[Discussioni] PI: Il Governo britannico ha scelto ODF

loredana llcfree a gmail.com
Gio 24 Lug 2014 15:38:56 CEST


On Thu, 2014-07-24 at 11:41 +0200, Francesco Potort́ wrote:
> da Punto Informatico
> 
> Il flirt delle autorita' UK con i formati open si trasforma in vero
> amore. Ora le istituzioni pubbliche hanno l'obbligo di utilizzare standard
> ISO per comunicare tra loro e con i cittadini

http://punto-informatico.it/4102512/PI/News/governo-britannico-ha-scelto-odf.aspx

Grazie della segnalazione. Ho sostituito il link con quello diretto a
punto.informatico.it (ho preso l'abitudine di verificare, per quanto
possibile, l'url, visto l'aggirarsi in lista di messaggi non originati
da iscritti alla lista).

Metto anche in evidenza il link al sito governativo (in inglese) che
contiene molte piu' informazioni e che puo' essere utile a chi si
interessa del problema dei formati.

https://www.gov.uk/government/publications/open-standards-for-government

Personalmente, sto seguendo cosa fa l'amministrazione italiana in questo
senso, attraverso l'agenzia delle entrate usata con cui devo interagire
comunque e che mi serve come riferimento campione.

In uno dei servizi dedicati dell'agenzia che non ho ancora avuto modo di
usare e quindi di verificare, si richiede che lo scambio di documenti
avvenga tramite pdf/a o tiff. 

PDF/A sostanzialmente prevede che i font impiegati per rendere il testo
siano inclusi nel pdf. Questo dovrebbe garantire che un qualsiasi
lettore pdf sia in grado di riprodurli. In realta', e' l'uso dei font
stessi che andrebbe specificato, richiedendo che laddove si tratta di
puro testo con pure finalita' informative vengano usati SOLO ed
ESCLUSIVAMENTE fonts standard per rendere esclusivamente la codifica
unicode del testo. L'uso di font non comuni e, peggio ancora, della
grafica inutile, o di un generatore di pdf non standard, va evitato come
la peste, in modo che: 1) il numero di fonts incluso sia minimo,
riducendo cosi' al minimo indispensabile cio' che il lettore pdf deve,
come minimo, garantire; 2) tutte le stampanti postscript,
indipendentemente dalla loro "eta'" e dal firmware, siano in grado di
stampare il documento (e' sempre piu' comune il fatto che per rendere
fonts impossibili quanto inutili, con faccine contente etc il risultato
dell'operazione di stampa di un pff su una laserprint sia un terno al
lotto);
3) il documento sia riconvertibile in testo e quindi accessibile a tutti
con semplici strumenti, inclusi coloro che per legge non possono essere
esclusi (ipoevdenti etc).

Per il formato tiff bisognerebbe chiedere di specificare esattamente di
quale tipo di compressione si parli. 

Siamo comunque molto mal messi in termini di consapevolezza del problema
e certo non basto io a cambiare la situazione.

Ieri nei corridoi ho fatto una lezioncina veloce ad un gruppo di
studenti che si erano appena laureati e tra loro discutevano (urlando,
come si conviene oggi, non ho proprio potuto evitare di ascoltare)
l'impossibilita' di aprire presentazioni e documenti (peraltro usando
diverse versione di powerpoint e word, puro software proprietario). Non
avevano la piu' pallida idea di quale sia il vero problema e di come sia
semplice ridurre l'impatto ai minimi termini, salvando in formati
standard, anche con word, se proprio si deve. Al politecnico.
Immaginarsi nell'uso quotidiano. 

Se assoli decide di farsi carico di una campagna non ideologica ma
specificamente tecnica e di informazione e formazione sul problema dei
formati io ci sono. Il lavoro che occorre fare, secondo me, e'
innanzitutto capire esattamente quali siano esattamente i termini del
problema, a partire dalla codifica, passando per i font e arrivando ai
"lettori". 

Se il documento non e' generato nel modo corretto, poi, e' praticamente
impossibile ritornare ad uno stato decente (leggi, ha costi altissimi, e
non importa se il software e' libero, gratis etc, il tempo delle persone
vale ben di piu' e non puo' essere sprecato, soprattutto dai governi che
interagiscono non con pochi amici ma con un intero Paese, con un solo
documento possono far impazzire milioni di individui e con l'insieme
degli adempimenti burocratici mal gestiti possono parallizzare il
Paese). Percio' occorre soprattutto occuparsi di come venga generato il
documento, in modo da risolvere il problema una volta per tutte,
eliminandolo alla fonte, e non doversene occupare a valle, quando il
documento viene usato potenzialmente da un numero altissimo di
individui.

Se non ora, quando? Abbiamo anche il vantaggio di un paese relativamente
vicino che sta agendo in questa direzione proprio ora e che ci aiuta a
dar risonanza al problema e alla sua, peraltro semplice, soluzione.

Loredana










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