[Discussioni] nuovo concetto: inquinamento informatico

Roberto A. Foglietta roberto.foglietta a gmail.com
Mer 23 Maggio 2007 14:49:53 CEST


Il 23/05/07, Katjia Mirri<katjia.mirri a nekhem.com> ha scritto:

[cut]

> MA sono anche cosciente che stiamo entrando in una fase nuova in cui
> l'attenzione generale si rivolge finalmente verso il software libero. E a
> leggere certi post (scusate, non è per amor di polemica) mi viene il
> sospetto che non ne siamo pronti.

 +1

> Sono convinta che sia necessario un cambio di linguaggio. E di autostima.
> Non è producente, secondo me, tirare per i capelli le questioni, perchè in
> questo modo perdono di forza.

 +1

> Non è producente contrapporre il software
> libero al software proprietario, perchè sembra che soffriamo di invidia e
> senso di inferiorità. E questo da impressioni non belle.

 +1

> Dovremmo semplicemente mostrare il software libero per quel che è, per quel
> che sa fare, per la vitalità che ha. O anche solo dire: "io ho scelto di
> usarlo" senza doverci giustificare in nessun modo. Mai.
> Ho visto che più l'atteggiamento è rilassato e più (incredibilmente) le
> persone con le quali parlo, ne sono attratte. Buffo, meno dico e più
> vogliono sapere, più insisto e più mi fuggono. A questo punto dico poco e
> poi lascio che chiedano, così scopro esattamente che cosa vogliono sapere e
> do risposte soddisfacenti. L'interlocutore sembra molto più soddisfatto, in
> questo modo.

 +1

 La maggior parte della gente se percepisce nell'interlocutore
un'ambizione di condizionare l'opinione altrui se ne difende a priori
indipendentemente dal fatto che il ragionamento stia in piedi oppure
no. Questo è vero in qualsiasi campo dal commercio, al mondo del
lavoro e anche nei rapporti personali.

 Nonostante questo è possibile e facilissimo vendere un prodotto
semplicemente perchè a quel prodotto è stato possibile associare un
etichetta (bio, family, sexy, ecologico, solidale, smart, new, pink,
ciao). In questo caso però non contano i ragionamenti ma solo le leve
emotive. Quindi chi fa un'operazione di marketing emotivo deve essere
disincantato e non pensare di fare leva su ragionamenti ma solo
emotivi.

 Uso Linux perché è sexy! Ok, ora ti spiego perchè è sexy... fine dell'amore!

 Siccome le emozioni sono ortogonali alla razionalità e le etichette
sono leve emotive chi usa le etichette deve astenersi dal fare
ragionamenti. Questo non significa che debba astenersi dall'usare il
cervello per capire quale etichetta massimizza i vantaggi: è verde ma
piace ai bianchi, perchè bio ma anche naturale come la famiglia e
magari nella famiglia c'è il ribelle e quindi è anche rosso ma c'è chi
ci ha fatto i soldi e quindi è pure nero. Contraddizioni? Meglio... le
contraddizioni sollevano il dibattito e se il dibattito ha fondamenti
emotivi è come allo stadio.

 Se si usa un'etichetta, qualsiasi etichetta, dobbiamo essere
consapevoli che lo chi lo fa lo faccia in termini di marketting e che
il tifo deve essere PER NOI e non fra pezzi della nostra comunità.

 Voglio fare il James Bond del software libero? Va bene. Trasmetto il
messaggio che libero è cool... se però questo messaggio invece di
attirare interesse, per quanto superficiale, verso il software libero
induce nella comunità un fattore di divisione l'unica cosa che posso
pensare è che la comunità non sia più matura del mondo che vorrebbe
convincere.

 Ma noi dobbiamo essere precisi nel trasmettere il messaggio giusto!
Chi l'ha detto? Mica è una fede che se viene travisata porta
all'inferno! Uno adotta ubuntu perchè è troppo cool e poi con il tempo
adotterà la filosofia se gli piace di approfondire oppure no...
intanto uno in più che dice: io uso Linux! perchè? boh... mi piace.
Ok, allora lo provo anch'io! E sono 2.

 Ovviamente se uno va a confrontarsi con tematiche quali il bene del
paese, la ricerca, l'economia ad alto livello è scontato che debba
andarci preparato, informato, portare a suo favore fatti
documentabili. Ma questa non è un operazione di marketing ma di
lobbying ad alto livello oppure una battaglia di civiltà oppure
un'opposizione culturale. Il target è differente e il mezzo
comunicativo è diverso.

 L'etichetta va bene affinché il consumatore prenda in mano il
prodotto poi è la qualità del prodotto che alla lunga convince il
consumatore a fidelizzarsi alla marca o al prodotto. Usata in questo
modo l'etichetta è solo utile basta non rimanere vittime di una delle
tante etichette che si possono usare.


 Ciao,
-- 
/roberto



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