[Dizionario] Re: dizionario Digest, Vol 7, Issue 2
ML
marikalo a hotmail.com
Dom 10 Ott 2004 17:06:03 CEST
Per cominciare ben tornato Andrea,
cercherò di controllare subito presso la casa editrice Vallardi.
Benvenuta Valentina,
non solo non sei la "rompipalle" della situazione ma sei veramente
BENVENUTA!!!
A me non ancora, ma a chi si è posto prima di me i problemi di diritti
sicuramente le tue informazioni hanno aiutato molto.
Io mi sono limitata a rileggere più volte la tua mail e la risposta di
Andrea, ma come per le istruzioni di manuali, preferisco tradurli piuttosto
che comprenderli :)))
Scherzi a parte mi puoi chiarire il punto seguente?
> 1. Il Melzi non sarà mai di pubblico domino (i diritti morali non si
> estinguono mai da noi): è, invece, patrimonio dell'umanità.
> Soltanto in USA c'è il pubblico dominio, perché in USA non esiste il
diritto
> morale d'autore ma solo il diritto patrimoniale, estinto il quale l'opera
va
> sotto public domain.
Cosa implica, nel nostro caso, l'impossibilità di estinzione del diritto
morale?
> 2. "Nelle opere collettive la durata dei diritti di utilizzazione
economica
> spettante ad ogni collaboratore si determina sulla vita di ciascuno. La
> durata dei diritti di utilizzazione economica dell'opera come un tutto è
di
> settant'anni dalla prima pubblicazione... ".
>
> Se nelle opere collettive la durata del diritto patrimoniale si calcola in
> relazione alla data della prima pubblicazione, perché avete fatto il conto
> sui 70 anni post mortem? Il dizionario è "un tutto" e voi avete intenzione
> di riprodurlo tutto, no?
>
> Non ci sono dizionari pubblicati per la prima volta nel 1934? ;)
Il dizionario di cui parliamo noi dovrebbe essere un'edizione del 1920, come
ha ribadito e spiegato i motivi Andrea, pensi che ci siano problemi ad
utilizzarla?
> > Il dizionario è "un tutto" e voi avete intenzione di riprodurlo tutto,
no?
>
> Adesso credo di capire: vale probabilmente la numero 1) per il dizionario
completo,
> vale la numero 2) per le singole parti del dizionario scritte da un certo
autore.
>
> Noi pensavamo in un primo tempo di trascrivere tutta la parte
> linguistica del dizionario e solo successivamente di trascrivere
> la parte enciclopedia. Di media sono sulle 800 pagine per parte.
> Quindi fare tutte e due le parti non è uno scherzo.
>
> Inoltre sarebbe bello poter usare le voci del dizionario anche
> indipendentemente o ricombinate con materiale moderno.
>
> A quel punto non saprei dire se noi il dizionario ci troveremo
> ad utilizzarlo sempre come un tutto. :-/
>
In ogni caso credo che ci siano due strade diverse da intraprendere ovvero:
1) decidiamo di creare una "riedizione" del Melzi, del tipo la riedizione
del Tommaseo appena pubblicata da Zanichelli. Allora ci basta una
ridigitazione e credo che in quel caso dobbiamo andare incontro a studi
approfonditi sui diritti, perchè riproponiamo il materiale tale qual'è! E'
ammetto che da buona filologa ab origine, non mi dispiacerebbe che qualcuno
riuscisse a ripubblicarlo con tutte le incisioni dell'epoca che lo rendono
un'opra d'arte nel suo genere. Ma non credo che sia il nostro caso.
2) Le scansioni le usiamo solo per uso personale (mettendole semmai su una
sezione del sito alla quale si può accedere solo con password) controllo
ricorrezioni etc. ed invece ci appropinquiammo ad utilizzare il Melzi come
corpus di base citandolo, in quello che potrebbe essere una sezione
bibliografia (ora non so' come funziona per il sito o la riproduzione di
testi, ma in genere quando si scrive qualcosa non si viene accusati di
plagio se ci si limita a citare tutte le fonti), aggiungendo e modificando
le definizioni secondo le attuali necessità. Infatti uno dei fattori dei
quali non abbiamo tenuto conto è l'obsolescenza delle definizioni, specie
per tutti i termi che si interfacciano in qualuche modo con i costumi e la
società. Quindi una rilettura ed una riscrittura di ogni definizione sarà
necessaria. Oltre tutto, come c'è stato modo di palarne con Andrea gli
attuali dizionari, sono ancora poco "rigorosi", quindi sarebbe interessante
stabilire una vera e propria struttura o più strutture (a seconda delle
categorie gramamticali ad esempio) da seguire.
Questa seconda strada implicherebbe dei problemi legali?
Ciao Marìka
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