[Formati] Definizione e obiettivi
Mirko Maischberger
mirko at lilik.it
Sat Jan 29 14:58:30 UTC 2005
Roberto Galoppini wrote:
> Secondo me i gradi di libertà hanno un senso, ma in un panorama più
> generale, dove la questione del meccanismo di accesso agli organi
> preposti alla definizione degli standard è uno dei termini della
> questione, come le IPR del relativo gruppo di standardizzazione; temi
> apparentemente esterni alla definzione di formato libero.
Questa temo di non averla capita. E' un tema esterno o no? E qual'è il
tema di preciso?
>>> Una definizione radicale che mi soddisferebbe sarebbe qualcosa tipo:
>>> "un formato dati è libero se è descritto da documentazione libera
>>> corredata da una implementazione di riferimento libera e da un
>>> validatore con licenza libera".
>>
>>
>>
>> Io mi atterrei alle caratteristiche del formato, più che al fatto che
>> esistano software o validatori. Altrimenti un formato non sarà mai
>> libero finchè non viene implementato (e si rischia che non venga
>> implementato perchè non è libero :-)
>
>
> Direi che i validatori vanno al di là dei nostri scopi, e soprattutto
> dei nostri mezzi.
Beh, ma la considerazione sui mezzi è pragmatica!
E comunque, tecnicamente, grazie ad XML, il validatore potrebbe
tranquillamente rientrare nei mezzi. Per assurdo è più difficile avere
una documentazione libera che un validatore libero.
Sugli scopi... beh, siamo qui anche per definirli. Secondo me
l'esistenza di una implementazione di riferimento di pubblico dominio
o, in sua mancanza, di un validatore sono elementi essenziali. Lo sono
almeno quanto la documentazione, IMO. E sono calzanti allo stesso modo,
magari poco, ma allo stesso modo.
Tutto ciò salvo dover definire "implementazione di riferimento" e
"validatore".
Per non parlare poi della differenza che c'è tra "leggere un .rtf" e lo
"stamparlo come fa word". O tra "leggere in DXF" e "manipolarlo come fa
autocad".
E' un terreno sdrucciolevole.
>>> Una definizione più pragmatica potrebbe essere: "un formato dati è
>>> libero se è possibile adottarlo in un prodotto software libero, senza
>>> restrizioni e senza ricorrere a tecniche di reverse-engineering".
>>
>>
>>
>> Questa definizione è molto scivolosa è necessario definire ben bene cosa
>> vuol dire: "è possibile adottarlo in un prodotto software libero".
>
>
> Io sono convinto che se smettiamo di parlare di "formati" e parliamo in
> termini di "specifiche di formati" la mia vecchia tesi della
> riapplicabilità delle 4 libertà prende corpo: estendo il concetto a breve.
Beh, sì, parlare di specifiche di formati ha senso, ma è un'altra
faccenda per la quale non è necessario definire "formato libero", ma può
bastare la GFDL (salvo dubbi sulla sua libertà).
--
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