R: R: [Diritto] Ancora sulla EUCD
Davide Dozza
diritto@softwarelibero.it
Thu, 06 Feb 2003 13:35:59 +0100
> Devi leggere l'art. 39, e l'art. 9 (che introduce tutta una serie di
>
[...]
Ci daro' un'occhiata.
>
> Considera anche che quando esci la sera e vai birreria, la birra, la
> paghi. La seconda sera, la birra, la paghi. E così via. A prezzo pieno.
> Non che la seconda o la terza sera te la fanno pagare di meno...
> Acquisti un disco, o una videocassetta, li paghi una volta e ascolti e
> vedi quanto vuoi (fintantoché il supporto non si deteriora).
> Vuoi duplicare? Paghi un compenso minimo ogni volta che lo fai, non il
> prezzo pieno. Compenso che sul costo totale di un CD, è poco più
> dell'1%.
> Un CD costa 20 euro, il compenso è circa 0,23 euro. Personalmente,
> preferisco pagare l'1% per farmi una copia da mettere in auto, piuttosto
> che acquistarne un altro nuovo. Il sistema mi pare, equo.
Posso anche capire il principio per cui non devo sottostare ai controlli
accentando "l'equo compenso" (lo capisco, ma non lo accetto non in questa forma
e non per finanziare la SIAE), pero' questo esempio non calza.
L'impianto elettrico di casa lo pago una volta e non per l'uso (salvo la
bolletta ENEL). Eppure c'e' stato un'autore. Idem per l'automobile e la birra.
Li uso finchè non li consumo.
Il software cosi' come la musica sono beni che non si consumano. Anzi piu' li
uso e piu' aumentano di valore. Quindi l'esempio e' mal posto.
Non contesto il principio che occorra tutelare il diritto d'autore, contesto il
fatto che l'applicazione non segue principi democratici. Il diritto d'autore e'
tutelato solo per alcuni e questi alcuni sono pochi e gli unici che ne traggono
beneficio. Chiamiamola con il suo vero nome: *privilegio*.
E per di piu', dovendo accettare questo tipo di principio, vedo intaccata anche
la mia liberta', non di fare quello che voglio ma quello che sarebbe giusto e
cioe' scrivere la mia musica e metterla su un CD senza dover versare soldi alla
SIAE.
>
> E alternative valide ancora non se ne sono trovate, se non quelle che
> vanno a intaccare la nostra privacy, e che, personalmente, rifiuto di
> principio.
>
> Ti assicuro, che nella mia esperienza, la maggior parte degli autori
> (quelli che ricevono più di 50.000 euro l'anno per compensi di diritto
> di autore sono meno del 2% degli iscritti SIAE, la maggior parte non
> arriva a 10.000 euro/anno) campa con molta fatica, tanto che, il lavoro
> di autore puro, nel nostro paese, patria di Verdi, Rossini, ecc. ecc., e
> di un patrimonio musicale incredibile, sta scomparendo.
> Neppure si può ecquiparare il lavoro dell'autore musicale a quello del
> programmatore software che adotta una politica open sounce o software
> libero. Il sistema è diverso, molto lontano, ho avuto già modo di
> discuterne personalmente con alcuni membri di questa lista che credo in
> questo caso siano d'accordo con me.
>
Vedi sopra. Hai confermato il privilegio che alcune classi prosperano e gli
altri mangiano a fatica.
Vedi, se fossi certo che quei 23 centesimi finissero nelle tasche di quegli
autori che cercano di mantenere il patrimonio musicale italiano, che lo
arrichiscono oppure per progetti di rilancio in questo settore, sarei ben lieto
di cambiare opinione. Il fatto e' che quei soldi finiranno a rimpinguare
semplicemente le bisacce di chi i soldi li distribuisce gia' e quindi finiranno
inevitabilemente nelle stesse tasche lasciando al verde quelli che gia' lo sono.
E che magari fanno musica di qualità.
> Sulla SIAE: è un baraccone, non appartiene più agli autori... Non
> identifichiamola con questi: gli autori oggi stanno combattendo una dura
> battaglia sotterranea per avere la rappresentatività che meritano
> nell'ente, e che i proventi siano equamente distribuiti.
> Senza autori (di qualsiasi campo), no musica, no industria culturale, no
> SIAE, no film, no cultura, no interpreti, no libri, ecc.
> Pensaci, anche da questo punto di vista.
>
Condivido, ma credo ci dovrebbe essere un po' di concorrenza e magari 3 o 4 SIAE
che tutelano gli autori cosicche' possano scegliere quella in cui si
identificano meglio e soprattutto perche la SIAE stessa perda questo monopolio
che ne fa un baraccone di Stato inefficiente e clientelare.
> Un'ultima cosa su cui ragionare: tra 10 anni, esisterà ancora il
> supporto come oggi lo concepiamo? Oppure sarà tutto ondemand, con
> abbonamento flat, con la possibilità di utilizzare i repertori ove si
> vuole, ma con l'impossibilità di salvare (su HD, su player portatile, e
> così via)? Pensa alle possibilità di controllo e identificazione
> dell'utente...
> Secondo me, tra 10 anni ci saremo dimenticati del compenso, e saremo a
> discutere di un'altra EUCD...
> Chiarisco: trovo la questione del compenso minimale rispetto ad altri
> problemi, che sono molto più importanti e riguardano molto da più vicino
> la nostra sfera personale, e di consumatori.
Sicuramente.... E speriamo che la prossima EUCD verra' fatta in un altro contesto.
Davide
>
> -giovanni
>
>
>>-----Messaggio originale-----
>>Da: diritto-admin@softwarelibero.it
>>[mailto:diritto-admin@softwarelibero.it] Per conto di Davide Dozza
>>Inviato: giovedì 6 febbraio 2003 11.08
>>A: diritto@softwarelibero.it
>>Oggetto: Re: R: [Diritto] Ancora sulla EUCD
>>
>>
>>Vada per il fatto che non sia una tassa ma un compenso per le
>>copie ad
>>uso personale.
>>Allora esiste una ragione in piu' per sostenere che devono
>>esserci delle
>>deroghe a chi si crea i propri CD con le foto della propria famiglia,
>>oppure compone musica oppure distribuisce software libero.
>>
>>E' *assolutamente* iniquo (e la cosa mi fa imbufalire) dover
>>riconoscere
>>un compenso agli autori di una cosa che e' *mia*.
>>
>>Altra domanda: come fanno a calcolare l'equo compenso?
>>Assumo che avranno fatto un calcolo di quante sono le copie ad uso
>>personale di materiale sotto copyright e quanto di materiale
>>privato o
>>libero, e soprattutto assumo che questo calcolo debba essere
>>aggiornato
>>tutti gli anni con degli studi appositi per stimare il consumo degli
>>utenti. Per di pu' questo calcolo *deve* essere pubblico.
>>Se cio' non fosse ma semplicemente avessero fatto a spanne ci sarebbe
>>ancora una ragione in piu' per criticare una legge che tutela
>>semplicemente un baraccone come la SIAE che ha gli stipendi medi in
>>assoluto piu' alti in tutta la pubblica amministrazione.
>>
>>Davide
>>
>>
>>Giovanni d'Ammassa wrote:
>>
>>>Permettetemi di chiarire: non esiste nessuna tassa, ma un compenso
>>>dovuto agli autori, artisti interpreti ed esecutori, e produttori
>>>fonografici, nel caso si effettui una o può copie per uso personale
>>>non a scopo di lucro di un'opera audiovisiva (il software,
>>
>>quindi, è
>>
>>>escluso). Si tratta di una limitazione alla facoltà esclusiva, che
>>>spetta ai soggetti sopracitati, di riprodurre le proprie opere.
>>>Ovvero: se vogliamo fare una o più copie, ripeto,
>>
>>esclusivamente per uso
>>
>>>personale non a scopo di lucro di un opera audiovisiva regolarmente
>>>acquistata (per esempio per mettere il CD non originale in
>>
>>macchina, o
>>
>>>lasciarne una copia al mare, in montagna, ecc. ecc.) non dobbiamo
>>>chiedere il permesso ai titolari dei diritti, ma possiamo farlo in
>>>quanto il compenso è versato a monte con l'acquisto del supporto
>>>vergine.
>>>Questa è la pensata del legislatore, esiste in Italia da
>>
>>oltre 10 anni
>>
>>>(legge n. 93 del 1992), l'EUCD non introduce nulla di nuovo
>>
>>nel nostro
>>
>>>ordinamento, il decreto di recepimento di tale direttiva si
>>
>>limita ad
>>
>>>adeguare il compenso alle medie europee, e a portare la norma dalla
>>>legge 93/92 nella legge sul diritto di autore n.633 del 1941
>>>(collocazione più corretta, a mio e a parere di molti
>>
>>altri). E' tale
>>
>>>adeguamento che ha scatenato tutte le polemiche, e ha portato
>>>l'attenzione del consumatore sulla questione.
>>>Consiglio la lettura dei numerosi documenti che si trovano
>>
>>in Internet:
>>
>>>nel sito dell'associazione Software Libero, in
>>
>>Dirittodautore.it, nel
>>
>>>sito di AFDigitale, e così via.
>>>
>>> -giovanni d'ammassa
>>>
>>>
>>>
>>>>-----Messaggio originale-----
>>>>Da: diritto-admin@softwarelibero.it
>>>>[mailto:diritto-admin@softwarelibero.it] Per conto di Davide Dozza
>>>>Inviato: giovedì 6 febbraio 2003 9.28
>>>>A: diritto@softwarelibero.it
>>>>Oggetto: [Diritto] Ancora sulla EUCD
>>>>
>>>>
>>>>Faccio una domanda: se non ho capito male la EUCD imporrebbe
>>>>una tassa
>>>>sui supporti a copertura dei diritti d'autore persi a causa
>>>>delle copie
>>>>illegali.
>>>>E questi diritti immagino vengano distribuiti, o c'e' un
>>>>principio per
>>>>farlo, sugli autori.
>>>>
>>>>Correggetemi se sbaglio.
>>>>
>>>>Faccio adesso una domanda provocatoria.
>>>>Ma, visto che il software libero e' comunque soggetto a diritto
>>>>d'autore, non si potrebbe provare ad ottenere qualche
>>
>>soldino da quel
>>
>>>>fondo che si crea?
>>>>Se questo non fosse possibile perche' comunque il software
>>>>libero puo'
>>>>essere distribuito liberamente, non e' che si potrebbe trovare
>>>>un'appiglio per chiedere una deroga su quella tassa?
>>>>
>>>>Saluti
>>>>
>>>>Davide Dozza
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