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Roberto A. Foglietta roberto.foglietta a gmail.com
Lun 21 Maggio 2007 11:26:48 CEST


Il 21/05/07, Francesco Potorti`<pot a potorti.it> ha scritto:
> Roberto Foglietta:
> > No. Anche le "belle gnocche" hanno diritto di esistere e persino il
> >diritto di essere accompagnate in giro! Basta con questa
> >discriminazione che se una è bella è scema o di facili costumi...
>
> Questo l'hai detto tu, non io.  E l'hai detto perché quella è una delle
> associazioni più comuni relativamente alla tua battuta.  Hai provato a
> leggere qualcuno dei documenti citati recentemente da Angela Polcaro sul
> perché ci sono poche donne nell'ambito del software libero?  Una delle
> ragioni principali sono gli atteggiamenti sessisti.

 Rispondo in pubblico consapevole delle implicazioni (A.R.+R.D.) che
questo comporta.

 Ogni discriminazione è sbagliata, non è vero che vi sono delle
discriminazioni intrinsecamente migliori di altre: conoscenza,
reddito, bellezza, sesso, religione, software libero o proprietario.
Però senza alcuna discriminazione non siamo in grado di distinguere le
cose e senza poterle distinguere non siamo in grado di operare sulla
realtà. Questo è il motivo per cui ognuno di noi si forma delle idee
che diventano un sistema di riferimento attraverso cui distingue e
agisce. Il problema è che le persone si affezionano alle "loro" idee e
questo li rende vulnerabili e manovrabili. Le idee ci servono per
agire razionalmente ma l'affetto che proviamo per esse ci conduce a
comportamenti emotivi e questo l'avversario lo sa (es. FUD).

 Io non abbasso il livello della discussione mostro con istintive
assurdità che nelle discussioni spesso si inseriscono elementi emotivi
che facilmente ci distolgono dagli obbiettivi. Detto questo si entra
nel concreto perché l'obbiettivo è questo:
 http://www.softwarelibero.it/lassociazione-il-software-libero-presenta-uno-studio-approfondito-sui-recenti-accordi-tra-governo-e-

 Convincere alcune persone che attualmente si trovano nella posizione
di decidere per tutti che stanno facendo una scelta sbagliata per il
paese. Non si tratta di software libero si tratta di evitare che venga
fatta una scelta sbagliata [1]. Questo è l'obbiettivo e questo, *solo
questo*, deve fare da discriminante al di là delle nostre convinzioni
personali che TUTTE meritano rispetto ma che solo alcune sono
funzionali all'obbiettivo.

 E' irrilevante discutere se sia giusto o sbagliato *a priori* imporre
un quota d'ingresso alla conferenza. Si deve discutere se e quale sia
la quota d'ingresso, la discriminante da impiegare contestualmente,
per raggiungere l'obbiettivo.

  [1] la scelta in questione non è sbagliata perché sfavorisce il
software libero ma perché in termini economici e culturali sfavorisce
il paese nel suo insieme e questa è l'unica discriminante che un buon
politico, cioè colui che amministra e decide per la collettività, deve
tenere di conto. Se paradossalmente la Microsoft fosse disponibile a
investire 1000 euro per ogni euro speso dal governo per la ricerca
allora dovremmo accettare che la scelta conveniente è l'accordo con
Microsoft ma  potrebbe mai la Microsoft firmare un accordo che
palesemente lede i suoi interessi a favore del benessere dell'Italia?
Ecco quindi che la nostra fiducia a priori nel software libero cessa
di essere funzionale e necessaria nel momento stesso che comprendiamo
il rapporto di forza e che questo ci è pure favorevole.

 Una volta compreso che il rapporto di forza ci è favorevole l'unico
ostacolo nell'imporre la nostra visione e raggiungere il nostro
obbiettivo è in noi stessi.
 Il raggiungimento dell'obbiettivo non è la fede cieca e il lavorio
umile e quotidiano. Il raggiungimento dell'obbiettivo non giace nel
fatto che crediamo in ideali di alto pregio. Il raggiungimento
dell'obbiettivo è nella nostra capacità di liberarci della dipendenza
affettiva delle nostre idee, di elevarci sopra di esse, di usarle per
raggiungere l'obbiettivo piuttosto che di farci controllare
emotivamente da esse.
 Questo è il motivo per cui raggiungere degli obbiettivi richiede
tempo e impegno perché l'uomo (in senso di umanità) ha bisogno di
tempo per distaccarsi dai propri convincimenti e trovare la strada che
conduce all'obbiettivo. Il successo è come il paio di occhiali da sole
che abbiamo in testa e che invece cerchiamo per ogni dove fintanto che
non arriviamo davanti a uno specchio e capiamo quanto siamo stati
sciocchi a pensare che il successo (rispetto all'obbiettivo preposto)
fosse altrove se non in noi stessi.

 Un avversario come Microsoft non si vince con le idee ma
padroneggiando gli strumenti del sistema in cui opera esattamente come
il guerriero che vince sull'avversario molto più forte di lui
sfruttando la stessa forza e le stesse armi dell'avversario.

 Piantatela di pensare di essere migliori del vostro avversario e io
la pianterò di essere sessista e provocatore. Chi vince è il migliore.
Gli altri se hanno fortuna finiscono nei libri di storia e tante volte
nemmeno quello poiché chi vince scrive la storia e lo fa a modo suo
attraverso le sue idee. Se pensate che mi sbagli potete sempre sperare
nel buon cuore di una multinazionale che ha come unico scopo quello di
massimizzare il suo profitto.

 Ciao,
-- 
/roberto



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