[Discussioni] Brevetti sw e liberta' di parola
Carlo Strozzi
carlos a linux.it
Dom 8 Ago 2004 15:59:37 CEST
On Sat, Aug 07, 2004 at 10:15:37AM +0200, Paolo Redaelli wrote:
> Mi e' sempre sembrato che l'istituto brevettuale si basasse sul
> presupposto dello sfruttamento commerciale dell'invenzione.
> Pensavo anche al fatto che in quasi tutte le costituzioni dei paesi
> liberi la liberta' di parola ha uno status superiore alla protezione
> brevettuale. Ed il sorgente di un programma libero e' espressione della
> liberta' di parola.
Il fatto è che la brevettabilità del sw non ha nulla a che vedere
con l'incentivare l'innovazione, ma solo con l'aumentare a piacimento
le barriere di ingresso a lucrosi mercati.
Le tecnologie informatiche costituiscono sempre di più la nuova "carta
e penna". Come tali, che esse abbiano più a che fare con la libertà di
parola che con la tecnologia mi sembra palese.
Per chi ha secondi fini (i soliti noti, non sto neppure ad elencarli), o
per chi semplicemente non sa cos'è il software (gran parte dei politici,
avvocati, giornalisti, giudici, qualche popolazione primitiva del centro
africa), il software invece è "oscura roba tecnica"(1), che non ha a
che vedere con la libertà di parola e quindi i brevetti sw sono dati
acriticamente per scontati. Purtroppo in questo campo l'analfabetismo è
diffuso, fra chi comanda e non.
Grazie a tale analfabetismo, i fautori della cosiddetta "proprietà
intellettuale" sono riusciti ad "aggirare" la democrazia, facendo
approvare leggi che non hanno la dignità di leggi democratiche, perchè
non sono fatte sulla base del consenso diffuso, ma sono frutto delle
forti pressioni corruttorie di pochi e dell'indifferenza analfabeta e
disinformata dei più.
Il fare appello alla libertà di parola è sacrosanto, ma incomprensibile
per quei soggetti chi dovrebbero invece prestarvi orecchio.
Bisognerebbe spiegare ai nostri politici, sperando che fra quelli onesti
ve ne sia anche qualcuno che abbia un minimo di potere, che in campo
intellettuale (**campo di cui l'informatica fa parte**) il copyright
si pone l'obiettivo di tutelare i legittimi interessi degli autori
senza impedire che chiunque altro possa produrre opere analoghe, purchè
originali. Il brevetto sw invece impedisce di fare cose analoghe, poco
importa se originali. Se io scrivo un libro sulle farfalle questo sarà
coperto da copyright. Altri, purchè lo facciano in modo ragionevolmente
originale, saranno anch'essi liberi di scrivere cose sulle farfalle.
Se invece io posso brevettare l'idea di fare un libro sulle farfalle,
nessun'altro potrà fare altrettanto. E se anche un simile brevetto
sarebbe forse invalidabile, per farlo bisogna arrivare davanti al
giudice, spendendo in media 3ml di euro, fronteggiando l'aguerrita
schiera di super-pagati avvocati della controparte, e probabilmente di
fronte a un giudice che non sa di cosa si stia parlando, se non che è
roba coperta da un brevetto valido fino a prova contraria.
E` questo lo scopo dei brevetti sw, validi o invalidi che siano, poco
importa: aumentare a dismisura il potere di chi potente (e ricco) lo è
già, che può così sbarazzarsi più facilmente di chi potente non lo è
ancora ma comincia a dare fastidio, limitando così il (non più libero)
mercato ad un cartello fatto di accordi di cross-licensing fra pochi
grandi soggetti.
Amen.
(1) così come come per un povero contadino analfabeta di un tempo
sarebbe stata "oscura roba tecnica" anche un libro di poesie, solo che
l'analfabeta di un tempo non aveva un gran potere; da questo punto di
vista il notro tempo è fortemente anomalo.
--
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