[Formati] commenti sui testi (was Re: formati digest, Vol 1 #111
- 3 msgs)
Roberto Galoppini
formati@softwarelibero.it
Mon, 08 Dec 2003 11:36:52 +0100
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>From: "Leonardo Boselli"
>Date: Sun, 07 Dec 2003 20:25:40 +0100
>Subject: Re: [Formati] commenti sui testi (was Re: formati digest, Vol 1 #111 - 3 msgs)
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>FAcciamo un ragionamento: non =E8 detto che usare un certo programma
>non debba proprietarizzare i dati: banalmente pensiamo a un programma
>di cifratura, in cui lo scopo dello stesso =E8 proprio di rendere propriet=
>ari i
>dati.
>
L'accezione in cui ho usato il termine proprietario è quella classica,
ovvero un formato è proprietario quando il soggetto che lo ha
"registrato" detiene dei diritti esclusivi sull'utilizzo del formato
(che eventualmente può concedere in parte o in toto in cambio di
royalty). Nota che il soggetto, a differenza di quanto dice il documento
prodotto dalla Commissione, non deve necessariamente mantenere segreto
il funzionamento (la specifica), visto che la pubblicità di un formato
non implica che esso sia libero (esattamente come per il sorgente di un
programma).
Un dato cifrato, ovvero occultato in modo tale che terzi non possano
leggerlo, non è nemmeno detto che sia espresso in un determinato formato.
Varrebbe forse la pena chiarire che nei formati liberi i dati devono
essere rappresentati in chiaro o in una codifica nota, ad eccezione di
quei dati che l'utente, per sua scelta, decide di cifrare.
>>che sarebbe (secondo me): "Libert=E0 di modificare le specifiche [per
>>estenderle] e redistriburne le versioni modificate", infatti il non
>>avere limitazioni =E8 importante non solo per la creazione di programmi,
>>ma anche per la redazione delle specifiche del formato, che appunto
>>dovrebbero poter essere modificate.
>>
>>
>
>Qu=EC c'=E8 da fare un ragionamento particolare:
>Mettiamo che un produttore di SW proprietario crei un programma che
>utilizza un formato "libero" ma che ci aggiunga alcune "estensioni" in
>maniera clandestina, ossia che non sono documentate e non appaiono,
>in quanto sono delle capabilities nascoste del client.
>E questo programma acquisti grande diffusione anche per la capacit=E0 di
>leggere un formato diffuso.
>Forniere un programma proprietario con migliori prestazioni di uno libero
>non =E8 illecito, e se il prezzo =E8 ragionevole molti lo sceglieranno.
>Mettiamo poi che il produttore di questo programma rilasci un'update del
>programma che non solo "legga"le estensioni "non ufficiali", ma le emetta
>pure, in maniera sporadica, in modo tale da rendere difficoltosa la
>interoperabilit=E0, di fatto creando un nuovo formato, non pi=F9 libero in=
>
>quanto non documentato pubblicamente. A quel punto la operazione
>servir=E0 per allargarsi il mercato a scapito di chi rispettava lo standar=
>d del
>formato e in caso di migliorie le rendeva pubbnliche consentendo alla
>concorrenza di adeguare i propri prodotti allo stesso tempo.
>
Concordo su tutta la linea, potremmo fare una raccomandazione in
proposito alla PA e agli enti di standardizzazione, ma rimane
fondamentale lasciare la possibilità di modificare (estendere) un
formato. Si pensi ad esempio ad un formato per la rappresentazione di
dati relativi ai farmaci che non potesse essere esteso laddove
l'istituto superiore di sanità richiedesse l'aggiunta di un determinato
attributo (es.: un controllo di qualità).
Rob Galop