[Discussioni] Valutazioni sul In-Secure Boot, riveduto e corretto

loredana llcfree a gmail.com
Dom 16 Mar 2014 17:40:27 CET


On Sun, 2014-03-16 at 16:18 +0100, Elena ``of Valhalla'' wrote:
> On 2014-03-16 at 14:31:01 +0100, loredana wrote:
> > On Sun, 2014-03-16 at 14:18 +0100, Alessandro Pasotti wrote:

Alessandro Pasotti:
Magari mi sfugge qualcosa ma non mi risulta che gli schemi interni
dell' ATMEGA328P-PU (il chip di Arduino Uno) siano disponibili da
qualche parte, né che volendo potrei prendere tali schemi, produrre
una mia versione migliorata del suddetto chip e rivenderla. 

Loredana:
Beh, quello lo abbiamo gia' escluso in generale: non esiste. Vogliamo
continuare a discuterne? Basta dare un'occhiata al thread per capire che
siamo daccordo.

Elena:
e invece esistono: sia opencore che qi-hardware hanno svilupato dei 
chip totalmente liberi, dei quali si possono prendere gli schemi, 
migliorarli, produrli, rivenderli.

E' vero, anche questo lo abbiamo gia detto nel thread. 

Credo che senza definire a cosa ci si riferisca di volta in volta sia
difficile intendersi e si sia alla fin tutti daccordo anche quando
all'apparenza sembra il contrario.

Io ci provo.

Nel caso specifico ci si riferiva ai vari microcontrollori. Che atmel
abbia ben prima di arduino messo a disposizione applicazioni e strumenti
di sviluppo liberi e' difficilmente contestabile. Basta andare sul suo
sito e averlo frequentato negli anni, insieme ad altri dello stesso
settore, per sapere quanto costasse (e non solo in termini economici, ma
di legame e dipendenza) un sistema di sviluppo per una famiglia di micro
e quale e quanta documentazione fosse liberamente disponibile. Questo
PRIMA che piu' o meno a malincuore altri fossero costretti ad adeguarsi,
almeno in parte. Conta la storia, insomma, nel dare credibilita' ai
progetti. E conta la quantita', insieme alle conseguenze. Non si puo'
fare un'istantanea e sperare anche solo di avvicinarsi a capire.

Per quel che mi riguarda, la definizione di hardware "libero" e' di tipo
funzionale e sono totalmente daccordo con quello che, in questo settore,
dice la free software foundation: l'hardware diventa materia di
discussione quando non e' piu' fisso, ma travasa nel software e, negli
anni, la linea di demarcazione si e' fatta sempre piu' sfumata. Cosi' il
bios e' software da quando si puo' modificare fin troppo, ma solo da
parte dei venditori (progetto coreboot). UEFI, secure/restricted boot,
il codice FPGA etc sono software, lo sono il firmware, i drivers. Per
hardware libero si intende inoltre la possibilita' di operare su
quell'hardware con software libero, che nel caso delle fsf significa con
una distribuzione libera, che implica una ben precisa definizione, per
esempio. Non si intende necessariamente il progetto sottostante,
l'elettronica altamente integrata dei chip odierni, anche se val la pena
spingere in quella direzione e cosi' fa la fsf con la stampante 3D
"certificata" e degli altri progetti di cui si e' gia', far tutti,
parlato.

Per tornare ai microcontrollori, se nel frattempo almeno si ha la
documentazione funzionale del micro, e se si puo' usare software libero
anziche' sistemi di sviluppo dedicati, c'e' gia' di che leccarsi le
dita. Arduino ha costruito su atmel, questo e' un fatto. Secondo me,
perche' atmel da anni incoraggia e rende facile sviluppare firmware e
applicazioni per il suo hardware. Lo fa abbassando la soglia di
ingresso, come fa un enzima, e lo fa da ben prima dell'esistenza di
arduino. E' questo, sempre secondo me, che ha favorito arduino e lo ha
condizionato nella scelta del  microcontrollore. Copiare dopo, a
successo avvenuto, lo san fare tutti, e' invece l'innovare, il produrre
un cambiamento, l'aspetto interessante che val la pena analizzare. 

Poi comunque la documentazione per il micro alla base di arduino uno non
e' niente male:

http://www.atmel.com/devices/ATMEGA328P.aspx

(dare anche solo un'occhiata a datasheets, Documents e Applications)

Ovviamente, definizione "funzionale" di hardware libero implica che
esista e che, nel tempo, se non ora, funzioni. Alcuni progetti
falliscono, altri hanno successo. Nel caso del free software, sia il
fallimento che il successo hanno un costo molto limitato rispetto al
software proprietario e questo favorisce la sperimentazione e la
selezione. Nel caso del free hardware, i costi salgono, ma forse
resteranno limitati rispetto alla produzione di hardware proprietario.
Ancora e' presto per dirlo.

Loredana




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