[Discussioni] Consultazione EU sullarevisionedelCopyrightediritti collegati: risposta alla CommissioneEuropea
Simone Piccardi
piccardi a firenze.linux.it
Lun 1 Nov 2004 01:55:25 CET
On Mon, 2004-11-01 at 00:43, Marco Ferri wrote:
> > Ti faccio presente che ogni legge è un paletto dello Stato.
> E allora secondo quanto dicevi prima e` anche la morte del mercato.
>
> Ma no, non facciamo giochini. Ho detto che quando lo Stato mette paletti
> nell'economia e non lascia i soggetti economici liberi di esprimersi il
> primo a risentirne è il mercato. Ti dice nulla Adam Smith?
Io non faccio nessun giochino. Ho ripreso _esattamente_ quello che hai
detto tu.
Ed inoltre ho fatto presente che e` contraddittorio invocare il
liberismo contro i paletti dello stato in questioni in cui l'economia si
basa appunto sul fatto che lo stato abbia messo dei paletti. A questo
pero` finora non hai risposto.
So bene chi e` Adam Smith, e tu di John Myanard Keynes hai mai sentito
parlare? (solo per dire che anche in economia ci sono un bel po' di
scuole di pensiero diverse: e a me il pensiero unico non piace proprio).
> Non mettermi in bocca cose che non ho detto, per favore.
Non ho bisogno di mettertele in bocca, le ho semplicemente citate.
> Ho detto paletti dello Stato: morte del mercato. Significa ingerenza dello
> Stato nei rapporti economici. Leggi che hanno ad oggetto la libertà dei
> soggetti economici e la restringono. Non mi pare che sia un concetto così
> difficile da capire o così ambiguo. E' l'abc del libero mercato.
E' un concetto facilissimo da capire. Cosi` come e` facilissimo da
capire che il copyright e` una legge che restringe la liberta` economica
dei soggetti che operano sul mercato (ad esempio impedisce a me di
copiare e vendere le opere di altri).
> > Stato nel mercato. Il copyright in sé non è un'ingerenza dello Stato nel
> > mercato perché non altera i rapporti commerciali tra autori ed editori.
> Prima del diritto d'autore gli editori potevano prendere tutto quello
> che volevano e pubblicarlo senza chiedere niente all'autore, dopo no.
> Una alterazione piu` macroscopica di questa dei rapporti commerciali tra
> autori ed editori mi pare davvero difficile da trovare.
>
>
> Prima del diritto d'autore... mamma mia... e allora prima ancora l'uomo
> viveva nella foresta e non si poneva tanti problemi. Siamo nel 2004 e la mia
> osservazione è stata la seguente:
Guarda che l'applicazione internazionale del diritto d'autore alla
convenzione di berna del 1886 (e le prime forme originano nel 1710). Non
si era affatto all'eta` della pietra, ed il mondo e` andato avanti
producendo capolavori dell'arte, della musica e della letteratura anche
prima.
Il diritto d'autore e` stato introdotto sul piano legislativo per
motivazioni puramente economiche: se si incentivano gli autori (dandogli
il copyright) si avra` piu` produzione di opere (e quindi un beneficio
alla societa`). Ed e` appunto un paletto che distorce il precedente
funzionamento del mercato dove chiunque stampava quello che gli pareva.
Non dico che sia necessariamente in peggio, ma il fatto chs sia un
paletto dello stato mi pare incontrovertibile.
Cambiare le norme con cui lo si applica mi pare cosa assolutamente
ragionevole tra l'altro la cosa viene fatta cotinuamente (in genere
tutte le volte che stanno per scadere i diritti di topolino, per
estenderne la durata). Quello che ho criticato e` la tua affermazione
per cui modificarne le modalita` di funzionamento sarebbe una indebita
intromissione nelle regole di mercato, che trovo inconsistente dato che
il copyright e` stato questo fin dall'inizio.
> "EDRI chiede che il creatore la cui opera sia stata indisponibile al
> pubblico per tre anni possa essere messo in grado di recuperare il copyright
> dal proprio editore; se il creatore non esercita questo diritto, allora il
> copyright, dopo altri due anni, dovrebbe scadere, ed il lavoro dovrebbe
> diventare di pubblico dominio".
>
> Che significa indisponibile al pubblico? Non reperibile nei negozi, non
> presente nei cataloghi, ritirata dal commercio... ? Se non si specifica,
> imho, mi sembra una precisazione inutile. Comunque se un'opera resta
> disponibile significa che al pubblico almeno un po' interessa e se non resta
> disponibile significa che al pubblico non interessa affatto. Ma se un'opera
> non interessa a nessuno quale diffusione di saperi e di cultura produrrebbe
> una volta di pubblico dominio? Nessuno la considererebbe comunque. Per cui
> questa richiesta di EDRI mi sembra alquanto inefficace.
Io conosco un sacco di libri di cui non sono disponibili ristampe. La
domanda e` troppo ridotta per ristamparli. Risultato gli editori non ci
guadagnano nulla comunque e chi li vorrebbe leggere ci perde la
possibilita` di farlo. Pertanto una messa a disposizione di tutti del
suddetto materiale mi pare assolutamente ragionevole, e manco vedo come
possa essere considerata intromissione nel mercato, visto che viene
fatta appunto per le opere che sul mercato non ci sono.
> Forse, anziché parlare ai politici per privare di libertà gli editori,
> bisognerebbe parlare agli editori e spingerli ad adottare un copyright
> flessibile, come quello che propone CC.
A me va benissimo parlare agli editori, ma dato che il copyright nasce
da una scelta fatta a livello politico non vedo proprio perche' non si
debba intervenire anche sui politici.
> Preferirei che tu commentassi la mia osservazione per quello che è stata e
> non che ne prendessi un brendellino e su quel brandellino riversassi tutte
> le tue critiche.
Ho preso la tua osservazione esattamente per quello che era. Tu
criticavi una proposta di modificare le modalita` di applicazione del
copyright con la motivazione che questa e` una indebita intromissione
dello stato nelle regole del mercato. Mi pare di averti detto con
estrema chiarezza perche` trovo insostenibile la cosa.
> Giusto per non andare decisamente off topic. Io sono liberista e tu
> statalista?
Io di certo non sono statalista, e men che meno liberista. Gli -ismi non
mi sono mai piaciuti.
Ciao
--
Simone Piccardi <piccardi a firenze.linux.it>
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