[Discussioni] Sul marchio "linux" (mi chiarisco)

Daniele Micci daniele.micci a tiscali.it
Gio 31 Maggio 2007 11:11:16 CEST


>> Nessuno ti ha contestato il punto 1.
>> Però la tua esposizione del punto 1 è imprecisa.
>
>Non è imprecisa, caso mai è incompleta (ma allora è incompleta anche 
la tua).
>Ma è incompleta non è, perché io mi sono sempre riferito a "linux".

Allora, vediamo di fare un po' di chiarezza e di calma.
Stiamo discutendo e ragionando, anche se mi pare che tu voglia a tutti 
i costi generare un flame con attacchi di tipo personale. I flame non 
mi interessano, la capacità e la voglia di ragionare insieme e di 
confrontarsi sì.
Alla fine mi sono lasciato confondere anche io dal mare di email che 
ci siamo scambiati.
Devo ritirare la frase "Nessuno ti ha contestato il punto 1": nella 
memoria avevo confuso i due punti da te elencati nella tua email 
iniziale. Il punto 1 *è* da contestare (mentre è il punto 2 che trovavo 
impreciso, ed ho ampiamente spiegato perchè). Mi spiego:
Il punto uno, come enunciato nella tua email iniziale (http://lists.
softwarelibero.it/pipermail/discussioni/2007-May/016048.html), era: "1. 
se aggiungi anche un solo carattere o un altro termine prima o dopo 
"linux" il marchio ? registrabile anche se utilizzato in ambito 
analogo;".
L'affermazione non è vera. Se aggiungi "un solo carattere" prima o 
dopo il marchio, il nuovo marchio non ha alcuna capacità distintiva ed 
anzi può indurre in errore (ti ho fatto l'esempio del marchio "SSony", 
evidentemente confondibile con quello della multinazionale nipponica); 
se aggiungi un termine, il risultato può essere lo stesso.
Si deve, poi, distinguere tra marchio notorio e marchio non notorio: 
nel caso del marchio non notorio, potrai registrare anche un marchio 
*identico*, purchè in relazione a classi merceologiche differenti e 
purchè non vi sia comunque il rischio di errore o associazione tra i 
due marchi registrati; nel caso del marchio notorio, invece, la sua 
tutela si estende oltre i limiti delle classi merceologiche indicate 
nella domanda di registrazione (ti avevo fatto, se non ricordo male, 
l'esempio dell'impossibilità di registrare il marchio "Coca-Cola" in 
relazione alla produzione e vendita di pantaloni). In conclusione, non 
è vero che basta aggiungere una lettera o un termine per poter 
registrare un marchio anche nella stessa classe merceologica.

>E non ho fatto un discorso generale perché si parlava di depositare 
"linux
>day".

No. La tua email di apertura del thread aveva come oggetto "Sul 
marchio 'linux'", si apriva citando un articolo di Punto Informatico in 
cui si discuteva circa la registrabilità come marchio del termine 
"linux" messa in discussione dalle autorità australiane e proseguiva 
elencando due principi di carattere generale.
Non si parlava di "linux day", si parlava di registrabilità del 
marchio "linux" e di marchi ad esso simili.

>Linux è un marchio notorio o non lo è?
>Ma permetti che decida l'ufficio?
>E permetti che ti faccia vedere che l'ufficio non lo considera 
notorio?

Non decide l'ufficio perchè non è il suo compito.
Il D. Lgs. 30/2005, all'articolo 170, dispone:
"L'esame delle domande, delle quali sia stata riconosciuta la 
regolarità formale, è rivolto ad accertare:
   1. per i marchi: se può trovare applicazione l'articolo 11 quando 
si tratta di marchi collettivi; se la parola, figura o segno possono 
essere registrati come marchio a norma degli articoli 7, 8, 9, 10, 12, 
comma 1, lettera a), 13, comma 1, e 14, comma 1, lettere a) e b); se 
concorrono le condizioni di cui all'articolo 3;"
La non registrabilità del marchio per preesistenza di un marchio 
notorio confondibile o identico è stabilita dall'articolo 12, comma 1, 
lettera g), che dispone:
"Non sono nuovi, ai sensi dell'articolo 7, i segni che alla data del 
deposito della domanda:
   (...)
   7. siano identici o simili ad un marchio già notoriamente 
conosciuto ai sensi dell'articolo 6-bis della Convenzione di Parigi per 
la proprietà industriale, per prodotti o servizi anche non affini, 
quando ricorrono le condizioni di cui alla lettera g)."
Come vedi, questa verifica non rientra nei compiti dell'ufficio 
brevetti e marchi. E' l'opposizione del titolare del marchio notorio a 
bloccare, eventualmente, la registrazione.

>Dopodiché, se non sei d'accordo, puoi dire che secondo te l'ufficio 
si
>sbaglia, che gli australiani si sbagliano, che Torvalds la farà 
pagare a
>tutti... ma non dire che io dico cose inesatte.

Sì, non sono d'accordo con alcune cose che hai scritto. Però...
L'ufficio, come vedi, non si sbaglia. Fa il suo lavoro nei limiti in 
cui è tenuto a farlo.
Gli australiani fanno un ragionamento che non condivido, ma non siamo 
sul piano del "ho ragione io/hanno ragione loro". Mi spiego: loro 
dicono sostanzialmente che il marchio "Linux" non è registrabile perchè 
termine comune utilizzato per indicare software liberi; io penso che, 
sebbene sia d'accordo (anche con quanto dicevi tu non ricordo in quale 
email, al riguardo) che il marchio "linux" sia esposto al rischio di un 
processo di volgarizzazione (come qualsiasi marchio, del resto), detto 
processo non si sia ancora compiuto: magari un giorno il marchio 
decadrà per volgarizzazione... ma quel giorno non è oggi, e fino a quel 
giorno "linux" rimane un marchio valido.
Dove ho detto che Linus la farà pagare a tutti? (anzi, ho sostenuto 
che molti marchi esistono proprio per la mancata opposizione del 
titolare del marchio "Linux", che non ha interesse ad opporsi al loro 
utilizzo)
Secondo me hai scritto alcune cose imprecise. Non voleva essere 
un'offesa (come pare tu l'abbia presa), e non credo che lo sia. Mi 
sembra di averti educatamente e pacatamente spiegato perchè e dove 
secondo me erano inesatte.

>Con la soriella dell'"usa il ditino e controlla" mi fai passare per 
scemo
>davanti a chi non capisce bene i termini della questione.
>O no? :-)

No. Non giriamo le carte in tavola.
Anche perchè ci sono gli archivi della lista. E allora andiamo a 
vedere che c'è dentro.
Tu affermi a più riprese (ad esempio: http://lists.softwarelibero.
it/pipermail/discussioni/2007-May/016054.html) che il marchio "Linux" 
non è registrato. Ti viene detto il contrario e, visto che insisti, ti 
indico (in questa email http://lists.softwarelibero.
it/pipermail/discussioni/2007-May/016075.html) i numeri di 
registrazione del marchio, negli USA e nell'UE, a favore di Linus 
Benedict Torvalds. La tua risposta, reiterata, è un "non è vero" (ad 
esempio http://lists.softwarelibero.it/pipermail/discussioni/2007-
May/016077.html). Cosa dovevo dirti (e cosa ci trovi di così 
offensivo), se non un educato "vai sul sito e controlla"?

>>Se io
>> possa farlo per un sapone dipende da: 1) se Linus agisca in
>> opposizione; 2) se il suo marchio venga riconosciuto marchio 
notorio.
>
>L'opposizione c'è dopo non prima della registrazione, quindi siamo 
OT.

Andiamo a vedere cosa dice la normativa vigente in merito (D. Lgs. 
30/2005).
Gli articoli che ci interessano sono, in particolare, quelli dal 174 
al 184. Come vedi (cfr. il primo comma dell'articolo 176), 
l'opposizione può avvenire dopo la pubblicazione *della domanda* o dopo 
la pubblicazione della *registrazione*, a seconda dell'iter di 
registrazione del marchio: quindi non avviene necessariamente dopo la 
registrazione. Inoltre, non siamo OT: che senso avrebbe registrare un 
marchio "Coca-Cola" sapendo che tanto la multinazionale farà 
opposizione (e la vincerà)?

>Alla seconda domanda ha già risposto l'ufficio accettando "linux" per 
il
>sapone.

Non conosco la normativa statunitense in tema di attribuzioni 
dell'USPTO (ed ora non avrei il tempo di andare a leggerla), ma abbiamo 
analizzato quella relativa all'Ufficio Brevetti e Marchi italiano: come 
hai visto la valutazione della notorietà del marchio non sembra 
rientrare tra i loro compiti.

>>>C'è poi chi si occupa di software e ha depositato il marchio "linux
>> +
>>>qualcosa" (sono centinaia di depositi)... e il deposito è avvenuto
>> proprio
>>>perché è stato aggiunto qualcosa al nome.
>>>Il famoso concetto del punto 2.
>>
>> E qui non è detto che tu abbia ragione.
>> Ribadisco la mia provocazione: registra il marchio "Coca-Cola 
Bibite"
>> e siediti ad aspettare. ;)
>> (in fin dei conti hai aggiunto "Bibite" al marchio "Coca-Cola", 
quindi
>> nessun potrà farti niente... o no?)
>
>Ma vedi che tu parli del dopo?
>Io alla domanda "posso registrare?" ho risposto sì, a certe 
condizioni
>Ed è la verità da tutti constatabile: ditino, click... :-)
>Non mi sono nemmeno posto il problema del poi che farà Torvalds:
>perché è OT.

Mettiamola così: potresti anche brevettare la ruota (l'ufficio 
brevetti fa solo un esame formale della domanda), ma non avresti in 
mano un brevetto pienamente valido, difendibile ed utilizzabile.
E' un po' lo stesso discorso. E non è una considerazione così OT per 
un'azienda che si appresta a chiedere la registrazione di un marchio.

>> Se lo dici tu. Onestamente dispero di riuscire a farti capire.
>> Quello sul "marchio notorio" non è un discorso generale, ma una 
norma
>> di legge.
>
>Io invece confido sempre nell'intelligenza delle persone (perchè non 
penso
>di essere in grado di valutarla) e continuo a spiegarti quello che ho 
detto
>e ripetuto.
>
>Ossia che il deposito può avvenire nel rispetto di certe condizioni, 
così
>come il ditino e il click ci insegnano.

Sorvolando sulle due offese (nemmeno tanto sottili) e sul fatto che, 
se è vero che "solo il simile può conoscere il simile", non ti giova 
quanto hai scritto, credo di aver esposto a sufficienza le mie 
considerazioni in merito.
Ciao,

Daniele




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