[Discussioni] Mi sento un pochino merda . Pero` ...
skodde
skodde a gmail.com
Lun 7 Maggio 2007 14:09:14 CEST
> > Si, lo so, e ti assicuro che non è affatto difficile, con le
> > argomentazioni giuste, così come non è difficile incentivare
> > l'utilizzo di software libero come alternativa.
>
> abbiamo evidentemente esperienze diverse.
Forse, o forse abbiamo anche atteggiamenti e argomentazioni diverse ;-)
> > Sono episodi che nascono dall'ignoranza, in senso buono, basta far
> > presente quali sono i rischi (legali e non) dell'utilizzo di un
> > software "crackato" per far cambiare idea alle persone, soprattutto in
> > questi ambienti.
>
> """si, lo so che e' illegale, ma tanto non vengono di certo a controllare
> qui"""
Non c'è solo l'aspetto legale e, in ogni caso, molto banalmente basta
rifiutarsi di affiancare un certo comportamento, non credo che il
lavoro di qualcuno consista unicamente nell'assecondare a priori,
soprattutto in questo campo.
> > Avrebbe senso utilizzare software diverso e liberamente disponibile,
> > se non è possibile garantire agli studenti libero (e gratuito) accesso
> > a quelli utilizzati.
> > L'Università dovrebbe avere il dovere di garantire una delle due cose.
> > In ogni caso non è una giustificazione dire "eh, mi serve quello, non
> > ho i soldi e allora me lo scarico" e non risolve il problema.
>
> giustamente usi il condizionale.
> la realta' e' infatti diversa.
Lo so bene, l'italiano offre diversi modi verbali non per nulla ;-)
Il mio è un auspicio e, nel mio piccolo, un impegno e credo che sia
l'unica direzione in cui sia giusto muoversi.
> > Il docente dovrebbe impegnarsi per dare allo studente una delle due
> > possibilità di cui sopra.
>
> scusa, senza alcuna offesa, ma hai mai messo piede in una universita'?
> conosci l'ambiente di cui stiamo parlando?
Ci lavoro ;-)
Nota il condizionale anche qui, vale quanto detto sopra.
> > > questo caso e' molto pertinente:
> > > http://www.doxaliber.it/quando-il-termine-copyright-potrebbe-essere-tradotto-semplicemente-in-censura/514#more-514
> >
> > No, questo caso non c'entra nulla, si parla di una cosa totalmente diversa.
>
> qui mi riferivo al discorso originale del thread, nel senso che a volte
> pur avendo perfettamente ragione (uso del P2P con file legittimi, come
> critica di un articolo discutibile e di parte) si sia costretti a
> retrocedere dai propri diritti, perche' non all'altezza (economicamente
> parlando) di chi questi diritti li vuole eliminare perche' sono scomodi.
> PUR
> AVENDO
> PERFETTAMENTE (LEGALMENTE)
> RAGIONE
>
> e questo e' grave.
Su questo siamo d'accordo, ma esistono associazioni dei consumatori e
altre affini che possono venire in nostro aiuto in queste circostanze.
> > Il libero accesso alla cultura e all'informazione è in parte tutelato
> > anche in Italia e, per quanto sia strettamente collegato al diritto
> > d'autore, nel caso specifico non è paragonabile alla violazione della
> > licenza di un software proprietario.
>
> concordo, sono due cose diverse, e giuste nei loro campi di applicazione.
> ma
> a) il diritto d'autore non serve piu' a proteggere il diritto
> dell'autore
In effetti forse non è mai servito a questo scopo, non conosco autori
italiani che siano soddisfatti della regolamentazione del diritto
d'autore in Italia o, in particolare, dell'organizzazione e del
comportamento della SIAE.
In realtà una buona riforma del diritto d'autore sarebbe un'ottima soluzione.
> b) alcune licenze di software proprietario sono illegali in italia
> (leggiti la licenza di incredimail, sulle statistiche inviate a casa)
> ma ovviamente sono accettate tranquillamente, perche' nessuno e' cosi'
> pazzo da aprire una causa intercontinentale...
La legge del paese in cui ti trovi prevale sulla licenza, puoi
tranquillamente accettarla senza adempire ai punti considerati
illegali nel tuo paese.
Molte licenze lo specificano chiaramente, altre ne impediscono
l'accettazione se non fosse possibile adempire totalmente per questo
motivo.
> quindi il rispetto della legge dovrebbe valere per tutti, non solo per
> la parte piu' "debole"
> (troppo comodo)
Nuovamente d'accordo.
In linea di massima questo però è ancora possibile, grazie anche alle
associazioni dei consumatori, certo è che bisogna sbattersi e avere
modo di richiamare la giusta attenzione, cosa non sempre possibile.
Il punto è che se non siamo i primi a rispettare le regole, per quanto
a volte si possano considerare ingiuste, non possiamo avere la pretesa
di essere tutelati e di vederle rispettate anche ad altri livelli.
Ciao,
Marco.
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