[Discussioni] RE: call for help
skodde
skodde a gmail.com
Dom 4 Feb 2007 23:22:30 CET
On 2/4/07, Dott. Giovanni Bonenti <gbonenti a missive.it> wrote:
> Potresti laurearti concludendo che esistono le persone che usano
> GNU/Linux, in particolare le donne che usano GNU/Linux e che fa poca
> differenza se sisentano parte della "comunità" o meno ;)
>
> Direi, anzi, che se ti limiti alla supposta "comunità" rischi di
> tarparti le ali da sola
>
> Ciao :)
>
> Giovanni
>
> PS non voglio essere polemico, anzi, sono spunti interessanti su cui
> ragionare, secondo me. Buon lavoro :)
La loro appartenenza alla "comunità" italiana inerente a linux o al
software libero in generale (attraverso i LUG o altre associazioni
dagli scopi analoghi) ne determina il grado di attività, che è
sicuramente un dato interessante.
Se la sua ricerca è finalizzata ad analizzare il contributo effettivo
di una certa componente sociale all'interno di questa comunità, direi
che il suo grado di attivismo è fondamentale per determinarlo, grado
che si può formalmente ricavare unicamente dalle iscrizioni ufficiali
alle associazioni di cui sopra.
Senza nulla togliere agli (purtroppo spesso passivi) utilizzatori
finali, questi non sono determinanti nell'analisi in oggetto, con le
dovute eccezioni, che però restano tali e quindi inutili ai fini
statistici.
Sia chiaro che ignorando la fascia di utenti e la loro
sensibilizzazione il lavoro di qualsiasi associazione diventa
superfluo, ma questo lavoro è per l'appunto prerogativa delle
associazioni, non degli utenti.
Resta infine molto importante riuscire a determinare il diverso grado
di interazione (e contributo) che una certa componente sociale riesce
o può avere in un determinato frangente.
Questo per poter capire quali sono gli ostacoli o i vantaggi che
l'appartenenza a un certo sesso, religione, condizione economica,
regione, eccetera, può comportare di caso in caso, analizzandoli e
dando quindi la possibilità di prenderne atto e cercare di attenuare
le differenze con interventi e iniziative opportuni, garantendo a
tutti l'accesso a determinate risorse, materiali o intellettuali,
lasciando al singolo la libertà di decidere se usufruirne o meno, al
riparo da limiti o discriminazioni e soprattutto da una "passività"
forzata.
Ciao,
Marco.
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