[Discussioni] Microsoft e lo shared source.
Simo Sorce
simo.sorce a xsec.it
Lun 14 Ott 2002 09:38:44 CEST
On Mon, 2002-10-14 at 01:33, Adriano Sponzilli wrote:
> Il dom, 2002-10-13 alle 14:45, Leandro Noferini ha scritto:
>
> > Potremmo battezzare questa campagna "Fatti invitare a pranzo da
> > Microsoft". Come socio di Assoli mi faccio troppe illusioni se comincio
> > a non mangiare da adesso?
>
> Un mesetto di digiuno può essere utile. Gira voce che in casa M$ offrano
> caviale e champagne! ;-)
>
>
> Un'altra osservazione.
> Il cambio di strategia in casa M$ è da un lato interessante, dall'altro
> preoccupante.
Chi ha una tale potenza di marketing è sempre decisamente preoccupante
quando ti si mette contro :-)
> Interessante perché è la definitiva consacrazione del fatto che
> determinati concetti portati avanti dal movimento del s.l. cominciano ad
> essere consegnati alla coscienza comune, al punto che persino l'azienda
> in assoluto più lontana da noi li riconosce.
No, non li riconosce per nulla, li conosce ma li osteggia fin nel più
profondo.
> L'idea che l'utente abbia diritto a porter controllare quello che fanno
> i programmi che usa e che sia quindi un dovere di chi distribuisce un
> programma rinunciare a trincerarsi dietro la segreteazza del sorgente,
> sembra che stia finalmente passando a tutti i livelli.
> Bisognerà poi attendere che M$ scopra tutte le carte e leggere il testo
> della licenza di shared source, ma mi sembra di capire che potrebbe
> anche essere garantito un diritto analogo alla libertà 1 del software
> libero: la possibilità di adattare alle proprie esigenze i programmi che
> si usino legittimamente. E' un altro fondamentale diritto dell'utente
> che sembra sia trovando riconoscimento.
No, per nulla, però il fatto che ci sei cascato anche tu è indicativo,
vuol dire che il loro marketing fumoso funziona purtroppo.
All'utente (inteso come utente finale), il codice non verrà mai
rivelato, e shared source è semplicemente un nome nuovo per ciò che
hanno sempre fatto: ottenere a gratis codice e patch da studenti
universitari e partner tecnologici. Non c'è bisogno di aspettare molto
per capire cosa è shared source, basta una ricerca su google e si trova
questo documento:
http://www.microsoft.com/licensing/sharedsource/default.asp
non è una licenza ma ti dice già una cosa: l'accesso non è per chiunque,
ma solo per governi, università, e selezionati oem/system integrator,
ovvero grossi partner, e conoscendo il modo con cui questo viene fatto
non vuol dire che, per esempio all'università, qualunque studente possa
vedere cosa c'è dentro, ma solo quelli selezionati in un certo modo.
In ogni caso, da vari interventi visti nel tempo ricordo che hanno
sempre detto che era possibile contribuire del codice si, ma con questa
modalità: mandi la patch a loro (e loro soltanto) e se gli piace la
mettono nel sw, in ogni caso tu non puoi implementare soluzioni
modificate se non nell'ambiente di test, mai e poi mai in produzione.
Ah fra l'altro parte della licenza include il fatto che non si può mai
rivelare nulla di quello che si scopre sia esso baco, backdoor, o
qualsiasi altra cosa.
> Quello che M$ si è affrettata a precisare è che lo shared sources non
> cambia affatto il suo modello di sviluppo. Non si parla affatto di
> passaggio ad una economia di servizi, si o lontanissimi dall'abbandonare
> l'economia di licenze e si continua a difendere l'idea del lucro sul
> semplice diritto d'autore come sacrosanta. Ovviamente il concetto di
> sviluppo cooperativo è distante anni luce.
Anche qui vorrei precisare, che a loro il modello di sviluppo
cooperativo va benissimo, a patto che loro possano trarne enorme
profitto come al solito. Il problema è che loro come altri, stanno
cominciando a far passare che le idee sono prodotti e devono essere
vendute, anzi la pongono quasi come una cosa immorale pensare che le
idee, l'informazione, è cosa di tutti e solo lo sfruttamento delle
stesse è un prodotto.
> Dico che per altro verso la questione è preoccupente perché questo
> cambio di strategia, probabilmente segna un attacco più pericoloso e
> insidioso dei precedenti. Penso che sia finita l'era dei FUD e del
> tentativo prima di ridicolizzare, poi di demonizzare il s.l., ora se ne
> riconoscono le potenzialità e se ne imita in piccola parte il modello.
L'imitazione è solo a parole, è invece FUD in pieno stile. Prima era
solo ridicolizzazione, erano sparate tanto grosse che erano poco
credibili, invece ora che hanno studiato, cominciano a fare il *vero*
FUD, quello subdolo quello che mette *veramente* dubbi e incertezze, e
quindi paure, perchè credibile nel modo in cui parlano.
A tal proposito consiglio di dare un'occhiata al documento word :-( in
fondo alla pagina che ho segnalato poco sopra.
L'ho letto e non dicono cose false, ma dicono cose vere in modo da
lasciare intendere tutt'altre cose che non esistono o glissando su cose
che esistono e non gli fanno comodo.
OT: Già che ci sono vorrei chiedere se qualcuno è disposto a darmi una
mano per produrre un documento-risposta a quelle faq e se per caso
qualcuno ne conosce una versione italiana.
> Nei prossimi anni, sentiremo rispondere alle nostre rivendicazioni che
> il principio del sorgente accessibile è già soddisfatto dalle aziende di
> software proprietario, quindi non c'è motivo di continuare ad insistere
> su questo tasto. E che ostinarsi a credere al patrimonio intellettuale
> comune e allo sviluppo cooperativo e roba da comunistoidi.
Probabile, sta a noi far capire che il controllo controllato di poche
multinazionali o governi o università con le mani legate non garantisce
nulla.
> Quindi una nuova forma di demonizzazione, ma meno radicale e quindi più
> insidiosa della precedente.
Come dicevo, ecco il vero FUD.
Simo.
--
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