[Discussioni] NoLicense Public License
A.Cammozzo
a.cammozzo a gmail.com
Mar 11 Ott 2011 14:32:22 CEST
On 10/11/2011 12:51 PM, info wrote:
> [...]
> > Il motivo per cui ci sono le licenze è proprio supportare socialmente e
> > legalmente questo tipo di affermazioni.
>
> Scusa ma dissento. Il motivo per il quale esiste il meccanismo
> "proprietà/licenza d'uso" è esclusivamente un motivo di tipo
> economico. Voler guadagnare soldi sullo sforzo o sulla genialità di
> un'idea, concetto assolutamente accettabile intediamoci, è l'unico
> motore di questo meccanismo.
> L'esistenza di licenze cosiddette "libere" è una specie di aberrazione
> del concetto originale, tesa a rappresentare "il massimo esempio di
> dono liberale". Ossia "io, che mi chiamo Signor Rossi, creo; ciò che
> creo è MIO, e dall'alto del mio IO te lo concedo in uso con delle
> limitazioni."
> NLPL è diversa. "Io creo, lo faccio in modo anonimo, te lo regalo e tu
> potrai farci tutto quello che vuoi TRANNE pretenderne diritti
> esclusivi." Questo almeno è il suo scopo. La differenza sta nel fatto
> che io ti ho "regalato" un'opera e tu non devi avere bisogno di una
> "licenza" per utilizzare ciò che è tuo. E soprattutto non puoi
> pretenderne diritti esclusivi, perchè è MIA e SUA, non solo TUA.
Se il codice lo regali, le norme sociali di tutto il mondo da me
conosciuto dicono che chi riceve un dono può farne tutto quello che vuole.
Se vuoi aggiungerci delle condizioni del tipo "tranne", occorre qualcosa
di diverso.
L'unico modo che hai di ottenere il "tranne pretendere diritti
esclusivi" è usare il codice giuridico.
Incidentalmente: storicamente è dimostrabile l'opposto di ciò che dici.
Sono le licenze che nascono come "eccezione" all'uso generale che
prevedeva la copia libera dell'opera da parte di chiunque (incluso il
plagio).
La necessità di un diritto specifico nasce con l'innovazione tecnologica
della stampa. Vedi la voce "storia del diritto d'autore" su Wikipedia.
Che questo diritto sia ora superato è riconosciuto abbastanza da tutti,
e il sovvertimento di cui parlavo nel precedente messaggio rende
difficile "ritornare alle origini".
Se ti interessa, Larry Lessig e Yochai Benkler hanno scritto in modo
illuminante su questi argomenti.
Sempre per precisare: usare la locuzione "proprietà intellettuale" nella
NLPL diffonde un concetto ingannevole in quanto suggerisce una analogia
tra diritti temporanei di sfruttamento e la proprietà fisica.
Ed è proprio grazie a questa analogia erronea che si è operato il
sovvertimento di cui parlavo prima.
> [...]
> > Il copyright è *diritto* di copia, non diritto di *impedire* la copia.
> > Occorre ripristinare questo concetto fondamentale, non abbatterlo.
> > Il suo sovvertimento e rovesciamento è dovuto all'estensione della
> > riserva di sfruttamento commerciale lasciata in origine all'autore per
> > qualche anno, poi ai suoi eredi, e ora (praticamente sine die) alle
> > multinazionali dell'entertainment e ai parlamenti da queste foraggiati.
> >
> > Il diritto è codice. Se vuoi programmarlo devi conoscerlo.
>
> La questione è molto più pratica. Ti faccio un esempio.
> Io sviluppo software per mac, software del quale fornisco codici
> sorgenti e che distribuisco liberamente e gratuitamente.
> Ho rilasciato uno dei miei software (il più importante) sotto licenza
> NLPL. Non per vantarmi, ma nel suo ambito (ossia firewall frontend
> free per macosx) è in assoluto quello più usato. Non ho mai registrato
> ne ho fatto nulla, dal punto di vista formale per tutelarne la
> paternità. Né in Italia ne altrove.
> Ora vorrei tanto che qualcuno provasse a sostenere che quel software
> non sia stato sviluppato da me ma da altri. Sono curioso di sapere se
> davvero ciò che chiamo "consuetudini" unite al testo della licenza
> NLPL con la quale il software è distribuito bastano a impedire che
> qualcuno "rubi" il mio software per poi chiuderlo e magari denunciarmi
> per furto o chissà cos'altro.
> Io sono convinto che, se il Diritto per come è adesso non mi tutela,
> allora debba essere aggiornato. Credo di poterlo dire senza conoscerlo
> per il semplice fatto che credo che tutto ciò che ho fatto sia
> eticamente e umanamente corretto.
> Credo, e mi ripeto, che allegare il testo della NLPL a un'opera sia
> "umanamente" sufficiente a impedire che quell'opera venga "chiusa". A
> prescindere dal Diritto.
> E, se non è così, allora sono fermamente convinto che "dovrebbe essere
> così". E perchè sia così, forse, occorre per lo meno che qualcuno lo
> chieda.
Vediamo allora, praticamente, cosa succede se Tizio prende il tuo
codice, ne cambia una virgola, dice che è suo, lo chiude e vende come sw
proprietario senza dirti nulla (magari è già successo).
Nel diritto USA, proprio grazie alla NLPL (considerata come licenza) non
solo può provare a sostenere che è suo, ma può ragionevolmente dire che
la NLPL è equivalente al Public Domain per cui può farne tutto quello
che vuole grazie alla rinuncia dell'autore (è un dono, no?).
In quello italiano, proprio per l'assenza di PD e grazie al diritto
inalienabile dell'autore di paternità sulla propria opera, Tizio non può
dire che è totalmente opera sua. Tuttavia penso che possa legittimamente
modificarlo e venderlo sempre grazie alla NLPL, che lo definisce
"proprietario".
La NLPL resta una dichiarazione di natura morale: se vuoi ottenere degli
effetti giuridici ti conviene usare altri mezzi.
Permettimi una domanda: come mai non hai usato la GPL o altre licenze
Open Source?
Senza nessuna "registrazione formale" otterresti il risultato che
desideri senza troppi mal di testa.
Se proprio vuoi puoi aggiungere alla GPL una dichiarazione personale che
afferma la tua posizione morale nei confronti dell'essere "autore" del
tuo software, proprio come fai con la NLPL.
La GPL è codice giuridico scritto da persone competenti, che la pensano
circa come te (da quello che comprendo), che funziona da anni, ed ha
anche resistito ad alcuni attacchi, cosa che non si può dire di tutte le
licenze.
E' codice affidabile, insomma.
> Grazie mille per il contributo!
Grazie a te.
Credo che siano molti i bravi programmatori che di fronte alle
complicazioni del diritto reagiscono come te, dicendo "questo codice è
incomprensibile, mi scrivo io quello che mi serve".
Però per scrivere una buona licenza bisogna conosce il linguaggio in cui
è scritta.
Cosa che con il diritto non è facile, soprattutto perché il debugging si
fa nelle aule di tribunale e prende un sacco di tempo.
Forse il bravo sviluppatore guarda anche cosa hanno fatto gli altri e
riusa proprio le soluzioni più affidabili.
Ciao.
Alberto
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