[Discussioni][sama a perchetopi.org: [Copywhat] Convegno "Le nuove recinzioni della vita: brevetti, monopoli, multinazionali"]
Leandro Noferini
lnoferin a cybervalley.org
Mer 12 Nov 2003 05:43:19 CET
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Date: Sun, 09 Nov 2003 13:54:52 +0100
Subject: [Copywhat] Convegno "Le nuove recinzioni della vita: brevetti,
monopoli, multinazionali"
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Ciao a tutti.
Sabato 9/11 sono andato a Milano a vedere il convegno "Le nuove
recinzioni della vita: brevetti, monopoli, multinazionali":
http://www.nigrizia.it/doc.asp?ID=5726
organizzato dall'associazione culturale Punto Rosso
(http://www.puntorosso.it/).
Nonostante i tempi molto stretti (il convegno doveva inizialmente
durare sino alle 19:30, ma la Camera del Lavoro, presso una cui sala
il convegno si teneva, ha cambiato idea dopo la stampa dei volantini,
chiedendo di terminare alle 15:00) il convegno e` stato di assoluto
interesse.
Era molto tempo che non mi capitava di ascoltare interventi cosi`
lucidi, professionali e pregni non solo di pensiero critico ma anche
di proposte alternative - proposte assolutamente non peregrine, per
altro.
Riportero` dei brevissimi commenti sugli interventi. Brevi perche`
del convegno saranno pubblicati gli atti, quindi mi pare inutile
dilungarmi, e perche` in molti casi non ho potuto seguire dato che
stavo parlando con un relatore appena sceso dal palco per approfondire
alcuni punti che mi interessevano (purtroppo, a causa dello scarissimo
tempo a disposizione, non c'e` stato dibattito ne` dopo i singoli
interventi ne` alla fine).
+++++++++++++++
- SAMIR AMIN (dir. Forum du Tiers Monde, pres. Forum Mondiale delle
Alternative) Il capitalismo contemporaneo, i monopoli, le
multinazionali e le privatizzazioni
Purtroppo Samir Amin non e` potuto venire. Da quello che ho capito
aveva un altro impegno a Parigi.
+++++++++++++++
VANDANA SHIVA (direttrice Research Foundation for Science, Tecnology
and Ecology) I brevetti, il Wto e la privatizzazione del vivente: le
conseguenze sul Sud del mondo comunicazioni
Purtroppo sono arrivato in ritardo (grazie, Trenitalia) e non ho
potuto seguire l'intervento di Vandana Shiva dal principio.
Vandana Shiva ha parlato delle strategie delle multinazionali del
cibo (che sono 6-7 e controllano circa il 90% del mercato mondiale
in questo settore) relativamente alla brevettazione di piante e
processi produttivi. Ha definito "biopirateria" l'abitudine delle
multinazionali di brevettare conoscenze che sono state per millenni
patrimonio comune della cultura indiana, in particolare delle donne
- come per esempio l'utilizzo della corteccia di un albero per
lavarsi i denti, il gene di un grano indiano particolarmente secco
che permette di produrre i "rice crispies" senza addittivi chimici,
l'apposizione del marchio al nome "Basmati" (il riso basmati).
Organizzazioni indiani si stanno battendo da anni contro queste
brevettazioni prive di qualsiasi "elemento di novita`". Non ho
capito bene se nei due casi "importanti" finora portati avanti
abbiano vinto o perso - attendo gli atti del convegno.
Vandano Shiva ha poi fornito una sua interpretazione dei motivi che
hanno portato all'attuale tendenza "biopiratesca" (o di
iper-brevettazione dell'esistente) da parte degli Stati Uniti, che a
partire dagli anni '60 hanno sempre piu` smesso di essere produttori
(in tutti i settori) diventando "collettori". Per farlo, tuttavia,
hanno avuto bisogno di legislazioni `ad hoc' - come, appunto, gli
IPR.
La proposta di Vandana Shiva e`:
- resistenza civile contro i brevetti: i contadini indiani (alcuni)
si rifiutano di obbedire alle leggi che non gli permettono di usare
semi (da loro sempre usati) il cui gene e` stato brevettato da
multinazionali;
- banca della conoscenza: scambio cooperativo e dal basso di semi e
di tecniche produttive, per evitare la tecnica del "divide et
impera" e la segmentazione totale della conoscenza, tramite cui le
multinazionali avrebbero buon gioco ad imporre il pagamento delle
royalties sui loro brevetti;
- abolizio dell'articolo 27 dei trattati TRIPS (devo controllare il
numero dell'articolo, dovrebbe essere negli atti del convegno).
+++++++++++++++
- RICCARDO PETRELLA (Univ. di Lovanio, Segr. Contratto Mondiale Acqua)
La mercificazione della conoscenza
Riccardo Petrella ha fatto un intervento incentrato sul perche`
della proprietarizzazione delle conoscenza, cercando di capire anche
perche` noi, come societa` occidentale, abbiamo permesso un processo
evidentemente dannoso per la collettivita`.
Tagliando con l'accetta un discorso gia` sintetico di per se`, il
punto principale risiede nella `reificazione' (ovvero nel
"trasformare in cosa") della conoscenza.
Trasformandosi in `cosa', in `oggetto' e in ultimo in `merce di
scambio' (con tutti i problemi concettuali, se ne parla dopo, che
tale trasformazione comporta) abbiamo scatenato un processo di
contemporanea `esternalizzazione' (l'idea diventa qualcosa di
esterno da chi l'ha prodotta) e di "dipendenza" (diventiamo sempre
piu` dipendenti da qualcosa di esterno a noi).
Allo stesso tempo - in un feedback di causa-effetto in cui non e`
semplice capire qual e` l'uovo e qual e` la gallina - abbiamo
accettato che a produrre ricchezza sia il capitale medesimo, e non
il lavoro umano (ivi compresa la conoscenza, che e` prodotto o
quantomeno elaborato umano) e le risorse naturali, che nel
capitalismo diventano "voci di costo".
Come si arriva praticamente al "diritto di proprieta` intellettuale"
(che, come si vedra` nell'intervento di Andrea Fumagalli, pone dei
problemi non da poco nel quadro teorico dell'economia neoclassica e
a maggior ragione nell'impianto concettuale del turbocapitalismo)?
Petrella evidenzia quattro passaggi:
1) Tecnologizzazione delle conoscenza: la conoscenza e` sempre piu`
dipendente dalle tecnologia e sempre piu` la si trasforma in
tecnologia, trattando allo stesso modo due cose (il manufatto
tecnologico e la conoscenza che ha portato a quel manufatto e che in
un certo senso si "incarna" in quel manufatto) come la medesima
cosa.
2) Finanziarizzazione della conoscenza. Il finanziamento alla
ricerca passa sempre piu` per l'economia basata sulla finanza e
sulla borsa piuttosto che provenire dalla Res Publica. Questo
significa che solo la ricerca che ha dei ritorni economici viene
perseguita - il discorso e` ancor piu` delicato se si pensa che nei
meccanismi della finanza non e` spesso il risultato che produce
guadagno, ma le aspettative del risultato che possono essere
sapientemente gonfiate: e` il caso di molta ricerca sulle
biotecnologie che ha generato guadagno solo sulla base di promesse
(il "vapourware" noto agli informatici) e non sull'effettiva
utilita` (senza entrare nel merito della "moralita`" di tale
utilita`) della ricerca medesima.
3) Privatizzazione della conoscenza. A questo punto il passaggio e`
obbligato: l'investimento massiccio da parte del privato nella
ricerca implica che il privato *deve* avere il controllo anche del
risultato di tale ricerca. Dato che la conoscenza (come si vedra`
nell'intervento di Andrea Fumagalli) e` per definizione non
alienabile, occorre introdurre dei meccanismi di *controllo* della
conoscenza medesima.
4) E dunque arriviamo al "diritto di proprieta` intellettuale" che
in realta` non c'entra nulla con la proprieta` (ancora, vedi
intervento di Andrea Fumagalli) ma e` incentrato sul controllo
totale dei meccanismi di trasmissione/creazione/riproduzione della
conoscenza.
Petrella suggerisce che il Movimento dovrebbe concentrarsi su 5-6
punti concreti e perseguire quelli, senza disperdersi in mille rivoli.
Per quanto riguarda il problema oggetto del convegno, le "sue"
proposte sono:
1) Riconoscere l'essenzialita` di certi beni (biomassa, conoscenza,
medicinali, geni) che devono diventare *beni pubblici comuni*;
2) Dichiarare illegale il diritto di proprieta` intellettuale sulla
conoscenza (NOTA: Petrella qui si riferisce all'IPR nell'accezione
attualmente usata dal WIPO, non ai concetti di copyright, brevetto e
marchio di per se` - questo e` quello che ho capito);
3) Riorientare le scelte politiche nel settore della conoscenza, a
partire dalle *nostre* scelte di singoli (boicottaggio, voto,
pressione politica a livello anche locale);
4) Costituzione di un fondo coooperativo mondiale per il
finanziamento della ricerca.
+++++++++++++++
GIORGIO CREMASCHI (segr. nazionale Fiom)
Le conseguenze dei brevetti e dei monopoli sul lavoro
Non ho potuto seguire molto questo intervento (stavo parlando con
Petrella).
+++++++++++++++
NICOLA NICOLOSI (segreteria Cgil Lombardia)
I monopoli della conoscenza e il declino industriale italiano
Idem. Spero negli atti. :)
+++++++++++++++
ANDREA FUMAGALLI (Università di Pavia)
Saperi collettivi e proprietà intellettuale. Le alternative.
Andrea Fumagalli ha impostato il suo intervento rilevando le
contraddizioni profonde che l'economia della conoscenza crea
nell'impianto dell'economia capitalistica - ivi compresa la
progressiva scomparsa del concetto di "proprieta`" (strano, vero?)
Il modello economico neoclassico si basa sul concetto di scarista`
del bene. Oltre alla richiesta e` la quantita` di beni in
circolazione che ne determina il prezzo: meno beni, prezzo piu` alto
(e viceversa).
Il punto e` che quando io vendo un bene tramite un contratto di
compravendita (o analogo) io trasferisco la proprieta` di tale bene:
lo alieno a me e lo do` a qualcun altro, che ora puo` disporne come
meglio crede. Se io vendo una sedia a qualcuno, nel mercato
continua ad essere una sedia.
Pero`, se "vendo" la mia conoscenza a qualcuno (gia` il termine e`
improprio) io non posso per definizione alienarla a me. Quindi
abbiamo 2 "unita`" di conoscenza nel mercato. Man mano che la
conoscenza si diffonde il numero aumenta e non diminuisce mai.
Quindi la conoscenza e`, di per se`, un bene tendenzialmente
abbondante, e quindi il suo prezzo tende a zero.
Il capitalismo ha bisogno di imporre un "prezzo" ad una cosa che in
realta` non avrebbe prezzo - seguendo le normali regole teoriche del
capitalismo. Lo fa con il brevetto (NOTA: aggiungo io, anche con il
copyright, il marchio e in generale con tutti gli istituti giuridici
collegti).
A questo punto si vede da un lato come scompaia progressivamente il
concetto di "proprieta`" - io non alieno una conoscenza ne` alieno
il manufatto in cui tale conoscenza e` incarnata: ovvero io vendo un
DVD (l'oggetto fisico) ma *non* la conoscenza che e` incarnata in
quel DVD, che rimane totalmente mia e di cui io voglio disporre come
meglio credo (NOTA: nel caso di un film non si parla naturalmente di
brevetto ma di diritto d'autore). Quando "vendo" un programma io in
realta` non lo *vendo*: concedo un diritto di sfruttamento le cui
regole dipendono dalla licenza d'uso (che non per niente e` di
*uso*).
Il capitalismo tende a "taylorizzare" il lavoro intellettuale, a
ridurne la creativita` perche` cosi` come nella catena di montaggio
industriale ha bisogno di lavoro ripetitivo, ora che puo` sostituire
le macchine all'uomo in quella sede ha bisogno di catena di
montaggio per il lavoro intellettuale.
La "taylorizzazione" si puo` realizzare solo tramite il controllo
totale (esattamente come realizzato poi da Ford). Tale controllo
passa tramite l'iperbrevettazione e l'ipertrofizzazione di tutto
l'impianto legale della codiddetta "proprieta` intellettuale".
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GIANNI TAMINO (Università di Padova)
Brevetti, biotecnologie e privatizzazione del genoma umano
Non ho potuto seguire molto, stavo parlando (o cercando di parlare)
con Fumagalli.
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Video-intervista a RICHARD STALLMAN (Free Software Foundation)
ARTURO DI CORINTO (Università di Roma)
Intervista (condensata, da 50 a 15 minuti) pre-registrata a
Stallman. Stallman ha parlato di:
- la sua storia personale e perche` ha deciso di fondare la FSF
- la storia del progetto GNU
- il pericolo dei brevetti software
- la globalizzazione "positiva" dei programmatori di software libero
Arturo di Corinto ha poi illustrato cosa sia il "software libero"
evidenziandone in particolar modo il carattere "trasformatore" dei
rapporti sociali e politici, con particolare riferimento al mondo
della comunicazione e alla possibilita` per ognuno di diventare
comunicatore e di aumentare la condivisione della conoscenza.
+++++++++++++++
Degli altri interventi non citati non ricordo granche` e non ricordo
dov'ero: quindi o sono stato colto da crisi di sonno oppure stavo
parlando con qualcuno in una delle salette laterali. Spero che
vengano pubblicati presto gli atti del convegno.
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Le mie conclusioni
Come ho detto all'inizio, sono rimasto molto colpito dalla qualita`
dell'intera conferenza e dei singoli interventi, su argomenti
assolutamente non semplici da trattare.
Sono sempre piu` convinto che, anche e soprattutto qui in Italia,
abbiamo bisogno di un "qualcosa" che si occupi del "Problema della
conoscenza" in modo interdisciplinare, senza focalizzarsi su questo o
quell'elemento (il software, i geni, il segreto industriale). Divisi
siamo molto piu` deboli, come collettivita` il discorso puo` cambiare.
Parlando con Petrella mi sono fatto dare il suo indirizzo di posta
elettronica - gli scrivero` a breve per sapere il nome di varie
persone, all'interno del Movimento, che si stanno occupando sia del
Fondo Mondiale per la Ricerca sia dei problemi collegati alla
"conoscenza libera".
Sono altresi` convinto che un'organizzazione, associazione,
consorteria o carboneria (a scelta, io personalmente ho in testa un
"centro studi") che si occupi in modo continuativo di questi problemi
non possa e non debba essere costruita su base volontaria. Queste
lotte e questi problemi sono lunghi e abbiamo di fronte attori
disponibili ad investire un sacco di soldi ad libitum, pur di veder
passare le proprie posizioni.
Non so bene da dove possano arrivare i finanziamenti. Mi sto
guardando in giro - ogni idea e` ovviamente bene accetta.
Mi rendo conto che in questo momento le mie ultime parole possano
sembrare dei vaneggiamenti - mi riprometto di precisare meglio cio` a
cui sto pensando, anche e soprattutto perche` ho bisogno dell'apporto
di tutti voi (e di tutti gli altri che saranno interessati alla
questione). Ora pero` devo anche lavorare, altrimenti dovro` cercare
finanziamenti per me stesso invece che per il centro studi. :)
ciao,
andrea
--
qualcuno era comunista andrea glorioso
perche` berlinguer era una brava persona
qualcuno era comunista www.avirdim.org
perche` andreotti *non* era una brava persona sama a perchetopi.org
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Ciao
leandro
Lei è come tutti i dilettanti: le importa far qualcosa piuttosto che
qualcosa sia fatto.
(Goethe - Le affinità elettive)
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