che si possa).
Purtroppo, una regola come questa, perfettamente in linea con il modo
con cui noi pensiamo il software (ed infatti non ne ammettiamo il
brevetto), cozza con il modo con cui, in analogia con altri tipi di
beni, questo viene visto da altri. E qui si ritorna al problema da cui
eravamo partiti: come aumentare nei legislatori e negli amministratori
la consapevolezza di queste cose?
Ciao, Paolo.
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