[Discussioni] Linux all'AUSL di Ferrara
Simone Piccardi
piccardi a softwarelibero.it
Mar 4 Nov 2008 20:40:49 CET
Paolo Bizzarri wrote:
>
> Perchè si parla di commercio, non di acquisto. L'Europa compra alcune
> cose dagli Stati Uniti, e gliene vende altre (parecchie altre, fra
> l'altro). Questo si chiama commercio, e dire che "spende" è falso,
> perchè sembra che stiamo parlando del padre di famiglia che spende e
> spande. Il dato importante è la bilancia del commercio, non il valore
> dell'acquisto di software o di palline da tennis. Se vogliamo essere
> specifici, il valore del software esportato dall'Europa.
Il punto e` che stai confrontando il software con le palline da tennis
come se fosse un prodotto o un bene materiale. Ma il software non e` un
prodotto. Se mi vendessero davvero il software (quindi con la
possibilita`, come ho per le palline da tennis) di farci quello che mi
pare, allora forse il ragionamente potrebbe anche tenere.
Ma il software ha la caratteristica di essere un bene immateriale non
rivale, non escludibile, e naturalmente abbondante (si copia) la cui
cessione ha costo marginale zero. Per questo e` stato istituito
artificialmente il monopolio del copyright, cosi' che potesse diventare
un bene scarso.
E allora il software, a differenza delle palline da tennis, non me lo
vendono. Mi fanno pagare per il permesso di usarlo. Tant'e` vero poi che
non ci si applicano le regole per la vendita degli oggetti, che quando
li hai comprati diventano tuoi.
Questo, se pur fatto con le buone intenzioni di favorire l'autore, ha
comunque nei fatti generato una bella serie di monopoli, almeno per
quanto riguarda il software proprietario. E che la situazione sia
questa, per quanto riguarda Microsoft, non lo dice solo la comunita`
europea, e` evidente anche dalla sua percentuale di utili, la piu` alta
di qualunque altra azienda.
Se ti chiedi perche' non si riesce a far crescere aziende IT di respiro
internazionale la risposta mi pare ovvia, pensi sia davvero credibile
fare una azienda una azienda italiana (o americana) che possa fare una
qualche concorrenza a Microsoft nel campo dei word processor?
Di certo con un programma proprietario no, ma con openoffice una
qualunque azienda, di qualunque paese, anche piccolissima, puo` farlo.
Certo, non potra` aspirare a sostutuire la Microsoft come il nuovo
monopolista dei word processor, ma questo secondo me non e` altro che un
vantaggio.
Per cui, tenendo presente che la pubblica amministrazione di un paese
non e` una azienda ne' un privato, e che le sue scelte devono essere
anche politiche, e non solo economiche, io considero perfettamente
lecito, ed anche auspicabile, che ne faccia, come fanno tutte le
pubbliche amministazioni in tutto il mondo, di mirate a favorire
l'economia e lo sviluppo locale.
E allora in un campo come quello del software (di questo stiam parlando,
non di palline da tennis) dove esiste una alternativa che consente
perfetta parita` di accesso a chiunque ed una vera concorrenza sulla
qualita` dei servizi, non vedo perche' debba continuare ad utilizzare i
servizi del monopolista di turno (che sia Microsoft o un altro).
Per cui per quanto mi riguarda e` male che la pubblica amministrazione
acquisti licenze d'uso per software proprietario da chiunque, italiano o
americano che sia, quando potrebbe usare quei soldi per farsi fornire
servizi, formazione, ed altro su software libero. Da aziende italiane o
meno, ma visto che di servizi si tratta mi pare anche piu` probabile che
la scelta di farseli fornire da oltreoceano non sia delle piu`
sostenibili sul piano economico.
Ciao
Simone
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