[Dizionario] Collaborazioni

[Andrea Sivieri]

> Buongiorno,
> ho letto di questo progetto e ne sono molto interessato. 
> Ma avrei da fare una domanda: dato che l'utilizzo finale 
> mi sembra di aver capito che sarebbe gratuito, 

Il mondo e` gia` pieno di dizionari non liberi, non gratuiti...

> per eventuali collaborazioni nello sviluppo (sia del software che 
> della linguistica computazionale) sono previsti compensi?
> In tal caso  e` prevista l'ipotesi di appoggiarsi 
> a qualche ditta?

Le cose stanno grosso modo cosi`, correggetemi se sbaglio:

- in mancanza di sponsor, oltre alla felicita` di avere finalmente 
a disposizione risorse linguistiche libere per l'italiano, e` prevista 
la gloria e, chi lo sa, un piccolo monumento.

- in presenza di sponsor, allora certi sotto-progetti potrebbero
potenzialmente essere portati a termine anche sotto compenso.
Questo permetterebbe allo sponsor di avere visibilita`
pubblicitaria, non di vantare sul lavoro fatto diritti aggiuntivi
rispetto a quelli garantiti dalle licenze libere (tipo GNU FDL)
che presumibilmente verrebbero usate. 

> Scusate la franchezza, ma secondo me  e` fondamentale avere 
questi chiarimenti.

E` sicuro che se ci fossero persone che lavorano a tempo pieno
a questo progetto, grazie all'appoggio di qualche azienda, allora 
si potrebbe procedere piu` in fretta, ma anche senza alcun sostegno
finanziario si procedera` comunque.

Un'altra cosa bella secondo me sarebbe che le Universita` italiane,
che hanno raccolto risorse linguistiche, le condividessero con questo
progetto, in modo da evitare lavoro duplicato. Questo e` un auspicio,
perche` l'Universita` italiana possa diventare fino in fondo quel centro 
di diffusione delle conoscenze che dovrebbe essere. Credo che questo
potrebbe essere fatto anche con il sostegno di fondi europei o nazionali,
se ci fosse la volonta` in ambito accademico. Vedremo...

Mi sono dimenticato qualcosa?

Ciao,
          Andrea

PS: un'altra possibilita` interessante sarebbe che un editore doni
un dizionario che fa fatica a vendere per avere ritorno pubblicitario
(vedi ad esempio la storia del browser Netscape, diventato Mozilla).
Comunque queste cose non succedono tutti i giorni...