[Discussioni] a proposito delle comunità italiane....

Roberto Galoppini galoppini a acmesolutions.it
Mar 20 Apr 2004 11:17:25 CEST


Giangi wrote:

> Ci sono le comunità di programmatori italiane? Se ci sono cosa fanno? 

Le comunità di programmatori, italiane o meno, nel modo (romantico) in 
cui le intende Raymond, sono la rarità, non la regola (vedi 
www.firstmonday.dk/issues/issue7_6/krishnamurthy/).
Se per comunità invece intendiamo l'insieme non disgiunto di 
programmatori e utenti, allora la prospettiva cambia completamente, in 
quanto mailing-list e newsgroup "italiani" (i.e. dove si parla italiano) 
che condividono _conoscenza_ ce ne sono molti, e lo scambio non riguarda 
esclusivamente la produzione ed il debugging, ma anche, e in alcuni casi 
soprattutto, i modi d'uso, che sono poi quelli che danno valore a uno 
strumento.
Utenti (programmatori e non) si scambiano esperienze e competenze 
nell'uso, la configurazione e la produzione di soluzioni basate su 
software libero, cosa che non accade nel caso del software proprietario, 
dove gli utenti non hanno alcun interesse ad aiutare le aziende che 
detengono i diritti di proprietà in maniera esclusiva ad aumentare le 
loro quote di mercato.

> Mi sembra che in Italia negli anni addietro, sia mancata una base di 
> professionisti e aziende interessate seriamente al settore del 
> software libero. 

Non è così che la pensa il governo, visto che la Commissione istituita 
da Stanca stima in 50m euro il mercato nazionale.
Non è così che la pensano Finsiel e K Solutions (gruppo Espresso), visto 
che hanno progetti in quest'ambito.
Non è così che la pensano le due cento imprese empiricamente recensite 
da ware.it o quelle individuate dal S.anna.

> Ritengo che il tramonto dell'Olivetti come unica grande azienda 
> informatica italiana abbia lasciato un buco enorme mai tappato, anzi, 
> aggravato da una sempre maggior dipendenza dall'estero.

Grandi aziende OS nel mondo non esistono, come non esistono in italia, 
in questo non vedo grosse differenze..

> Il settore pubblico è stato a guardare senza rendersi conto delle 
> enorme potenzialità del software libero proprio per la pubblica 
> amministrazione e per la scuola.... 

In merito all'utilizzo il quadro descritto dal CENSIS nell'utilizzo di 
SL nella PA è positivo:

Regioni: OS 20%
Province: OS >30%
Comuni capoluogo: OS > 40%
Comuni con capoluogo: OS 40%

Dunque nelle pubbliche amministrazioni locali i servizi al cittadino 
sono erogati in maniera significativa mediante piattaforme libere, a 
dimostrazione che sul territorio le competenze ci sono eccome.
Che poi questo non piaccia ai sostenitori del software proprietario è 
un'altra cosa, ma abbiamo superato la fase in cui si doveva dimostrare 
che il SL fosse una valida alternativa, siamo già in quella in cui loro 
stanno cercando di dimostrare che i loro prodotti sono migliori, più 
efficaci, le loro aziende più affidabili, i loro loghi più belli, etc, 
etc .. :)

Rob Galop




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