[Discussioni] dibattito da salotto
loredana
llcfree a gmail.com
Lun 10 Mar 2014 11:51:09 CET
On Mon, 2014-03-10 at 10:52 +0100, studio.lanzalotta a tiscali.it wrote:
> vero, ma mettiamola cosė: il software libero č un sottoinsieme del pių
> grande insieme "open source" ovvero un software "open" non č
> necessariamente libero, un sotware "libero" č necessariamente "open".
> Mettendo il termine pių blando "open" posso poi con facili artifici
> commerciali escludere di fatto l'insieme "libero". Č questo il mio
> fondato timore, chiedere a Stallman.
O (oppure, oltre a chiedere a Stallman) guardarsi intorno.
Non cred(ev)o che ci fosse bisogno di spiegare, ma se e' cosi', allora
si fa:
C'e' una differenza fondamentale tra il software libero e il software
non libero ma open e per comprenderla non occorrono cavilli, basta la
"ratio".
Il software libero (quello doc, nel senso della free software
foundation) implica che tale rimanga, indipendentemente da chi lo
produce, come lo produce e a quale prezzo. Questo permette la modifica e
il riuso, SENZA LA POSSIBILITA' che qualcuno, prima o poi, se ne
appropri e lo faccia sparire dalla libera circolazione. Nel software
open ma non libero non c'e' nulla del genere.
Come cittadini (tutti) non dovrebbero esserci dubbi su quale tipo di
software la PA dovrebbe adottare, a nome di tutti noi, e con i nostri
soldi. Se c'e' un caso in cui il riuso e' il fattore economico
predominante, mi pare che nel caso della PA abbiamo un esempio da
manuale.
E' primavera, varrebbe la pena di uscire dai salotti e farsi un salutare
quanto doloroso bagno di realta'. Li' fuori davvero c'e' di tutto.
Loredana
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