[Discussioni] Parliamo di Software Libero
Marco Ermini
markoer a firenze.linux.it
Gio 22 Nov 2001 00:37:07 CET
On 20 Nov 2001 11:49:37 +0100
Simone Piccardi <piccardi a firenze.linux.it> wrote:
> On Tue, 2001-11-20 at 10:09, Francesco Potorti` wrote:
> > FSF:
> > > La OSI aveva l'intezione di mantenere l'integrità del movimento e di
> > > prevenire l'abuso da parte dei produttori di software proprietario
> > > introducendo l'"Open Source" come marchio depositato per il Software
> > > Libero; tuttavia questa iniziativa è fallita.
> >
> > Marco Ermini:
> > E chi lo dice? a me sembra che abbia svolto egregiamente gli scopi che
si era
> > prefissa.
> >
> > Anche a me, devo dire. Scopi parzialmente condivisibili fin
> > dall'inizio, e che nel tempo hanno mostrato i loro limiti. E tuttavia,
> > dal punto di vista di quegli scopi[1] è stata un successo.
>
> Su questo non sono del tutto convinto.
>
> Certo sul piano della diffusione del nome hai senz'altro ragione. Ma il
> loro scopo era anche quello di avere un marchio depositato che
> garantisse che "Open Source" rispondesse a certi criteri.
>
> Su quello han fallito completamente e adesso si sente anche parlare di
> Open Source Microsoft a proposito di .NET e dello shared source.
Al di la' degli obiettivi "tattici", lo scopo era di far assumere al free
software (o software OpenSource, come lo vuoi etichettare: e non mi si
risponda con la solita tiritera, sono volutamente provocatorio) una risonanza
piu' ampia e garantirgli delle basi *anche* economiche.
Purtroppo, noto sempre di piu' (rispondo qui ma non mi riferisco direttamente
a Simone) che c'e' la tendenza ad etichettare l'OpenSource come il fratello
traditore e "venduto" della causa. Inviterei ad atteggiamenti un po' meno
"militanti": per prima cosa, ricordiamoci che si parla comunque di un
movimento che ha si' dei rappresentanti riconosciuti, dei portavoce, ma non e'
un partito con un comitato centrale e non c'e' l'Accademia della Crusca a
controllare che Microsoft o chi altri non possano usare il termine
"OpenSource". Lo ha usato persino Al Gore nella sua seconda campagna da
vice-presidente ("il mio sito e' open source"... ovviamente voleva indicare
che era aperto ai commenti e contemporaneamente ammiccare al popolo tech,
facendo un po' di casino... pero' e' significativo della risonanza che ha il
termine negli USA gia' da diversi anni).
Per seconda cosa, si parla di una "lobby" che e' assolutamente trasversale ai
poteri economici, che se da una parte sicuramente "ammicca" ai finanziatori
come fanno tutte le lobby, dall'altra ha comunque la sua "filosofia" (espressa
da ESR), che, seppur essendo sicuramente molto criticabile e secondo me non
priva di idiosincrasie abbastanza evidenti per chi lavori nel mondo del
software, e' comunque stata articolata in modo molto piu' compiuto di altre ed
e' rimasta sostanzialmente fedele a se' stessa. Secondo me chi la crede
"deviata" e' influenzato da altri tipi di visione (come chi pensa che il
successo sia derivato dal "marketing" o dal "nascondere" il termine liberta':
questo termine, che ritengo personalmente, come ho gia' avuto modo di dire,
estremamente ambiguo da vari punti di vista, non c'e' mai stato nella OSI nel
senso di GNU, quindi non vedo dove sia avvenuta la "corruzione".). Quello che
voglio dire e' che vedo che, siccome si e' personalmente inclini a mettere
l'accento sulla "liberta'" contrapponendola ai grandi poteri economici, si
finisce per giudicare la OSI come un esperimento commerciale fallito (quindi
doppiamente negativo in quanto "commerciale" ed in quanto "fallito").
Qui ci si aggancia al terzo punto, ovvero: si puo' notare come molti giudizi
siano la commistione della cultura "hacker" che si riversa nella nostra
cultura "locale". Significativa la definizione che qualcuno ha dato di "Linux
che e' sia di destra che di sinistra". In realta' la vera "etica hacker", che
e' alla base del pensiero di Raymond, puo' essere perfettamente compatibile
con i grandi poteri economici (o meglio con *certi* poteri) anche quando a
volte secondo RMS "schiacciano" l'utente. Anzi, se si legge nello Jargon File
la definizione di "geek" e la si contrappone a quella di "nerd" si vede
esattamente di cosa sto parlando: il nerd non e' necessariamente compatibile
con un impiego, invece il geek e' uno che spesso si sa vendere molto bene.
ciao a tutti!
--
Marco Ermini
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