[Formati] commenti sui testi
Roberto Galoppini
formati@softwarelibero.it
Sun, 14 Dec 2003 20:18:43 +0100
Simo Sorce wrote:
>On Sat, 2003-12-13 at 13:20, Roberto Galoppini wrote:
>
>
>
>>Non mi è chiara la critica :) cmq è fondamentale che un formato se
>>modificato debba poter essere di nuovo essere reso pubblico, aggiungo
>>che le caratteristiche copyleft dovrebbero essere fortemente
>>raccomandate (in altre parole un formato proprietarizzabile nelle sue
>>modifiche è un rischio che dobbiamo cercare di limitare).
>>
>>
>
>essendo che il formato per sua natura non è sottoposto a diritto
>d'autore, non vedo come il copyleft possa entrarci.
>
Mi riferivo al concetto (caratteristiche), non allo strumento
(copyright) con cui attuarlo.
>
>La nostra è solo una definizione. Sarà ben difficile appiccicare un
>qualche tipo di licenza ad un formato.
>Puoi proteggere con il (C) la sua descrizione, ma questo non proteggera
>il formato. Puoi proteggeren con il (R)/(TM) (Marchio Registrato/Trade
>Mark) il nome, ma di nuovo nonil formato in se. Puoi usitilizzare i
>cosiddetti brevetti software per coprirne l'uso di alcune
>caratteristiche, ma di nuovo non proteggi il formato in se. Ma solo
>l'uso di alcune funzionalità legate a tal formato.
>
Proporrei di utilizzare quanto previsto dalla sezione 1o dell'RFC 2026
(la sezione dell'RFC dedicato al processo di creazione degli standard
internet).
>Ma in ogni caso, nessuno potrà mai impedirti di fare
>una applicazione proprieteria che estende tale formato in modo che sia
>incompatibile. L'unica cosa che puoi fare è proteggere il nome di tale
>formato con un marchio registrato di cui concedi l'uso solo a chi è
>conforme alle tue specifiche.
>
Questo non ci tutela, serve una vera e propria legge (e questo vale solo
per le PA ovviamente).
>Vorrei che si tenesse bene in mente che non stiamo cercando di definire
>le libertà di un formato relativamente ad un qualsiasi tipo di
>legislazione. Quindi dobbiamo pensare in astgratto a cosa definirebbe un
>formato libero sia che ci sia assenza di legislazioni, sia che ci siano
>le legislazioni più oppressive pensabili.
>
>Solo dopo se vogliamo possiamo dare suggerimenti su come utilizzare le
>norme vigenti e gli istituti giuridici esistenti, per cercare di creare
>qualche cosa di simile al copyleft per un formato.
>
Condivido l'approccio.
>Attenzione, so che l'impossibilità d'uso di un formato, rende ovviamente
>implicitamente impossibile (o meglio inutile) fare delle modifiche alle
>sole specifiche. Ma cerchiamo di separare la teoria dalla pratica e
>definire correttamente entrambe gli aspetti.
>
Riprendo l'argomento nella successiva mail, concordo che è un punto nodale.
>>Magari, purtroppo qualcuno in qualche modo è riuscito a far passare che
>>i formati potessero essere oggetto di brevetti, e molti lo sono ed
>>alcuni sono anche rilasciati da corpi di standardizzazione in formula
>>RAND (si veda l'ebXML di IBM rilasciato da OASIS).
>>
>>
>
>NO,no,no,no.
>
>Non è il formato che è oggetto di brevetto, ma sono alcune tecniche che
>il formato sottintende che lo sono, ok?
>
Lo so bene, non ci fiscalizziamo, la sostanza è quella espressa da te
sotto, e questo vale anche per altri brevetti "sui formati".
>Poi ovviamente ci sono formati che non hanon senso se gli si toglie la
>parte che è oggetto di brevetto, ma questo è una cosa differente.
>
>>Insisto, occorre permettere anche altre funzioni, limitarci a queste è
>>rischioso. La parentesi sulla questione importazione-esportazione era
>>solo un esempio, non volevo dire che ci si limitava a quelle, ma solo
>>che quelle erano realizzabili solo con quelle codifica/decodifica.
>>
>>
>
>Mi sa propri oche non ci capiamo :-(
>
Non sono convinto che ci convenga specificare le sole operazioni di
codifica/decodifica per come quest'espressione possa poi essere
interpretata, convengo sul fatto che sul dato espresso in un certo
formato le operazioni primitive siano quelle, ma vorrei usare una
formulazione scevra da rischi interpretativi.
Tutto qua.
Rob Galop