[Discussioni] domanda sugli standard
Giacomo Cosenza
giacomo.cosenza a sinapsi.com
Mar 7 Set 2004 20:16:05 CEST
> Sì, appunto per definizione. Da cui il noto detto «il bello degli
> standard è che ce ne sono tanti fra cui scegliere».
altri detti sugli standard sono, in ordine:
- sufficientemente imprecisi per lasciare ampi margini ad
implementazione/estensioni proprietarie
- sufficiente complessi da renderli impraticabili, quindi lasciando nei
fatti il campo ad approcci del tutto proprietari
- mobili, ossia la cui frequenza di variazione è tale per cui non si da
il tempo di implementare una versione dello standard che è già uscita
quella nuova.....
> Mentre "de iure" e "de facto" sono alternativi, "aperto", qualunque
> cosa significhi precisamente, è ortogonale a entrambi: uno standard de
> iure può essere o meno aperto, e così uno standard de facto.
beh, mi sa che prima o poi una maggiore precisione sul significato di
standard aperto bisognerà darla, comunque mi sembra che l'ortogonalità
di cui parli sia sensata
>
> mp3 è de iure, ed è coperto da brevetto
si può assumere che ciò che è coperto da brevetto non sia aperto, anche
laddove non si pagassero royalties?
> tcp è de iure, ed è liberamente implementabile
ok
> dxf è de facto, ed è liberamente implementabile
quindi laddove le specifiche sono disponibili e liberamente
implementabili, anche se prodotte da aziende private, definiamo lo
standard come aperto. poi il fatto che sia anche standard de facto
dipende dalla diffusione dello standard medesimo. è corretta la mia
interpretazione?
> doc è de facto, e le sue specifiche non sono pubblicate
chiaro.
Beh, grazie, mi sembra un bel passo in avanti. Provo a sintetizzare
quello che ho capito:
- il processo di sviluppo dello standard consente di classificare gli
standard tra de iure e de facto. Se nel processo di definizione dello
standard sono coinvolte istituzioni o organizzazione super partes allora
siamo di fronte ad uno standard de iure, se invece sono iniziative
private, se otterranno il cosiddetto net-effect allora saranno standard
de facto, se invece non lo ottengo sono solamente formati/protocolli
proprietari. In altre parole finchè non si affermano non sono de iure e
non sono ancora de facto;
- poi ci sono i risultati del processo di definizione dello standard. se
il risultato (le specifiche) del processo è accessibili e liberamente
implementabile allora tale standard, è anche aperti, indipendentemente
dal fatto che siano de iure, de facto oppure ne l'uno ne l'altro (mi
riferisco al caso in cui un'azienda privata definisca determinati
formati/protocolli e li renda liberamente implementabili prima che
diventino standard de facto.
- infine ci sono gli standard de facto proprietari, connotati da un
processo proprietario di definizione delle specifiche, da un net-effect
che le renda effettivamente uno standard di riferimento e dal fatto che
le specifiche non sono pubblicate, ma possono comunque essere
implementate (a forza di reverse engineering, stile il connector di
evolution per intenderci);
mi sembra che possa girare. che ne dite?
forse mi manca ancora un tassello. come lo definireste uno standard de
facto (processo proprietario di definizione e net-effect) e specifiche
non liberamente implementabili in quanto coperte da brevetto? FAT mi
sembra che caschi proprio in questa categoria, ma forse mi sono fumato
il cervello.
Grazie a tutti
Mimmo
mentre, se non sono vincolate proprietario e dalla non accessibilità
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