[Formati] Definizione e obiettivi

Mirko Maischberger mirko at lilik.it
Fri Jan 28 15:40:32 UTC 2005


Ciao,
mi sono da poco iscritto a questa lista su segnalazione di Simone 
Piccardi e, dopo averne letto gli archivi, vorrei provare a dare un mio 
contributo che in una prima fase consterà più che altro nel porre nuovi 
dubbi o riproporne di vecchi.

Sebbene elencare quelli che ritengo formati liberi non mi risulti 
particolarmente difficile, definire "formato libero", anche dopo aver 
letto e riletto il documento nel suo stato attuale e tutte le 
discussioni che hanno portato alla sua stesura, mi risulta 
particolarmente difficile.

Qual'è l'obiettivo di questa lista? Si tratta di individuare 
pragmaticamente dei formati che possano garantire oggi e per il futuro 
l'interoperabilità tra programmi e piattaforma diverse? oppure più 
radicalmente di definire quello che intendiamo per "formato libero" in 
subordine al software libero?

Interessa convincere l'utente medio a non usare il .doc? la pubblica 
amministrazione a non usare formati non interoperabili per memorizzare i 
dati dell'anagrafe? definire "formato libero" senza concentrarsi su 
problemi specifici? o altro ancora?

In realtà un'idea leggendo gli archivi me la sono fatta, ma non sono 
sicuro che sia quella giusta. Mi pare che l'approccio che si vuole dare 
sia quello pragmatico, consci del fatto che mentre per il software la 
disponibilità del codice sorgente con licenza libera è una conquista 
importante, i formati siano in realtà un altro paio di maniche.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che l'intento sia quello di fornire un 
elenco di formati "accettabili" più che "liberi", sbaglio? Mi parrebbe 
un ottimo modo di non discriminare né gli utenti di software libero né 
quelli di software con altre licenze. In fondo si sta parlando della 
libertà del formato, non della libertà della documentazione che lo descrive.

Però dare una definizione "pragmatica" è molto più difficile del darne 
una radicale.

Una definizione radicale che mi soddisferebbe sarebbe qualcosa tipo: "un 
formato dati è libero se è descritto da documentazione libera corredata 
da  una implementazione di riferimento libera e da un validatore con 
licenza libera".

Una definizione più pragmatica potrebbe essere: "un formato dati è 
libero se è possibile adottarlo in un prodotto software libero, senza 
restrizioni e senza ricorrere a tecniche di reverse-engineering".

Non pensate che si potrebbero definire le due cose separatamente, 
distinguendo proficuamente tra formati dati liberi e formati dati -- 
come dire... -- "accettabili"?


-- 
Mirko Maischberger - jabber: mirko at jabber.linux.it - GPGKey: 5B35D286
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