[Discussioni] Il rettore dell'Università di Trento risponde
Francesco Potorti`
pot a potorti.it
Ven 22 Giu 2007 14:09:55 CEST
Rispondo a questa, poi mi fermo per un po'. La documentazione, come al
solito interessantissima, inviata da Antonio Russo la dovrò leggere più
in là.
Daniele Micci:
>>>Infatti non ho detto questo, ma il fatto che l'unico modo (così dite)
>>>per l'Università di vedere finanziati i propri progetti da parte del
>>>MIUR fosse il coinvolgimento di Microsoft (che li ha resi "più
>>>competitivi" ed ha "aperto le porte") è, secondo me, grave.
Francesco Potortì:
>>Non so a chi ti rivolgi, ma se qualcuno l'ha detto ha preso una
>>cantonata o si è espresso male.
>
>Evidentemente Bassi si è espresso male:
Ah, quindi ne deduco che con il voi mi accomunavi a Bassi.
>"Il rettore Bassi rinvia al mittente anche questa accusa, e spiega che
>la presenza di Microsoft Research fa la differenza non tanto in
>proporzione ai capitali che investe a Trento, ma perchè permette di
>aprire tante porte e di essere competitivi a livello europeo nelle gare
>per ottenere finanziamenti sulla ricerca."
Abbastanza ovvio, direi. E abbastanza ovviamente questo non vuol dire
che quello era «l'unico modo per l'Università di veder finanziati i
propri progetti» come hai scritto.
>>Come dicevo fra le altre cose in questo messaggio:
>> <http://lists.softwarelibero.it/pipermail/discussioni/2007-
>June/016296.html>
>>il motivo principale della scarsa efficacia della ricerca in Europa in
>>generale e in Italia in particolare è la scarsa interazione
>>dell'accademia con l'industria. Una maggiore interazione e
>>condivisione è altamente auspicabile.
>
>Non credo che sia necessariamente così.
Può darsi. Ma è la comune interpretazione data a tutti i livelli, a
partire dalla commissione europea, al parlamento europeo, alle politiche
europee di investimento nella ricerca e, per quanto quasi solo a parole,
alle dichiarazioni del MIUR, dei vertici del CNR e di qualunque
responsabile di ricerca io abbia sentito parlare in campo ingegneristico
e informatico.
>E, almeno a sentir loro, non è certamente una motivazione che potrebbe
>spiegare il caso di Trento: lì, ci viene detto, si fa solo ricerca
>pura, non ricerca a fini industriali.
Ricerca pura? Se qualcuno lo dice me lo sono perso. Cozzerebbe con i
discorsi sui brevetti e mi meraviglierebbe molto. Non ci si mette in
cooperazione con MSR per fare ricerca pura, e la ricerca nel ramo ITC ha
sempre, almeno alla lontana, una finalità applicativa. Fanno eccezione
alcuni rami dell'informatica che confinano con la matematica.
>La spesa in ricerca in Italia è, rispetto ad altri Paesi
>industrializzati, bassissima.
L'investimento totale di ricerca in Italia in proporzione al PIL è circa
la metà che negli altri grandi paesi europei. Di questa, la ricerca
pubblica è circa due terzi che negli altri paesi europei, mentre la
ricerca privata è circa un terzo.
>Non ti sembra che lo Stato sia un po' "disattento" (se non vuoi dire
>restio)?
No, mi sembra che lo stato in questa situzione dovrebbe avere tutto
l'interesse ad incoraggiare la ricerca privata. Allo stato attuale,
secondo me spendere di più in ricerca pubblica porterebbe vantaggi molto
minori che incoraggiare o addirittura finanziare direttamente la ricerca
privata.
Naturalmente parlo sempre del campo ingegneristico e informatico, e non
ho idea di come si possa fare in pratica. Ma aumentare i finanziamenti
alla ricerca pubblica in questa situazione secondo me è uno spreco.
>>Lo Stato è coinvolto in questo discorso per via degli indirizzi
>>politici che si può chiedere che vengano migliorati, non per
>>inadeguatezza dei finanziamenti, né mancanza di trasparenza e
>>correttezza, né carenze di formazione universitaria. Per quanto si
>>vede qui, nessuno di questi aspetti negativi è coinvolto.
>
>A me pare, invece, che questi temi siano coinvolti.
Per rispondere dovrò leggere gli ultimi messaggi di Antonio Russo.
Finora ho parlato giudicando dai documenti che ho visto, dai quali io
non evinco errori o scorrettezze gestionali.
>Giusto per citarne una, se l'Università avesse al suo interno
>personale dedicato alla ricerca dotato di un'adeguata formazione
>professionale, non avrebbe bisogno di coinvolgere società private per
>poterne sfruttare le professionalità ad essa mancanti.
Al contrario, la collaborazione con altre entità è sempre da favorire
nel campo della ricerca, è quello che permette di avanzare velocemente e
di scambiare e far crescere le idee e i risultati. L'isolamento è il
peggior nemico della ricerca. In particolare la scarsa collaborazione
con l'industria è la grossa mancanza del sistema di ricerca europeo e
italiano in particolare.
>>Il fatto che rimane è che la collettività finanzia un'attività di
>>ricerca i cui risultati rischiano (non è certo, ma c'è la possibilità)
>>di avere una ricaduta culturale pubblica, ma una ricaduta economica
>>ristretta ad un solo attore estero, il quale ha fatto solo un piccolo
>>investimento.
>
>E non lo chiami "lieve errore di valutazione e gestione del progetto"
>questo? ;)
No, per i motivi che ho spiegato sopra. Se tutti rispettano le regole e
producono risultati indesiderati, non è un errore di gestione, è un
errore di strategia politica.
>>Non c'è stato, a quanto si vede, alcun comportamento scorretto o poco
>>trasparente per giungere a ciò, e ognuno ha apparentemente persguito i
>>propri scopi istituzionali.
>
>Infatti non è stata sostenuta la tesi della scorrettezza.
Rispondevo a te in particolare, che hai parlato di uno «Stato ... restio
a finanziare la ricerca ... secondo procedimenti corretti e trasparenti».
>E' stata sostenuta la tesi che l'unico soggetto che ha fatto
>pienamente e legittimamente i propri interessi sia MR, mentre gli enti
>pubblici coinvolti non sembrano aver fatto un'adeguata valutazione di
>tutte le conseguenze dell'accordo.
Io ho sostenuto invece che da quanto ho visto finora tutti gli attori
coinvolti si sono comportati secondo i loro fini istituzionali.
Riprenderemo questo discorso dopo che avrò letto quanto ha mandato
Antonio Russo.
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