[Discussioni] OT l'italiano è obsoleto (per Maffulli): aggiornamento

guido iodice guido.iodice a gmail.com
Mer 26 Gen 2011 11:24:58 CET


Il giorno 26 gennaio 2011 05:23, Nicola A. Grossi <k2 a larivoluzione.it> ha
scritto:

>
> Se mi mancassero le parole giuste, mi mancasse la proprietà di
> linguaggio e volessi passare per "nato imparato", copierei omettendo la
> fonte.
>

Spiegami una cosa: come mai hai cercato in rete "polisemia" dopo la mia
spiegazione?
L'ipotesi più probabile, secondo il rasoio di Occam, è che non conoscendo il
significato della parola hai voluto verificare che fosse proprio quello.
Inoltre non ho copiato: come hai visto ti sono venuto incontro sostituendo
"lessema" con il sinonimo "parola", anche se sono sicuro che il tuo
dizionario dei sinonimi e contrari più polisemie ti avrebbe aiutato.

>
>
> Non so che dizionari hai tu in casa (a questo punto dubito fortemente
> che a casa tua, malgrado i lauti pranzi a base di linguistica e filologia,
> ci siano dizionari come quelli della UTET): a quanto pare ti attacchi a
> wikipedia.it e altri siti web per le tue "serie" e "approfondite"
> ricerche.
>

A casa mia c'è anche Treccani, sia l'enciclopedia che il vocabolario.
Inoltre vedo che ignori il significato di "dizionario enciclopedico".
E' perfettamente ovvio che in un dizionario enciclopedico ci siano parole
anche scorrette, o che molti linguisti considererebbero tali, o comunque da
evitare nella buona lingua italiana, poiché se così non fosse non sarebbe
enciclopedico.




>
> Nei dizionari dei sinonimi è molto più semplice trovare i vocaboli
> polisensi più importanti, lo sa anche la mia cuginetta di 8 anni.
> Ed è anche il modo migliore per distinguere e memorizzare bene i vari
> significati.
>

> Questo perché ad ogni parola corrispondono più sinonimi e lo stesso
> sinonimo lo trovi più volte, con diversi significati,
> accanto a parole e sinonimi diversi. E come mai lo trovi più volte?
> Perché è? Perché è? Su, bambini, diciamolo insieme:
> po - li - sen - so.
>

Vedi, non hai proprio dimestichezza con i dizionari.
Ad esempio il lessema (ora sai che vuol dire) "cavallo", ha più significati,
ma meno sinonimi.
Ti lascio come esercizio scoprire perché.


>
> parlavo della correlazione (non sto copiando da wikipedia) tra la
> libertà della lingua e la libertà del software
> (del resto il software è scritto in un linguaggio e ad esso si applica
> la tutela delle opere letterarie).
>

E' una conclusione del tutto errata. Confondi i linguaggi con le opere che
si possono scrivere tramite quei linguaggi.
E' un errore lapalissiano per chi ha un minimo di infarinatura sulla
linguistica, non servirebbe neppure spiegarlo.

Quindi la tua correlazione è frutto di un fraintendimento, chiamiamolo
così.... per amor di pace.
E' come sostenere che le automobili sono correlate con l'oro, basandosi sul
fatto che l'automobile è fatta di metallo e l'oro è appunto un metallo.
Solo che l'oro non è un prodotto finito come l'automobile e inoltre
l'automobile in genere non contiene oro.
Insomma non hanno nulla a che vedere l'una con l'altro.


> Era un discorso che aveva un senso anche idealistico: se rifiutiamo il
> libero sviluppo (arricchimento) della lingua, rifiutiamo la
> partecipazione della società alla costruzione della lingua
> e creiamo monopoli culturali e soprattutto subculturali. Ecco che la
> cacofonia, fondata sulla pura estetica del suono, sull'eufonica purezza
> della lingua, diventa la principale argomentazione dello "xenofobo
> linguistico".
>

Qui la tua correlazione dimostra la sua fallacia.
E' pienamente legittimo stabilire che un codice o un protocollo di
comunicazione rimangano fissi il più possibile.
Si chiama standardizzazione. Senza di essa non sarebbe possibile comunicare.
Di solito esiste un'autorità che aggiorna lo standard: nel nostro Paese non
è prevista per la lingua italiana, in altri paesi (Francia, Germania,
Brasile ad esempio) invece esiste un ente governativo di accademici (simile
alla nostra Crusca) le cui decisioni hanno valore legale (quelle della
Crusca non lo hanno).

Il fatto che si aderisca ad uno standard non implica che non si sia liberi:
con un certo linguaggio o aderendo a un certo protocollo, puoi scrivere
tutto il software libero che ti pare. Lo stesso vale per la lingua italiana:
il fatto di non poter dire "forwardare" non toglie nulla alla tua libertà di
scrivere un manuale di uso per Thunderbird.

Ovviamente esistono anche ambiti, gerghi, registri linguistici differenti.
In letteratura poi esiste la licenza poetica.
Ma in generale, se si vuole scrivere in buon italiano, bisogna evitare
mostri transgenici come "forwardare".

Su "quotare" si può essere elastici: in fondo il significato di "citare" ha
un'origine nel latino ecclesiastico e medievale e ci torna indietro tramite
l'inglese, ma è una colpa veniale quella di essersi fatti una vacanza di
qualche secolo nella perfida Albione. :-)


> E infatti, come hanno
> notato anche altri, il trolling (chiamalo come meglio ti suggerisce il
> tuo senso estetico) ce l'hai nel sangue ed è meglio
> ignorarti.
>

Il fatto di non voler soprassedere su errori grossolani dovuti all'ignoranza
dei rudimenti della linguistica (e della lingua italiana) è trolling?
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