[Discussioni] PI: Java ed Android, anche Obama sta con Oracle
llcfree
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Ven 5 Giu 2015 11:38:55 CEST
On Fri, 2015-06-05 at 08:08 +0000, Paolo Sacconier wrote:
> On Fri, Jun 5, 2015 at 9:43 AM Francesco Potortì <pot a potorti.it>
> wrote:
>
> Studio Lanzalotta:
> > in effetti Loredana puntualizza correttamente il caso
> particolare,
> >però così facendo si rischia di perdere il caso generale sul
> >copyright.
>
> Il caso generale è potenzialmente drammatico: se non cambia
> nulla, le
> interfacce diventano soggette a licenza di copyright. Un
> colpo
> fortissimo al concetto di ineroperabilità e di conseguenza al
> software
> libero, che rischia di rimanere relegato ai soli ambienti
> tradizionali e
> venir tagliato furoi da ogni progresso.
>
>
> Proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno:
>
>
> - interfacce che siano pur sempre codice sono ed è giusto che come
> tutto il resto siano soggette al copyright
Mi permetto di correggere (con cognizione di causa). In questo caso,
siamo davvero alla frutta. Le api (Application Programming Interface)
NON sono (solo) codice (e neppure fanno il miele :)
In italiano (così è per tutti):
http://it.wikipedia.org/wiki/Application_programming_interface
> - questo dibattito può servire a stimolare anche chi non si è mai
> posto il problema a prendere coscienza dell'importanza della questione
> dell'interoperabilità ed è l'occasione per creare una nuova spinta
> verso un uso responsabile delle licenze anche da parte delle
> megacorporation del software, cavalchiamone l'onda
E' per questo che è utile entrare nello specifico dei singoli casi (che
comunque sono generali, visto l'entità della posta in gioco e i
giocatori in campo). Le battaglie di principio vanno benissimo, ma la
gente si perde molto facilmente quando non vede di che cosa si tratti
davvero. E io sono certa che anche i non tecnici sono in grado di
intendere (purché non gli si menta spudoratemente e glielo si dica
chiaro) e, di conseguenza, di volere.
> Snobbare una piattaforma come android che ha una pervasiva diffusione
> mondiale e che è l'unica base solida su cui è stata costruita una
> alternativa libera (replicant.us) e che pur con tanti difetti è la
> cosa più vicina agli ideali del software libero mi sembra veramente
> come spararsi in un piede.
Spero che non si sia inteso che voglio snobbare android. Non sono
(siamo?) qui a fare (solo) il tifo.
> Se la fetta di mercato di android ce l'avesse Apple o Microsoft
> sareste veramente più contenti?
E' di mercoledì scorso (a me è arrivata mercoledì scorso) la notizia di
word, ppt e excel per android.
Google e Apple vanno a braccetto (app che girano su entrambi i sistemi).
Ognuno si ricava un'enorme fetta di mercato in cui agire come
monopolista o quasi.
E noi? Questo è il punto. Nel gioco delle parti, ce n'è una sempre fuori
gioco, in parte per sua propria volontà, ma più che altro per
rassegnazione e cedimento di fronte alle forze in gioco.
Chi non si è accorto dell'abbondanza che per circa un ventennio CHIUNQUE
aveva a disposizione, magari non patisce troppo nel vedere cosa succede.
Così come chi non si ricorda l'adsl a pagamento a tempo della telecom
magari è felicissimo di pagare per un servizio risibile questo o quel
gestore mobile per qualche giga al mese o di mettere online
gratuitamente una decina (se va bene) di gigabyte (che stanno su una
chiavetta da quattro soldi), salvo poi pagare salato il resto, senza
neppure la garanzia che i suoi dati continueranno ad essere disponibili
(basta che non ci sia la rete e chissà comunque chi c'è dall'altra parte
e poi chi lo tira giù un terabyte che se ne sta tranquillo su un hard
disk da 80 euro, salvo che con i nuovi giocattoli non è accessibile in
nessun modo?)
Ma la cosa più tragica non è il costo di quel che ci elargiscono, bontà
loro, è quello che avrebbe potuto essere e non è.
E anche se si vogliono solo considerare gli aspetti di compra-vendita,
ammesso che ci restino i soldi per comprare, a noi ci trattano come
paesi del terzo mondo e le cose belle (privatissime) non ce le danno
neanche a pagarle (è il caso dell'ultimo ebook di amazon, per comprarlo
occorre avere un indirizzo negli Stati Uniti, in Inghilterra o in
Germania, da noi prima si fanno fuori i fondi di magazzino...)
Ora lo spazio si fa ben stretto. Gli stati (anche quelli uniti) stanno
collassando, figurarsi i singoli. I singoli però hanno un vantaggio
rispetto alle entità astratte, pensano e sentono sulla loro pelle.
Ah, non sono pessimista, sono realista :)
Loredana
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