[Diritto] Ascolta la tua sete.
Marco Ermini
diritto@softwarelibero.it
Mon, 5 Aug 2002 17:58:21 +0000
On 05 Aug 2002 16:56:23 +0200, Simo Sorce <simo.sorce@xsec.it> wrote:
[...]
> > Ci sono anche moglie e figli, che hanno diritto di godere dei diritti di
> > autore del padre-autore morto. Come in effetti avviene.
>
> Questo è tutto da vedere!
Non c'e' nulla "da vedere", c'e' gia' la legge che lo regolamenta.
> E i nipoti non hanno il diritto di godere di
> quelli del nonno?
Questo lo dovresti chiedere a chi e' esperto di questo tipo di legislazione.
> E i figli dei politici, mi sembra giusto che godano anch'essi di ciò che
> fanno i padri morti, passiamo da un sistema elettivo, ad uno ereditario?
Non ho capito la battuta, ma sicuramente va di moda di questi tempi
> > La stragrande maggioranza della grande industria vive su cicli economici
> > che durano ben piu' di dieci anni. Cosi' come vivono cosi', per esempio,
> > tutte le aziende farmaceutiche e biotecnologiche in generale, e comunque
> > tutte quelle che fanno ricerca.
>
> Quelle vivono su cicli meno che decennali, tutti i piani di rientro che
"Quelle" sicuramente hanno grande piacere a vedere dei rientri piu' immediati,
ma sicuramente quando si investe nella ricerca si tengono di conto ben piu' di
3 o 5 anni.
> vedo sui siti di "proprietà intellettuale" fanno riferimento a 5 massimo
> 10 anni (casi rari), e ovviamente si parla di tutela a partire dalla
> data di pubblicazione, non di quella di ideazione, quindi sarebbero 10
> anni di rientro puro.
Mi sfugge questo concetto, ma non importa
> La ricerca al giorno d'oggi è anzi minata dal
> brevetto e i tempi sono contingentati per arrivare primi alla lotteria
> (il brevetto) a scapito della qualità della ricerca (ho testimonianze di
> prima mano).
Ah, se lo dici tu :-)
> Non ci si deve meravigliare infatti se i farmaci oggi in
> commercio si rivelano dopo pochi anni dannosi o con gravi difetti
> collaterali imprevisti ...
Di quali farmaci stai parlando?
Simo, stai attento a quello che dici, si fa presto a spararle grosse... e a
cadere nella solita retorica giornalistica - se crocifiggiamo un Panerai
perche' si inventa "open world" a maggior ragione troverai qualcuno ben
disposto a crocifiggere un Simo Sorce nel caso ripetesse a pappagallo le
vecchie idiozie giornalistiche sulla Nimesulide finlandese o altre simili.
Attenzione, si fa presto a spararle grosse quando si parla di qualcosa che ti
ha raccontato "tuo cuggino" - ma di prima mano! Panerai docet :-)
Quello dei farmaci, Simo, e' un problema complesso. I brevetti ed il profitto
sicuramente ci mettono la loro, ma fino ad un certo punto. Se tu dovessi
attendere, per ogni farmaco che viene inventato, che venga ultimata ogni
possibile indagine e sperimentazione, comprese quelle di tipo statistico,
epidemiologico, di interazione ecc., oggi *forse* potremmo usare a malapena
l'aspirina - e nessuno puo' essere sicuro al 100% che siano state scoperte
tutte le possibili complicazioni dell'acido acetilsalicidico stesso. Questo
perche' il corpo umano non e' un computer e perche' tutti gli uomini sono
diversi. Esiste quindi un margine entro cui si ritiene positiva una
sperimentazione ed un farmaco puo' essere messo in commercio (e ti assicuro
che prima di arrivare alla stessa sperimentazione umana, che non viene certo
avviata alla leggera, ci vogliono a volte anni ed anni di ricerca); questo a
livello industriale, ma non basta: questi test sono ulteriormente ripetuti a
livello governativo - ogni singolo governo, a seconda della legislazione
locale, esegue delle sperimentazioni prima di ritenere idoneo un farmaco al
mercato nazionale. Questo non toglie che ci siano, ovviamente, interessi di
ogni tipo in ballo, come non toglie che a volte vengano fuori effetti
inaspettati di certi farmaci (dovuti soprattutto ad interazioni), ma questo e'
raro e comunque era sicuramente poco prevedibile, e comunque, se dovessimo
aspettare di aver ultimato *tutti* i test possibili, ripeto, saremmo a
malapena all'aspirina. Pero', se stiamo parlando di cicli di investimenti e di
tempi previsti per il rientro economico sulla ricerca di un farmaco, si parla
di molti anni (senza parlare di quelli scoperti per caso...).
> > Che poi il ciclo di sfruttamento di un "autore" o di "un
> > software" siano in genere piu' brevi, e' possibile - ma molte cose sono il
>
> ...si dice di "un programma", software non è numerabile...
Dunque, se non e' numerabile? qual e' la differenza?
> > frutto comunque di anni di ricerca, non facciamoci fuorviare dal fatto che
> > un software "esca" ad una certa data. Java per esempio e' stato "incubato"
> > per anni ed ha superato felicemente i 10 anni proprio adesso, direi in
> > piena forma e sulla cresta dell'onda... non credo proprio che alla Sun
> > piacerebbe che i suoi diritti su Java "scadessero" - ne' sarebbe giusto.
>
> mah a me non sembra che la data di pubblicazione di java 1.0 sia
> anteriore a dieci anni fa.
Simo, abbiamo (dico "abbiamo" perche' io seguo Java da lungo tempo... e ne so
qualcosa...) festeggiato il decennale proprio l'anno scorso, te l'assicuro :-)
> E in ogni caso java 1.4 è uscito ieri, è
> palese che java 1.4 godrebbe di "protezione a partire da quest'anno ...
Si sta parlando di cicli di investimenti, Java e' un ottimo esempio. Java 1.4
non e' una cosa nettamente nuova rispetto a Java 1.0, principalmente e' una
estensione della library (o meglio sarebbe dire, della piattaforma): a parte
alcune ottimizzazioni (es., HotSpot inserito nella 1.3), Java come compilatore
(o meglio, la sintassi del linguaggio in quanto tale) e' lo stesso dalla
versione 1.0, e per la gran parte il codice delle varie piattaforme e' piu' o
meno compatibile. La vera differenza sta nel numero delle classi e dei
packages:
1.0: 212 classi, 8 packages
1.1: 504 classi, 23 packages
1.2: 1520 classi, 59 packages
1.3: 1842 classi, 76 packages
1.4: 2991 classi, 135 packages
Java come linguaggio e' il frutto di anni di ricerca, ricerca che parte da
SmallTalk (da cui ha ereditato alcune tecniche di programmazione come il
model-view-controller) ed i primi pioneristici rudimenti della programmazione
ad oggetti in C (non C++). E' sicuramente un progetto che data molto piu' di
11 anni, nonostante sia sul mercato da circa 11.
> > Andiamoci quindi piano sul "non conosco nessuno che" visto che potrebbe
> > non essere del tutto esatto.
>
> In ogni caso si parlava esplicitamente del campo del software, quindi
> divagare sulla farmacologia o altro è totalmente fuorviante.
Si stava facendo un discorso generale. In questo thread si e' parlato di
tutto, dai CD musicali alle lattine di Sprite. Non lo trovo affatto fuorviante
(perche' mai?)
> Nel campo
> del software gli investimenti si pianificano per un piano di rientro
> massimo di 3 anni di solito.
Come ho ampiamente illustrato altrove, esistono ambiti particolari in cui il
software viene utilizzato da ben piu' tempo. Non so se hai presente una cosa
che si chiama Unix ;-)
ciao
--
Marco Ermini
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by stupidity. (Hanlon's Razor, corollary to Finagle's law)