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Francesco Potorti` pot a potorti.it
Lun 21 Maggio 2007 17:12:33 CEST


Roberto Foglietta:
> Sotto il punto della pubblica amministrazione perché licenze come la
>CDDL di SUN oppure la BSD licence della Berkley University dovrebbero
>essere alternative meno appetibili della GNU/GPL v.2 per rilasciare i
>frutti della ricerca e dell'innovazione?
> Perché GNU/Linux è la piattaforma Open Source più diffusa [2] in
>ambito server, embedded e desktop quindi rilasciare sotto GNU/GPL v.2
>è la politica che più di ogni altra massimizza l'investimento
>economico perché gode del bacino di competenze libere più ampio oggi
>giorno disponibile.

La scelta della licenza da utilizzare per un dato scopo è argomento
complesso.  Ad <http://www.softwarelibero.it/ricerca/licenze.shtml> c'è
un'infarinatura sull'argomento per chi è nuovo.  Riassumendo in poche
righe, ci sono casi in cui la scelta della licenza è obbligata per
ragioni legali, altre in cui è opportuna per ragioni di comunità di
sviluppo, e altre in cui è libera perché si tratta di progetti
realizzati ex novo.  In quest'ultimo caso, la scelta una licenza
persistente (GPL, LGPL) o una non persistente (MIT) dipende dall scopo
che ci si prefigge.  Il primo caso è conveniente se è importante che il
programma rimanga libero nel tempo, il secondo se è importante che sia
sfruttato il più possibile.

Non prendo in considerazione le licenze incompatibili con la GPL
(Apache, Mozilla) perché impediscono, sul momento e nel futuro, di
sfruttare l'ampia base di codice GPL disponibile (immagino volessi dire
questo quando hai parlato di "competenze libere").

Se si sceglie la strada delle licenze persistenti compatibili con GPL,
rimane la scelta fra una licenza contagiosa come la GPL e una non
contagiosa come la LPGL, scelta anche questa dipendente dagli scopi che
ci si prefigge.

Non uso il termine "virale" perché confonde le due caratteristiche di
persistenza e contagio.



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