[Diritto] FLA: una risposta ad Andrea Monti

Andrea Rossato diritto@softwarelibero.it
Thu, 17 Apr 2003 22:09:09 +0200


Giovanni Biscuolo wrote:
> Per favore invia almeno qui la tua risposta a Monti, o comunque le tue
> considerazioni sul suo ulteriore insistere sull'argomento.


In verità mi sembra ci sia poco da ribattere. Sulle questioni giuridiche 
ho detto: il FLA è uno strumento utile a perseguire lo scopo della 
azionabilità in giudizio della GPL, che altrimenti rischierebbe di non 
poter entrare nel percorso giurisdizionale per il problema della 
contitolarità dei diritti di utilizzazione economica sulle opere 
collettive. (oltre al fatto che il singolo si trova spesso in condizioni 
di oggettiva difficoltà nell'azionare in giurisdizioni, magari lontane, 
un contratto di questa natura, come un thread qui accato sta a dimostrare)
Che il FLA non sia adeguato agli scopi che deve perseguire non mi pare 
dimostrato. Ribadisco che esso mi pare un atto che validamente 
trasferisce i diritti in oggetto.

Riguardo alle sua opprtunità, non voglio entrare nel dibattito 
bazaar/cattedrale. Mi pare che Monti sposi l'idea del bazaar. Ciò è 
legittimo, ma, dal punto di vista del software libero, comporta tutte le 
implicazioni che sappiamo. Io sono invece a favore dell'esistenza di un 
gruppo di fanatici integralisti per i quali la libertà sul software non 
è negoziabile: predisporre tutti gli strumenti per salvaguardare questa 
sorta di proprietà collettiva, faticosamente raggiunta mediante un 
contratto come la GPL utilizzando in maniera anomala un diritto cosí 
peculiare come quello d'autore mi pare cosa opportuna. Anche al costo di 
talune limitazioni ai diritti dei singoli sviluppatori, i quali, ad ogni 
buon conto, sono comunque "ingabbiati" da altre "istituzioni informali", 
come le vicende di Xfree86 ora (o del layer IDE del kernel 2.5 qualche 
mese fa) stanno a dimostrare.
Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con la natura giuridica del FLA. 
Capita spesso che i giuristi, nell'abbracciare una causa, siano portati 
ad attribuire alla causa contrapposta anzitutto l'illegittimità, la 
categoria della falsità trasportata sul piano giuridico. Ciò è 
umano...troppo umano, mi verrebbe da dire. Nel diritto non esistono 
verità e falsità, ma una decisione non piú impugnabile di un giudice, 
con tutto il carico di arbitrarietà che il ragionamento che la motiva 
irrimediabilmente posside.

Andrea