[Discussioni] Il rettore dell'Università di Trento risponde

Francesco Potorti` pot a potorti.it
Ven 22 Giu 2007 10:33:15 CEST


Daniele Micci:
>A Trento, però, sembra che ci siano diversi ricercatori stranieri.

Bé, allora aspettiamo che qualcuno riesca a sapere che tipo di contratti
gli fanno.

>Le vere doglianze oggetto dell'articolo sono altre, e sono tutte di 
>natura politica.

Infatti.

>>È vero.  Il motivo per cui la Provincia e le Università ci hanno messo
>>soldi e competenze per stendere una proposta di progetto che avesse
>>possibilità di successo con i bandi MIUR è proprio questo, come avevo
>>discusso nel mio lungo messaggio di qualche giorno fa.
>
>Ti sembra normale?

È una normale conseguenza del modo in cui è organizzata la ricerca.

>Le autorità italiane ed europee si muoverebbero, secondo questo 
>ragionamento, solo perchè questo Centro (certamente ottimo, con 
>professionisti di alto livello e dedicato a ricerche di fondamentale 
>importanza... altrimenti perchè ne staremmo parlando?) contiene 
>"Microsoft" nel nome? 

Il che vuol dire prestigio e soprattutto accesso a competenze non
comuni di tutti i tipi, dalla visione del mercato alla ricerca.

>Questa è la politica italiana per la ricerca di base e pre-
>industriale?

No, questo è solo un singolo accordo fatto da una singola università.
Non è rappresentativo della ricerca in Italia ma non le è neache
alieno. 

>Caso:
>1) il Centro X fa una scoperta e pubblica i risultati su riviste 
>scientifiche note e rinomate;
>2) la società (cinese, se ti piace) Y brevetta la stessa invenzione;
>3) la società Z vorrebbe utilizzare liberamente quell'invenzione.
>C'è il problema del brevetto. Che fa la società Z? Prende l'articolo 
>pubblicato dal Centro X, cita la società Y e si fa dare ragione in 30 
>secondi (ammesso che davvero l'invenzione sia la stessa).

Variante sul caso:
 i risultati sono pubblicati con obiettivi e in contesti diversi da
quello su cui si focalizza il procedimento industriale, su diverse
riviste e in maniera adatta alla presentazione accademica, eventualmente
omettendo dettagli che sono cruciali per l'implementazione pratica ma
poco rilevanti per una sua descrizione accademica, o citandoli in
maniera non immediatamente applicabile.  La società Y deposita 30
brevetti, ognuno che copre una minuscola parte del procedimento
complessivo.  Una causa di questo tipo non si risolve in 30 secondi e
neanche con pochi soldi, anzi generalmente non si intenta nemmeno.

>Lo studio denuncia la leggerezza con cui si è valutata la situazione, a
>livello politico centrale e provinciale e da parte dell'Università.

Anche se questo non esaurisce la questione, non è facile accusare
l'università di leggerezza: da molti punti di vista il rettore ha fatto
gli interessi dell'Università.  E da simili punti di vista lo stesso si
può dire della Provincia.

Il livello politico centrale mi pare non sia coinvolto in tutto ciò.

>Quanto all'Università, sono un po' meno d'accordo con te: forse era 
>l'unico modo per costringere lo Stato ad investire

No, no.  Qui nessuno ha costretto lo stato ad alcunché.  Semplicemente
hanno partecipato ad un bando di concorso del MIUR per finanziamenti
alla ricerca e la loro proposta di progetto ha vinto il finanziamento.
Perlomeno questo è quanto ho capito dalle carte.  Sbaglio?

>il problema è politico, e riguarda la ricerca pubblica.

Esatto.



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