[Discussioni] [FSFE PR][EN] FSFE on AVM vs Cybits: A small computer is still a computer

Guido Iodice guidoiodice a associazionemetamorfosi.com
Gio 30 Giu 2011 12:17:55 CEST


Il giorno 30 giugno 2011 11:30, Francesco Potortì <pot a potorti.it> ha
scritto:

>
>
> AVM distribuisce il firmware del suo dispositivo, dove c'è Linux e un
> po' di script di AVM, e forse anche qualcos'altro di AVM.  Se Harald
> Welte ha ragione, come credo, AVM dovrà dichiarare che distribuisce un
> aggregato, e quindi ognuno potrà modificare le parti GPL a piacimento,
> oppure in alternativa che distribuisce un'opera unica, e quindi dovrà
> distribuire anche il proprio codice nei termini della GPL.  Se si
> arriverà a questo, immagino che AVM preferirà dichiarare che si tratta
> di un aggregato e non un'opera unica.
>

Certamente, ma forse sono io che non riesco a spiegarmi.

Supponiamo che gli avvocati di AVM insistano nella tesi dell'opera unica
perché ritengono, così, di vincere la causa (è ciò che hanno fatto finora,
non un'ipotesi di fantasia). Supponiamo che la Corte accolga la tesi e
dichiari che sì, è un'opera unica, ma poiché è basata su software GPL,
l'opera è GPL anch'essa. Ora, io se ho un Fritz!box posso scrivere ad AVM e
pretendere il codice sorgente dei suoi programmi (ex)proprietari. A quel
punto, AVM o me li dà, oppure si rifiuta, ma io posso fargli causa per
mancato rispetto della licenza oppure può fargliela qualsiasi autore di uno
dei programmi GPL inclusi. Quindi o lo fanno, oppure devono ritirare dal
mercato quel firmware ed eventualmente farne un altro basato, ad esempio, su
un sistema *bsd e senza una sola riga di codice gpl (un po' difficile, ma
non impossibile).

Bene. Ora diciamo che questa cosa arriva alle orecchie di Asus che
distribuisce un sistema embedded nelle sue schede madri, arriva alle
orecchie di Samsung che fa tablet con Android insieme ad applicazioni
proprietarie, arriva agli orecchi di Skype che concede l'inclusione del suo
programma in alcuni firmware basati su Linux.

Il pericolo è che questi soggetti incomincino a pensare: e se un utente mi
fa causa, sulla base di questo precedente, affermando che quello che
distribuisco non è un aggregato ma un'opera unica?

Uno degli assunti della definizione di Open Source è che le licenze dei
programmi non devono "contaminare" il resto della distribuzione. Se però
accadesse che un tribunale stabilisce che la GPL invece "contamina", cioè è
"virale" come dicono i suoi detrattori, allora è facile che il panico si
diffonda tra le aziende che smetteranno di supportare GNU/Linux.

In certi casi potrebbe pure essere positivo, ma in altri no. Molte aziende
che investono nel FLOSS fanno contemporaneamente anche software
proprietario, a volte in forma di plugin o versioni "pompate" dei loro
programmi FLOSS. Il rischio è che smettano del tutto di sviluppare certe
applicazioni per GNU/Linux.
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