[Discussioni] Commissione Open Source
Antonio Russo
antonio a softwarelibero.it
Gio 28 Giu 2007 01:36:15 CEST
Nel sito del CNIPA si legge:
"Una prima commissione, istituita nel 2002 e presieduta dal prof. Meo,
aveva avuto come oggetto di studio “che cosa fosse” l’open source e
quali potevano essere i vantaggi (e i rischi) di una sua adozione
all’interno dei sistemi informativi della PA. Con la nuova commissione,
invece, si vuole percorrere un ulteriore passo avanti: quali sono le
modalità attraverso le quali l’open source può entrare a far parte del
modello organizzativo della PA, come gestirlo, quali garanzie richiedere
ai fornitori, quali potenziali problemi evitare.
Il CNIPA, attraverso il proprio Osservatorio Open Source, ed il
Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie forniranno il supporto
tecnico necessario ai lavori della commissione (che verranno svolti per
la maggior parte in modalità telematica). Inoltre, su questo stesso
portale, verrà presto aperto un forum per raccogliere ed indirizzare
contributi utili ai lavori della commissione."
http://www.osspa.cnipa.it/home/index.php?option=com_content&task=view&id=53&Itemid=36
Allora, visto che ancora non si conoscono i membri della nuova
commissione, e dunque non c'è il rischio di "parlare male di qualcuno",
approfitto per esprimere le mie perplessità riguardo questa iniziativa:
a) Nel 2002 la PA italiana ha finalmente capito "cosa fosse l'open
source", cioè ben 18 anni dopo la sua nascita.
b) Dopo essere entrata in possesso di questa "conoscenza", adesso sa
cosa è l'open source, ha bisogno di conoscere le modalità mediante le
quali l'open source potrebbe far parte del modello organizzativo
(quale?). Dunque, 5 anni più tardi viene stabilita una nuova
commissione.
c) Il linguaggio utilizzato dimostra bene le idee alla base:
- "come gestirlo", ma l'open source non è mica un problema da gestire;
- "quali garanzie richiedere", le stesse che richiedi ai fornitori di
software proprietario;
- "quali potenziali problemi evitare", gli stessi che cerchi di evitare
quando acquisti un software proprietario.
d) Praticamente lo stesso giorno nel quale è stata istituita questa
commissione, è stata indetta una gara di appalto per 60.000 licenze di
MS Office. Si andrà di nuovo al TAR? Buh, chi lo sa, comunque preparate
i portafogli :-))
e) So per certo che la prima commissione non è stata pagata, cioè i
membri hanno lavorato "ad honorem" a testimoniare la volontà di
investimenti nel settore da parte del Governo Berlusconi. Prodi farà di
meglio? Secondo me no, vedremo.
f) Il forum è notevole, per quanto riguarda il software proprietario la
PA eroga fiumi di soldi attraverso incarichi di consulenza alle
"aziende innovative", quando si tratta di opensurse facciamo partecipare
a gratis i quattro coglioni che girano in rete.
Detto questo, è facile capire che questa commissione è solo fumo negli
occhi, e che l'unico obiettivo è quello di allungare i tempi di altri 5
anni. Tuttavia mi permetto di suggerire alla neo istituita commissione
alcune conclusioni da sottoporre a Nicolais, solo per il gusto di
metterlo in imbarazzo:
1) Tutto il software "Custom" prodotto per le Pubbliche Amministrazioni
e pagato con soldi pubblici *deve essere* rilasciato con una licenza
libera.
2) Nelle gare di appalto tipo questa
http://www.acquistinretepa.it/portal/page?_pageid=173,2143611&_dad=portal&_schema=PORTAL&firsttab=bandi
deve essere scritto ad esempio "Microsoft Office o equivalente", in
questo modo possono anche partecipare aziende che offrono licenze e
servizi basati su software libero. Inoltre, forse riusciamo a metterci
in regole con le gare che secondo la normativa europea non possono avere
nomi né di prodotti né di fornitori.
3) Nelle scuole si *deve* utilizzare software libero. A dimostrare che
funziona non ci vogliono grandi scienziati, basta fare una gita a
Bolzano.
4) I dati devono essere "immagazzinati" in formati liberi e documentati.
Con queste quattro misure, commissioni, studi e fiumi di carta possiamo
lasciarli stare, basta applicare le normative europee e il buon senso.
Il resto dovremo farlo noi, attraverso le imprese di software libero.
Non servono "giocattolini per accontentare i bambini" ma regole chiare e
trasparenti che favoriscano la concorrenza e pongano fine al
finanziamento con denaro pubblico dei produttori di software
proprietario.
I miei € 0,02.
Anton
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