[Discussioni] Software proprietario e tasse

Paolo Bizzarri pibizza a gmail.com
Mer 5 Nov 2008 10:36:14 CET


2008/11/5 Antonio Russo <antonio a softwarelibero.it>:
> Il giorno mar, 04/11/2008 alle 22.42 +0100, Paolo Bizzarri ha scritto:
>
>>
>> Come ho già detto altrove, continuo tuttora a lavorare con il software
>> libero. Tuttavia, non è che posso raccontare che è il mondo è quadrato
>> solo perchè a me fa piacere che sia quadrato.
>
> <sarcasmo>
> Beh se in Italia tutti gli imprenditori del software libero sono come te
> allora siete messi parecchio male...
> </sarcasmo>

Sarcasmo per sarcasmo, se tutti i ricercatori in Francia pensano che
un articolo abbia validità scientifica senza essere peer reviewed, e
fa una ricerca sul software in Europa senza prendere in considerazione
i dati Eurostat e OECD sul software....

Comunque, guarda, non so in Francia. In Italia l'iniziativa privata è
libera: vieni qui, fai la tua azienda che sviluppa software libero e
metti i tuoi soldi dove hai messo la bocca, come ho fatto io.

>
>
>> Perchè, esattamente, è un male che un azienda produca reddito
>> impiegando poche persone?
>
>
> Perché se tutte le aziende fossero come Microsoft, cioè un mix
> d'ingegneria fiscale per non pagare le tasse e un ratio bassissimo
> d'occupazione, saremmo tutti disoccupati, morti di fame e senza alcun
> servizio sociale statale.

Ed esattamente, chi comprerebbe i prodotti Microsoft? Chi pagherebbe le tasse?

Se siamo tutti morti di fame, per definizione tutte le imprese sono
alla fame. Sopravvivono solo le imprese che forniscono i servizi di
sussistenza di base e quelle che forniscono i servizi di extralusso.

E sopravvivono in un contesto economico poverissimo, dove i servizi
base (come le strade e la sanità) spariscono immediatamente, perchè lo
stato non ha più le risorse per garantirle.

Il progresso economico, come lo concepiamo noi, quello che ha reso
possibile l'esistenza di un personal computer deriva dal fatto che i
lavori che prima facevano 100 persone, oggi li fanno in 3.

E le altre 97 persone possono fare i ricercatori, gli sviluppatori di
software (libero o meno), e quant'altro.


>>
>> Un'azienda esiste per fornire un prodotto o un servizio ai suoi
>> clienti. Le persone che usa sono risorse, che possono essere impiegate
>> per quell'attività o per altre.
>>
>> Di fatto, impiegare molte persone per fare qualcosa vuol dire averne
>> meno per farne altre, magari più importanti.
>>
>> Il tuo punto vero è che Microsoft sfrutta una situazione di monopolio
>> in cui è riuscita a infilarsi (assolutamente vero) ma il numero di
>> persone impiegate è un dato irrilevante.
>
> Invece è tutt'altro che irrilevante, ne deriva giustamente dal fatto che
> sfrutta una situazione di monopolio.

No, è irrilevante. Minimizzare le persone in un processo produttivo
per un bene o un servizio è quello che fa qualsiasi azienda: nessun
imprenditore impiega tre persone per fare il lavoro che può essere
svolto da una persona sola.

Nessuno che debba tenere in ordine i propri bilanci, intendo.

>>
>> Tu metteresti nella PA quindici persone a fare il lavoro di una? In
>> Alitalia l'abbiamo fatto, e non è stata una grandissima idea....
>
> L'idea non è mettere 15 persone a fare il lavoro di una, ma dare lavoro
> a 15 persone che riescono a migliorare la qualità dei servizi offerti
> (vedasi Linagora o Bull Open Source tanto per restare in tema di
> software libero)

Non cambiamo discorso. Se tu mi offri ALTRI servizi non stai facendo
lo stesso lavoro di prima.

>
>> E allora? Un azienda mica ha come missione quella di far diventare
>> ricchi i suoi dipendenti.  Ha come missione quella di far rendere il
>> capitale dei suoi soci.
>
> Questo è ideologia.

No, si chiama economia aziendale. Vai in una facoltà di Economia e
domanda se un'azienda di capitali deve far rendere o meno il capitale
investito e quanto lo debba far rendere.

> Henry Ford la pensava in modo diametralmente opposto  e non
> possiamo dire che lui era un comunista.

Herny Ford? Quello che ha inventato il fordismo? Ossia quello che

"it is characterized by a distinctive division of labor - the
separation of different work tasks between different groups of workers
- in which unskilled workers execute simple, repetitive tasks and
skilled technical and managerial workers undertake functions related
to research, design, quality control, finance, coordination, and
marketing." (da Wikipedia, per semplicità. Se non ti va bene, recupero
la voce dalla biblioteca).

Applicalo al software, e ottieni PARO PARO il modello di Microsoft:
R&D fatta da poche persone, e moltissimi "unskilled workers" che fanno
compiti decisamente più semplici (installare il software, nel nostro
caso).


> Questa è la visione di azienda di Berlusconi (tra l'altro votato dalla
> maggioranza del paese), possiamo discutere ma non è
> sicuramente l'unica visione di fare impresa
> e non è sicuramente (crisi lo dimostra) la più razionale in termini
> macroeconomici.

A parte che non è la visione di Berlusconi, è la visione di qualsiasi
imprenditore che debba rendere conto dei suoi soldi a un gruppo di
soci (e che non abbia lo stato che gli viene a passare qualche
pacchetto di milioni di euro quando è in difficoltà), un imprenditore
PER DEFINIZIONE non ragiona in termini macroeconomici. Un imprenditore
effettua un'ottimizzazione locale, a condizioni che sono largamente
DATE.

Sono gli Stati che, casomai, fanno le politiche macroeconomiche,
definendo queste condizioni.


>
>> Magari c'è anche il mercato consumer? E le aziende? Mica sono tutti
>> tutti tutti PC della PA...
>
> Il mercato dei privati funziona giustamente perché i 27 Stati se ne
> sbattono le palle delle normative europee

Ossia, 27 Stati ignorano una normativa che loro hanno votato? Forse
quella normativa non è ritenuta sufficientemente cogente, o
semplicemente non è interessante, che dici?

Sui manuali di diritto privato c'è scritto (in genere a pagina 3) che
se una persona fuma in una stanza dove c'è scritto "vietato fumare",
si fa la multa alla persona. Se lo fanno mille persone si leva il
cartello e basta.


> E' molto difficile in Europa acquistare un PC senza la licenza dell'OS.

Io ci metto circa mezz'ora (arrivo a Fornacette, prendo un PC dal Cash
& Carry di CDC e torno felice). E se chiamo la CDC e chiedo 200 PC
senza SO, l'unico problema sono le condizioni di pagamento e il
prezzo.

E' tanto difficile?
>
>>
>> Ma hai visto i dati OCSE sull'esportazione di software in Europa?
>
> Beh, forse se ce li fai avere in modo dettagliato ci risparmi la
> ricerca.

Ossia, hai fatto uno studio sul software in Europa senza prendere in
considerazione i dati OCSE ed Eurostat?
>
>>
>> Come ti ho detto in precedenza, la torta di cui stiamo parlando è una
>> tortina, rispetto al totale di tutte le esportazioni europee. Fa
>> impressione perchè una gran parte va, appunto, in Microsoft.
>>
>> Ma sono quattro soldi rispetto al totale dell'export globale europeo.
>
>
> Non so di cosa parli perché non conosco i dati,

Esatto. E' proprio questo il problema: non sai di cosa sto parlando.

Sto parlando del fatto che se anche spostiamo il valore di tutte le
licenze MS in Europa, la bilancia commerciale europea manco se ne
accorge (e manco quella americana, in realtà, tanto sono talmente
sottoterra....).

> io so di certo che con
> 4.000.000.000 di euro all'anno si pagano, per esempio, 80.000
> ricercatori 50.000 euro/anno a testa. Vista l'aria che tira nell'ambito
> della ricerca non mi pare poca cosa.
> E poi che ragionamento è questo? Scusa, tu butti per il tubo del cesso
> una moneta di un euro al giorno? No? E perché? Tanto rappresenta una
> minima parte del tuo guadagno annuo.

Si chiama "valutazione costi/benefici": se io ho X da investire, posso
decidere di investire in Y1 e in Y2 (o Y3, fin dove ti pare).

A questo punto, quale scegli? Dipende dai benefici che ne trai.

Quanto COSTA migrare una frazione significativa dell'Europa da
prodotti proprietari a prodotti open (se mi dici zero, allora chiedi
alla città di Monaco e fatti dire da loro).

Quali benefici porta?

Cos'altro potremmo fare con gli stessi soldi, che ci rende di più?

E, fra l'altro: continuo a vedere che si parla di software come costo,
 e non come un investimento. Vabbè.

PaoloB



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