[Discussioni] [lazio] Proposte di legge e mozioni open

studio.lanzalotta a tiscali.it studio.lanzalotta a tiscali.it
Gio 6 Mar 2014 19:30:27 CET


  

Sono d'accordo con l'ultima tua mail. 

Una linea di discrimine
potrebbe anche essere: tutti i files gestiti dalla PA devono poter
essere aperti, letti, modificati e salvati in formati nativi di software
liberi già esistenti. Non vale il viceversa cioè non deve essere
concesso di salvare in formato privativo un file che sia già in formato
libero. 

Mi vien già da ridere pensando al formato .DWG che gira
impunemente ed obbligatoriamente negli uffici tecnici dei Comuni. 

Il
06.03.2014 19:00 loredana ha scritto: 

> On Thu, 2014-03-06 at 13:02
+0100, Francesco Potortì wrote:
> 
>> Non mi pare una buona idea
suggerire licenze specifiche in un testo legislativo. E se fosse, semmai
bisognerebbe menzionare licenze ampiamente diffuse e testate sul campo:
GPL, Mozilla, LGPL, Eclipse, Apache, MIT X. EUPL è troppo giovane e
benché l'idea della multilingualità sia attraente in linea di principio,
in pratica mi sa di soluzione a un problema inesistente, con
l'aggravante di contribuire alla proliferazione di licenze, questo sì un
problema serio.
> 
> Aggiungerei all'elenco la licenza AGPL per l'enorme
importanza che ha
> nel momento in cui tutto o quasi si trasferisce dal
desktop in rete. Non
> sono cosi' sicura del fatto che sia meglio non
avere nulla di troppo
> specifico, in una legge. Personalmente, io mi
aspetto per deformazione
> professionale una definizione di tutti i
termini e se si parla, ad
> esempio, di software libero, la definizione
migliore sta in un paragrafo
> che descrive succintamente quello che e'
e nella licenza relativa, che
> va nel dettaglio. Stesso vale per il
software open. Stesso vale per il
> software proprietario. Se anche la
legge non dovesse servire ad altro,
> almeno insegnerebbe qualcosa a chi
la scrive, a chi ne discute, a chi
> legge. Partendo dal glossario.
> 
>
Nella legge devono comparire i requisiti che si intende adottare come
>
vincolanti. Altrimenti quella legge non serve al cittadino generico.
>
Ognuno la interpretera' come vuole. Piuttosto, occorre specificare
cosa
> succede se i requisiti non sono rispettati, per evitare che
l'elenco
> esplicito escluda casi non prevedibili o non previsti che poi
capitano
> nella pratica (come si chiama? chiusura?)
> 
> Nel caso
specifico, io toglierei definitivamente tutti i riferimenti a
>
linguaggi e ambienti di sviluppo (java, mono etc) introducendo al loro
>
posto il vincolo che le applicazioni devono essere compatibili con
tutti
> (? quali?) i sistemi. Si poteva fare 30 anni fa, si puo' fare
ancora
> adesso, se non ci si occupa del paese dei balocchi ma delle
funzioni
> della PA.
> 
> Occorre che qualcuno spieghi e qualcuno
ascolti cosa sia java e perche'
> non sia solo una questione di licenze.
Android, per esempio, ha una sua
> macchina virtuale java, e chi scrive
applicazioni in java per android
> non puo' riusarle per altri sistemi.
Di mono neanche parlo. Invece
> consiglierei di cercare di capire cosa
sia e quale sara' il ruolo di
> html5 nel prossimo futuro. Questo e' un
lavoro che va fatto, se si
> parla di tecnologie. Non si puo' ignorare
la storia recente, quello che
> ha prodotto, nel bene e nel male, e non
aver una visione realistica del
> futuro prossimo venturo.
> 
> Quello
che a me pare che manchi nelle varie proposte, che ho letto
>
velocemente, e' una coerenza interna rispetto ad obiettivi che non
sono
> ben definiti. Non sono neanche sicura di capire perche' una
legge
> regionale sia necessaria, visto che c'e' una legge nazionale
>
sull'argomento, ma questo e' certamente un limite mio. 
> 
> L'esempio
che ho del Piemonte deove vivo e' la legge del 2009, in cui si
>
stanziavano, tra l'altro, 500000 euro (l'equivalente, in termini
>
monetari, del progetto fuss di Bolzano). Quello che mi era parso di
>
capire allora, era che la legge regionale, rispetto a quella
nazionale,
> servisse come contesto ai finanziamenti ma, al contrario di
fuss, devo
> dire, certo per limiti miei, non so cosa si sia fatto di
quei soldi.
> 
> Questo mi fa suggerire che qualcosa di analogo alla
documentazione in
> rete prodotta da fuss, che includa le cifre relative
e cosa se ne e'
> fatto, nonche' come si sia sviluppato il progetto
nelle sue varie fasi e
> i risultati prodotti, potrebbe essere una
richiesta interessante per
> qualsiasi legge regionale e non, sul
software libero o meno. Non vedo
> perche' una PA non dovrebbe fornire
al cittadino questo tipo di
> informazione in maniera altrettanto chiara
e documentata di quella
> fornita dal progetto fuss di Bolzano o altri
analoghi, che tutti possono
> capire. Se lo studiano un po' e poi
copiano.
> 
> Magari un giorno provo a scrivere una pagina su quello che
una legge sul
> software libero, l'interoperabilita' e gli open data
potrebbe essere per
> una semplice cittadina che un po' ne mastica e che
vuol pagare la sua
> PA, ma una volta sola e solo quello che e'
strettamente necessario per
> raggiungere il fine specifico e avere in
cambio di denaro che non cresce
> sugli alberi qualcosa che magari
funzioni e che non sia un tormento. La
> legge richiede poco spazio,
invece il progetto vero e proprio per
> soddisfarla no. Dovrebbe essere
dettagliato, includendo un'analisi
> seria, con costi reali e benefici
verificabili, in modo operativo. 
> 
> In lista, pero', lasciatemi usare
un tono discorsivo, che tutti possano
> capire, provate a capire (io
cerco di spiegare, ma magari non ci
> riesco). 
> 
> Loredana
> 
>
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